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L’appello di Sos Villaggi dei Bambini per la didattica in presenza

«L’istruzione filtrata dei bambini e dei ragazzi li ha privati della componente empatica che sta alla base del processo di apprendimento», sottolinea Emanuele Caroppo, psichiatra e psicoanalista, docente di Psichiatria e psicologia alla Cattolica e coordinatore del Comitato Scientifico dell’organizzazione. «Viviamo in una condizione di emergenza formativa costante da quasi 24 mesi», osserva Samatha Tedesco, responsabile Programmi e Advocacy di Sos Villaggi dei Bambini

di Redazione

In occasione della quarta Giornata Internazionale dell’Istruzione Sos Villaggi dei Bambini lancia un appello affinché tutti possano avere uguali possibilità di accesso a un’adeguata formazione scolastica e a una serena costruzione della propria identità. Come già sottolineato dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in questo senso è fondamentale proseguire con la didattica in presenza per creare maggiore dialogo, un confronto più solido con insegnanti e compagni e per evitare la dipendenza dai dispositivi digitali.

«Esiste uno stretto legame fra istruzione, salute globale e identità culturale e psicologica nel processo di crescita cognitiva, emotiva e relazionale», sottolinea Emanuele Caroppo, psichiatra e psicoanalista, docente di Psichiatria e psicologia dell’Università Cattolica e coordinatore del Comitato Scientifico di Sos Villaggi dei Bambini. «La scuola e il percorso formativo contribuiscono in modo fondamentale allo sviluppo sano e armonioso di bambini e ragazzi. In questi ultimi due anni, le nuove generazioni hanno dovuto affrontare la complessità legata alla situazione di emergenza sanitaria: l’introduzione della Dad, non sempre possibile, il distacco dalla socialità, le limitazioni dell’espressività, della creatività e della fantasia hanno influito nella formazione e nello sviluppo delle nuove generazioni».

Questo è ancor più sentito dai bambini e ragazzi che vivono situazioni di difficoltà emotiva, dovuta alle problematiche familiari.
«L’educazione al tempo del Covid-19 non solo è stata filtrata da una barriera artificiale ma anche privata delle naturali emozioni e dell’empatia che stanno alla base dell’apprendimento e dello scambio tra alunno ed educatore», prosegue Emanuele Caroppo. «Gli studenti, soprattutto quelli più piccoli, non hanno avuto la possibilità di accompagnare il processo di apprendimento con la “presenza dei corpi", venendo a mancare così alcune delle componenti basilari dello sviluppo delle emozioni. Le espressioni della felicità o della rabbia sono state oscurate da una mascherina, per quanto necessaria: vedere il volto dell’altro a metà ha portato ad un incontro con l’altro a metà, con tutte le ricadute che questo può avere sui percorsi di crescita e sviluppo emotivo individuale e di gruppo».

Dall’altra parte, bisogna tenere in considerazione come la pandemia stia contribuendo negativamente ad accentuare ulteriormente le disuguaglianze, in ambito scolastico e formativo con la Dad che, senza sostegni, non garantisce situazioni paritarie di accesso allo studio.
«Non possiamo permetterci di perdere il controllo della stabilità ed efficacia dei sistemi formativi a partire dai primi cicli scolastici», sottolinea Samantha Tedesco, responsabile Programmi e Advocacy di Sos Villaggi dei Bambini. «Oggi verifichiamo lo sforzo delle Istituzioni affinché il ricorso alla Dad sia per quanto possibile ridotto ma, di fatto, viviamo in una condizione di emergenza formativa costante da quasi 24 mesi, una condizione di precarietà scolastica che si innesta in un pregresso che già presentava molte ombre e manifeste inefficienze. Ancora nelle ultime settimane, anche alla luce dell’andamento ascendente dei contagi, la didattica in presenza ha subito costanti stop&go».

«All’interno dei Programmi e Villaggi Sos in Italia siamo quotidianamente impegnati a supportare uno ad uno gli oltre 300 bambini e ragazzi accolti, per far sì che la didattica a distanza non lasci nessuno indietro. In tutti i nostri Programmi di accoglienza e sostegno familiare vengono implementate specifiche azioni di contrasto utili a favorire il percorso scolastico ed educativo dei bambini accolti. Consideriamo i bambini e i ragazzi protagonisti e non solo destinatari degli interventi e, in tale logica, operiamo in accordo e in coerenza con i diversi attori del percorso educativo», conclude Samantha Tedesco.

Foto in apertura da ufficio stampa


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