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Valutazione dei servizi di welfare, a Roma il primo master di secondo livello

Organizzato dal Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Sapienza, sarà coordinato dal professor Andrea Ciarini, che abbiamo intervistato

di Redazione

È organizzato dal Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Sapienza, Università di Roma il primo Master di II livello volto a formare figure manageriali per le pubbliche amministrazioni, per le imprese profit non profit e per le organizzazioni di rappresentanza che operano negli ambiti della progettazione ed erogazione e valutazione dei servizi di welfare territoriali.

Il Master partirà a marzo 2022 e rappresenta un percorso di studi innovativo e approfondito, realizzato grazie alla competenza dei componenti dell’advisory board di cui fanno parte, tra gli altri, Luca Gori, Flaviano Zandonai, Fabrizio Maddalena, Eleonora Vanni oltre a numerosi autorevoli rappresentanti del mondo del Terzo Settore e dell’Università. L’offerta formativa è ampia e coniuga una solida formazione di base teorica, tecnica e metodologica con approfondimenti specialistici in materia finanziaria, fiscale, gestionale e giuridico-contrattualistica, su un ampio spettro di tematiche collegate all’impresa sociale, ai processi di innovazione sociale, alla governance del welfare territoriale con particolare riferimento alle nuove dinamiche e pratiche di co-programmazione e co-progettazione.

Coordinatore del Master, che conta fra i main partner il Forum nazionale del Terzo settore, è il professor Andrea Ciarini, già membro del comitato scientifico per la valutazione del Reddito di cittadinanza (Rdc) istituito dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Lo abbiamo intervistato.

Professor Ciarini, perché un Master specifico sul Terzo settore?
Stiamo entrando in una fase di grandi cambiamenti per tutto il Paese e il PNRR porterà risorse quasi senza precedenti, anche per il nostro sistema di welfare. Rispetto al più recente passato si tratta di una inversione profonda, cui dovranno essere pronti a rispondere non solo le amministrazioni pubbliche ma anche gli attori sociali, a cominciare dagli Enti di Terzo settore, anche considerando le progettualità che potranno essere attivate attraverso lo strumento della co-progettazione. Per il Terzo settore si apre dunque uno spazio di azione importante, che va tuttavia alimentato con una formazione mirata, ancorché trasversale, come quella che abbiamo immaginato quando abbiamo iniziato a progettare il Master che non a caso si chiama: “Terzo Settore, Innovazione sociale e Governance dei Sistemi locali di welfare”, proprio a sottolineare l’importanza di una formazione integrata tra gli ambiti sociali e pubblici, soprattutto per chi opera nel terzo settore.

Quali sono le esigenze attuali degli ETS e dei loro rappresentanti?
Credo anzitutto che il Terzo settore non sia un tutt’uno indistinto. Da anni va avanti un processo di differenziazione interna che tende ad acuire le differenze tra alcune delle componenti più imprenditive e le realtà più legate a una dimensione comunitaria e di base. Questo significa che anche i fabbisogni formativi e le esigenze organizzative tendono a differenziarsi, in termini di competenze, di rapporti con le amministrazioni, con il privato di mercato, compreso tutto il fronte degli investitori che iniziano ad avvinarsi al Terzo settore. Ecco, questo Master nasce per venire incontro a tutte queste diverse esigenze, proponendo un’offerta formativa che punta a competenze diverse, pur trovando un punto di integrazione che è lo spazio del welfare territoriale e dell’innovazione sociale.

Quali sono i temi che affronterà il Master?
Il Master ha un’offerta formativa ampia che coniuga una solida formazione di base teorica, tecnica e metodologica con approfondimenti specialistici in materia finanziaria, fiscale, gestionale e giuridico-contrattualistica, su un ampio spettro di tematiche collegate all’impresa sociale, ai processi di innovazione sociale, alla governance del welfare territoriale con particolare riferimento alle nuove dinamiche e pratiche di co-programmazione e co-progettazione. I nostri moduli trattano tutte queste tematiche con una attenzione particolare alle trasformazioni più recenti che stanno impattando sui sistemi di welfare e sull’impresa sociale, a cominciare dal PNRR e i nuovi canali di investimento pubblico e privato a cui vogliamo dedicare grande attenzione, anche attraverso l’utilizzo di laboratori didattici e seminari in cui ci si confronterà con gli stakeholder istituzionali.

Com’è articolata l’offerta formativa?
Le nostre aule ormai sono tutte attrezzate per garantire le lezioni in presenza e a distanza, abbiamo un calendario didattico che prevede lezioni il giovedì e venerdì, a settimane alterne. A conclusione delle lezioni che, come ho detto, avranno un carattere misto (sia frontali, sia seminari e laboratori didattici), ogni studente sarà coinvolto in un project work che potrà svolgere o nell’organizzazione di provenienza o in una partner del Master.

A chi è rivolto il Master? Quale profilo lavorativo intende modellare?
Il Master si rivolge sia a neolaureati, sia a figure apicali del Terzo settore e della Pubblica amministrazione. Puntiamo a formare classi miste, credo sia una ricchezza potersi confrontare con persone che hanno percorsi e in un certo qual modo anche aspettative diverse.

Il Master annovera tra i propri partner autorevoli organizzazioni
Abbiamo un parterre importante di organizzazioni che ci sostengono, tra queste anzitutto il Forum Nazionale del Terzo Settore, che è main partner del Master. In questi mesi abbiamo costruito inoltre una fitta rete di collaborazioni con Auser, Legacoopsociali, Fondazione Charlemagne, Eurispes, Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora, o realtà associative emergenti come Itinerari paralleli e Per formare.


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