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Al carcere di Vicenza arte e sport si incontrano

“Nordic walking", "taijiquan", il tennis tavolo, gli scacchi, pallavolo e ovviamente calcio. Questi sono alcuni degli sport che il Csi porta nel carcere di Vicenza attraverso il progetto “Csi, Carcere Sport Insieme”. Enrico Mastella: «Dentro il carcere abbiamo portato anche l’arte»

di Luca Cereda

«Il rapporto tra il dentro e il fuori, tra il Csi e il carcere San Pio X di Vicenza è iniziato nel ’96. Abbiamo iniziato con lo sport: dal tennis tavolo e allo yoga, ma anche i corsi di formazione sportiva, dalla dieta alla traumatologia. E poi abbiamo portato le scuole all’interno e il carcere all’esterno organizzando attività nelle suole o nelle parrocchie: dopo l’attività sportiva, in un clima informale, si parla di carcere e si entra in contatto con esso», spiega Enrico Mastella, già presidente Csi Vicenza e responsabile del progetto CSI Carcere / Sport / Insieme.

Oltre allo sport, ripartito l’estate scorsa, continuando i progetti di Csi in carcere, i volontari dell’associazione arancioblu hanno constatato che erano molto “fredde” le sale colloqui della Casa Circondariale di Vicenza: «È nata così l’idea di coinvolgere un’esperta di arte terapia che già stava lavorando in alcune carceri lombarde per abbellire i locali. Un’iniziativa realizzata negli ultimi mesi del 2021 grazie al progetto finanziato dalla Regione del Veneto che ha coinvolto le persone detenute», spiega Mastella.

Tra arte e sport

Tra le attività sociali che i volontari di Csi – tutti formati appositamente per entrare in carcere – propongono nella casa circondariale vicentina, ci sono quelle sportive, ma esiste anche un servizio di accoglienza per le famiglie delle persone detenute finalizzato all’animazione soprattutto dei bambini in visita ai padri con la famiglia. Essendo il carcere veneto solo maschile. «Ecco perché conosciamo bene l’area adibita ai colloqui. Ed ecco perché ci siamo accorti, anche su sollecitazione dell’Amministrazione Penitenziaria – continua Mastella – che le sale erano imbiancate e pulite, ma molto asettiche. Da qui l’idea di coinvolgere l’artista Valeria Pozzi che già stava lavorando su progetti simili e con l’arteterapia in carcere e lavora in particolare con le persone detenute a Piacenza, Cremona, Mantova e Lodi e ora anche a Vicenza».

Pozzi non ha solo dipinto le pareti della sala colloqui del carcere, ha proposto ai detenuti corsi di arte terapia e in questo caso applica le teorie della cromoterapia agli ambienti. Insomma un progetto che ha una doppia valenza: coinvolgere le persone detenute e rendere belli gli ambienti della Casa circondariale.

Pablito Rossi, un campione (anche) di umanità

Nelle sale colloqui sono stati utilizzati colori come il verde salvia e il giallo ocra per rendere armonioso l’ambiente e smussare le tensioni, offrendo serenità. Sopratutto per i bambini a cui non è sempre facile spiegare quella situazione. E poi con l’aiuto di un gruppo di 8 persone detenute Valeria Pozzi ha realizzato dei “trompe l’oeil” che con i loro paesaggi “aprono delle finestre sul mondo”.

«L’attività del Csi di Vicenza non si ferma a migliorare le situazioni delle sale colloqui. In primavera riprenderanno i corsi sportivi interrotti a fine anno per la pandemia e i volontari sono già al lavoro per programmare gli incontri delle persone detenute in visita nelle scuole superiori della provincia», chiosa Enrico Mastella. E fuori dal carcere – dal 2003 con il progetto carcere e scuola “Carcere lungo” – il Csi vicentino continua a lavorare, creando legami sportivi tra chi sta dentro e fuori: «Non solo. Portiamo dentro, in accordo con la direzione, gli studenti dell’ultimo anno delle superiori di Vicenza, e abbiamo un percorso di incontro con i detenuti, con i responsabili dell’area trattamentale e con l’amministrazione. Negli anni abbiamo coinvolto più di 40 scuole del territorio per un totale di 13mila studenti entrati in carcere più gli altrettanti studenti», spiega il responsabile del progetto CSI Carcere / Sport / Insieme.

«Ne abbiamo fatta di strada – afferma ancora Enrico Mastella – da quando entrammo per la prima partita di calcio con gli ex giocatori del Vicenza di Gibì Fabbri: tra questi l'amico compianto Paolo Rossi che ha sempre condiviso a pieno lo spirito del Csi non facendo mai mancare la sua presenza anche nelle partite in carcere con le persone detenute. Dando loro una speranza per ricostruirsi una vita una volta pagato il debito con la giustizia. Con gli ex calciatori del Vicenza giocammo anche noi dirigenti Csi. L'altra compagine era composta da persone detenute: a molti non pareva vero di giocare con un campione del Mondo come Pablito».


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