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Lorena Cesarini, un esempio di cosa non fare se si vuole parlare di razzismo

«Invitare un'attrice nera e poi vederla nel ruolo della vittima salvata dall'uomo bianco», scrive Devi Vettori Co-fondatrice e presidente di "Legami Adottivi odv" associazione di persone adulte che sono state adottate, «stride profondamente con tutto il lavoro di consapevolezza che viene portato avanti in questi anni. Un tema così importante e sfaccettato merita un tempo e uno spazio in cui poter costruire dialoghi profondi e articolati e se questo non è possibile, piuttosto che affrontarlo in modo superficiale, con un siparietto che butta una questione sulla scena senza il giusto approfondimento, meglio evitare dato che il risultato è controproducente»

di Devi Vettori

Se vedendo l'intervento di Lorena Cesarini a Sanremo avete pensato "poverina, lei è bellissima" ha funzionato, ahimè, quello che a mio avviso è stato un palese esempio di color washing fatto in ottica politically correct portato sul palco.

Invitare un'attrice nera e poi vederla nel ruolo della vittima salvata dall'uomo bianco che la sostiene e la protegge stride profondamente con tutto il lavoro di consapevolezza che viene portato avanti da tante e tanti in questi anni, perché nell'inteto di stigmatizzare la discriminazione e il razzismo subito da Cesarini, si perpetua invece uno stereotipo interiorizzato e duro a morire per cui una donna nera è accettabile se rappresenta la donzella che l'uomo bianco salverà manifestando tutto il suo valore e la sua magnanimità. Dunque, ovviamente, non è responsabilità dell'ospite, ma di chi scrive e detta le modalità di uno spettacolo di così ampia diffusione.

In definitiva un chiaro esempio di cosa non fare se si vuole affrontare il tema di razzismo e stereotipi, perché non credo al "almeno se ne è parlato" quanto al se e dove se ne parla (e anche qui, non credo e non è detto che Sanremo sia il luogo atto a questo) se ne deve almeno parlare in modo consono. Comprensibile, rivolto a tutte e tutti, ma consapevole.

Su questo una precisazione, un tema così importante e sfaccettato merita un tempo e uno spazio in cui poter costruire dialoghi profondi e articolati e se questo non è possibile, piuttosto che affrontarlo in modo superficiale, con un siparietto che butta una questione sulla scena senza il giusto approfondimento, meglio evitare dato che il risultato è controproducente.

*Devi Vettori è formatrice e consulente su tematiche di adozione e narrazione. Dopo la laurea in lettere e gli studi antropologici ha unito la passione per la letteratura e l'interesse per il mondo adottivo nelle sue molteplici sfumature. Collabora con università, enti e associazioni familiari per consulenze, lezioni e workshop. Co-fondatrice e presidente di "Legami Adottivi odv" associazione di persone adulte che sono state adottate.
Blog: www.devivettori.com

Credit Foto Pagina Facebook Ufficio Stampa Rai


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