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Una nuova scuola o progetti già vecchi? 5 miliardi al bivio

Scadono a fine febbraio i primi bandi relativi all'edilizia scolastica, dai nidi alle mense a 195 nuovi edifici scolastici. La rete EducAzioni lancia l’allarme e avanza tre richieste: attenzione a sostenibilità ambientale e inclusività degli spazi, trasparenza e coinvolgimento delle comunità educanti

di Redazione

Abbiamo più di 5 miliardi di euro nel Pnrr per l’edilizia scolastica, ma rischiamo di utilizzarli per progetti già vecchi, mancando l’occasione di fare una scuola davvero nuova. È questo l’allarme della rete EducAzioni dinanzi ai quattro avvisi pubblici per la realizzazione e messa in sicurezza di asili nido e scuole per l'infanzia, per la costruzione di scuole nuove, per la creazione di mense e palestre, ai quali si aggiunge una prima tranche del Piano per la messa in sicurezza e la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico esistente. I bandi scadono a fine febbraio e l’iter prevede a stretto giro la pubblicazione delle graduatorie dei progetti approvati, la loro dislocazione geografica e subito dopo la progettazione degli interventi finanziati.

È un momento cruciale, «in vista del quale chiediamo che siano rispettati alcuni requisiti indispensabili sia nella progettazione che nella costruzione dei 195 nuovi edifici scolastici previsti, ma anche di tutti i nidi, le scuole dell’infanzia, i poli 0-6, le palestre e le mense che verranno riqualificati, messi in sicurezza, efficientati energeticamente o costruiti ex novo», afferma la rete.

Tre le richieste che vengono dal mondo della scuola e da una parte sostanziale del Terzo Settore che con la scuola e nella scuola lavora ogni giorno, soprattutto nei contesti più difficili e marginali:

  1. Che negli interventi di edilizia scolastica, sicurezza e sostenibilità ambientale vadano di pari passo nel creare ambienti di apprendimento moderni e fortemente inclusivi, per permettere non solo una piena inclusione di alunne e alunni ma anche un forte rinnovamento della didattica. Quindi scuole sicure; potenziali comunità energetiche in grado di provvedere ai propri consumi; recupero e ripensamento di tutti gli spazi utili all’innovazione didattica, soprattutto di quelli condivisi; inclusività degli spazi, da intendersi come dimensione di una pratica che enfatizza l’equità nell’accesso e nella partecipazione di tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze. Gli arredi, negli Avvisi sopra indicati sono considerati – a torto – spese non ammissibili mentre invece sono fondamentali per connotare gli spazi di apprendimento e accompagnare l’adozione di nuove metodologie didattiche. Ci sono diverse buone pratiche da seguire in questo ambito: dall’etichettatura degli spazi con applicazione della Comunicazione Aumentativa e Alternativa e braille ai percorsi sensoriali, dagli allarmi non solo sonori ma luminosi alla creazione di spazi immersivi per bisogni speciali, alla valorizzazione degli spazi esterni, ecc.
  2. Massima trasparenza nella trasmissione dei dati sull’edilizia scolastica e chiarezza nel distinguere i nuovi finanziamenti da quelli già in essere. Il rischio è di non riuscire a leggere correttamente la realtà e di realizzare progetti “vecchi”. Sul portale FuturaLa scuola per l’Italia di domani, che dovrebbe dare conto di tutti gli interventi previsti dal PNRR nel settore istruzione, infatti, si menzionano 30.040 progetti già approvati e finanziati, di cui 19.015 conclusi. Il rischio è di far confluire nel Pnrr linee di finanziamento vecchie, piuttosto che concentrarsi su progetti nuovi a cui deve dare vita il Piano. Chiediamo che vengano introdotti subito elementi correttivi e/o di verifica, affinché ciò non avvenga, anche coinvolgendo gli stakeholders delle comunità locali.
  3. Coinvolgimento delle comunità educanti nel Pnrr. Le tempistiche di attuazione molto stringenti previste dal Pnrr, la riproposizione di progetti preesistenti da parte degli enti locali, l’aver ignorato il coinvolgimento delle comunità come criterio essenziale (ad eccezione dell’Avviso relativo alle nuove scuole), hanno fortemente limitato le reali possibilità di partecipazione delle scuole e delle comunità educanti al processo di progettazione dei nuovi spazi scolastici e dei servizi 0-6 e di ristrutturazione di quelli esistenti. Invece il coinvolgimento di tutto il territorio nella figura dei diversi soggetti collettivi che vi operano va considerato elemento imprescindibile per la costruzione di una scuola che sia davvero nuova, non solo strutturalmente.

Photo by kyo azuma on Unsplash


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