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Finalmente in Gazzetta il Piano nazionale per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà

Ci sono anche alcune novità interessanti, che sono (finanziariamente) possibili grazie al PNRR. Tra queste collochiamo il pronto soccorso sociale e i servizi per la marginalità estrema, in particolare i centri servizi per il contrasto alla povertà, ovvero l'istituzione di luoghi dove oltre alla presa in carico sociale possano essere offerti altri servizi. Ma attenzione a sfide importanti

di Roberto Rossini

Abbiamo partecipato all'elaborazione del Piano e questo Piano si pone continuità col Piano precedente (in allegato il documento pubblicato il 22/2/2022 in Gazzetta ufficiale) e, per quanto ci riguarda, la valutazione è positiva.

Questa volta il Piano è modellato sul Reddito di cittadinanza e non più sul Reddito di inclusione, con tutti i cambiamenti che questo comporta. Vi sono anche alcune novità interessanti, che sono (finanziariamente) possibili grazie al PNRR. Tra queste collochiamo il pronto soccorso sociale e i servizi per la marginalità estrema, in particolare i centri servizi per il contrasto alla povertà, ovvero l'istituzione di luoghi dove oltre alla presa in carico sociale possano essere offerti altri servizi (distribuzione beni, ambulatori, orientamento al lavoro, servizi di fermo posta ecc.).

In questi centri è apprezzabile l'apertura di spazi anche per il volontariato. Apprezziamo anche l'aumento del numero degli assistenti sociali, perché consentono nella sostanza il cosiddetto pre-assessment, ossia l'analisi preliminare dei bisogni. Bene aver ribadito le diverse dimensioni del benessere del nucleo familiare: lavoro, formazione e istruzione, salute e altro in termini di unitarietà e di collaborazione interna tra i diversi sistemi. Il tema è il rafforzamento dei servizi di presa in carico. Tutto il dibattito dei mesi precedenti era focalizzato sulla componente del reddito, quando invece la vera partita si gioca sui territori e sui servizi.

Due considerazioni finali. La prima è che il fondo povertà è sempre un po' "tirato": con una povertà in crescita – la pandemia, la guerra tra l'aggressore russo e l'aggredito ucraino costano e costeranno sempre di più ai poveri italiani in termini di tariffe, di beni e servizi – bisognerebbe aumentare l'attribuzione.

La seconda è che rimangono sullo sfondo due grandi sfide da percorrere. C'è la sfida dell'omogeneità: questo Piano si fonda – giustamente – sui LEPS (i livelli essenziali delle prestazioni sociali). È veramente un importante passo avanti che si sia iniziato a definirne alcuni. Potrebbe rivelarsi utile anche una sorta di "clausola di salvaguardia" affinché, qualora un territorio in crisi o in difficoltà non fosse in grado di erogare i servizi, sia possibile che un ente superiore possa intervenire a sostegno, secondo il principio di sussidiarietà. L'altra sfida è la collaborazione tra ambiti, a partire dall'integrazione socio-sanitaria. Il Piano generale dei servizi la prevede espressamente: si tratta di verificare come possa essere praticata in modo omogeneo, efficiente ed efficace.

*portavoce Alleanza contro la povertà


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