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Riordino servizio civile, Forum nazionale contro il Ddl Dadone

Per il presidente del Fnsc, Enrico Maria Borrelli, la controriforma della ministra è: «Un attacco immotivato alle politiche giovanili e al servizio civile: intervenga il presidente Draghi». In un documento si sottolinea come questa sia una “proposta di riforma del servizio civile di cui nessuno avverte né il bisogno né l’urgenza, da operarsi con una legge delega al governo che azzera anni di consultazioni pubbliche e il lavoro di centinaia di migliaia di persone”

di Redazione

"Disorientati e preoccupati", questa è la reazione del Forum nazionale per il Servizio civile di fronte a quello che viene definito "l’ennesimo provvedimento che riguarda il servizio civile di cui veniamo a conoscenza, ancora una volta, dalla stampa. Il disegno di legge delega al Governo, annunciato il 23 febbraio dalla ministra Dadone, che vorrebbe riformare, a distanza di pochissimo tempo, le politiche giovanili e il servizio civile universale è stato agito all’insaputa di tutto il nostro mondo, delle rappresentanze dei giovani, degli enti e delle sedi istituzionali in cui ci si confronta. Un provvedimento privo di una reale analisi dei bisogni, dal quale mancano concertazione con le parti interessate, valutazioni di merito, di metodo e di sostenibilità. Non è un disegno di legge, è un esercizio di potere al quale non dovremmo assistere in democrazia".
Il presidente del Fnsc, Enrico Maria Borrelli, definisce la controriforma della ministra Dadone è: «Un attacco immotivato alle politiche giovanili e al servizio civile: intervenga il presidente Draghi».

Nel testo della dura presa di posizione del Fnsc si legge: "La recente riforma del servizio civile, avvenuta con il DLgs n.40 del 2017, è stata l’esito di tre anni di consultazioni pubbliche animate dal governo, confronti aperti e collegiali, audizioni in parlamento, ascolto delle parti sociali, dei giovani, dei bisogni, del Paese. Uno straordinario esempio di democrazia partecipata, inclusiva. Non si possono sostituire questi processi democratici con gli esiti di consultazioni online, screditando il confronto reale a favore di un sondaggio, quantomeno discutibile, sulle esigenze e le aspirazioni dei giovani. Perché è da questi sondaggi che nasce il disegno di legge delega proposto dalla ministra, non certo dall’ascolto e dal confronto reale con i giovani, gli enti, le rappresentanze strutturate".

E prosegue: “Oramai l’elenco dei provvedimenti a sorpresa annunciati dalla ministra Dadone si arricchisce in modo preoccupante. Prima la soppressione ‘urgente’ dei piani annuali previsti dal D.Lgs n.40/2017 attraverso il D.L. n.152/2021 relativo al Pnrr, che anticipano una misteriosa quanto preoccupante riorganizzazione della programmazione triennale degli enti. Poi, la nascita del Centro Nazionale a L’Aquila di cui nessuno sa spiegarne le finalità; la drastica quanto insostenibile riduzione dei tempi del bando per la selezione dei volontari, avvenuta contro il parere della Consulta del 13 dicembre, che ha portato per la prima volta gli enti ad avanzare ricorso al Tar e la conseguente empasse di tutto il sistema; lo stravolgimento della progettazione degli enti con l’introduzione della certificazione delle competenze quale fattore, più che premiante per i giovani, discriminatorio ed escludente giacchè tali sistemi, come segnalato dalle stesse regioni, non sono ancora attivi in tutti i territori. E ancora. Gli accordi quadro con altri ministeri per un servizio civile digitale, ambientale, dello sport, che mortificano la progettualità a favore dei servizi, utilizzando il servizio civile quale forma surrettizia di appalto e trasformando i giovani da ‘volontari’ in ‘facilitatori digitali’ con compiti e responsabilità professionali che non devono in alcun modo competergli. Un crinale, quantomeno, scivolosissimo.”

Dulcis in fundo, una proposta di riforma del servizio civile di cui nessuno avverte né il bisogno né l’urgenza, da operarsi con una legge delega al governo che azzera anni di consultazioni pubbliche e il lavoro di centinaia di migliaia di persone. La ministra rassicura che avremo modo di confrontarci sui decreti attuativi che seguiranno, ma il tempo delle promesse è finito. I fatti dimostrano che la rotta non cambia, ma il servizio civile sì. Senza confronto, senza tregua e senza coordinate.”

Il Forum Nazionale Servizio Civile confermando la "piena disponibilità al confronto su questi temi" e confidando nel fatto che "prima o poi, questo invito venga accolto", si appella al premier: “Per tutte queste ragioni e per l’evidente quanto denunciato disagio in cui versa il servizio civile da quando si è insediato questo governo, chiediamo al presidente Draghi di opporsi all’approvazione in Consiglio dei Ministri di questo disegno di legge delega. Chiediamo inoltre al presidente Draghi di adoperarsi con urgenza per ristabilire quella necessaria, leale, proficua collaborazione tra i livelli dello Stato ed il mondo del servizio civile che ha caratterizzato cinquant’anni di storia e di traguardi, e senza la quale il servizio civile, semplicemente, non esisterebbe”.


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