Economia & Impresa sociale 

“Non uno di troppo”: la rete per salvare i cani randagi

Dopo il successo degli interventi in Romania, l’associazione Save the Dog dal 2019 opera anche nel Sud Italia. Siamo stati 3 giorni con loro in Calabria

di Diletta Grella

Quando arriviamo all’aeroporto di Lamezia Terme c’è un sole tiepido ad accogliere me e Sara Turetta, presidente di Save the Dogs and other Animals. Giuliana Adamo ci aspetta all’uscita del terminal con la sua auto. Nei prossimi tre giorni attraverseremo insieme la Calabria, in particolare le province di Crotone e Cosenza, per conoscere meglio il progetto “Non uno di troppo”, che Save the Dogs sta portando avanti nel Sud Italia dal 2019 e di cui Adamo è la responsabile.
La mission dell’associazione è il contrasto al randagismo e la lotta al sovrappopolamento canino e felino, attraverso la sterilizzazione e l’iscrizione in anagrafe. Il primo programma è partito nel 2002 nel sudest della Romania, un Paese tristemente noto per il numero elevato di cani randagi. Qui, nel 2017, Save the Dogs ha inaugurato una clinica veterinaria apprezzata a livello internazionale per la sua efficienza e bellezza. «Dopo la Romania, abbiamo avviato un programma di sterilizzazione anche in Italia» spiega Turetta. «Siamo partiti tra le province di Napoli e Caserta, in Campania, la regione conta 20mila cani abbandonati. E poi, quest’anno, abbiamo ampliato il progetto alla Calabria. Il nostro compito è andare laddove c’è più bisogno. In pratica finanziamo sterilizzazioni e microchippatura di cani di proprietà e svolgiamo attività di sensibilizzazione con la popolazione locale e con gli amministratori pubblici, richiamandoli alle loro responsabilità».

I canili non servono
La prima meta del nostro viaggio è Crotone, dove incontriamo Rosa Maria Cozza, fondatrice dell’Oasi Rifugio Crotone. «I cani hanno sempre fatto parte della mia vita», racconta. «Ogni volta che ne vedevo uno randagio, lo portavo a casa. Ad un certo punto non ci stavano più e ho costruito questo posto. Al momento ospitiamo cento cani. E ogni anno ne facciamo adottare 300, quasi tutti al Nord o all’estero».
Una volontaria porta a Rosa un cucciolo appena trovato per la strada: «Un tempo erano moltissimi i ritrovamenti in città, ma con le sterilizzazioni, la situazione sta migliorando. I problemi restano nelle campagne intorno a Crotone».
Il giorno dopo, a Cirò Marina, sempre in provincia di Crotone, visitiamo l’Oasi Rifugio Argo partner locale di Save the Dogs. Turetta racconta: «Secondo il Rapporto sul randagismo 2018 della Lav, erano circa 15mila i cani detenuti nel 2017 nei canili calabresi. Da allora le autorità non hanno più fornito alcun dato. La spesa media annua per il mantenimento degli animali nelle strutture e per i risarcimenti (a carico delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona) dovuti agli incidenti causati dai cani randagi, si aggira intorno ai 20 milioni di euro. I canili calabresi sono i più sovraffollati d’Italia, in alcuni ci sono anche 3mila animali. Sterilizzare e iscrivere in anagrafe è fondamentale, o non se ne uscirà mai: i canili servono solo ad arricchire qualcuno, non a risolvere il problema».

La cultura del prendersi cura
A gestire l’Oasi Rifugio Argo è un’altra donna che ai cani ha dedicato gran parte delle sua vita, Caterina Semerano. Semerano ospita 250 animali e ogni anno ne dà in adozione circa 450. «Vedere l’indifferenza che circonda i randagi mi fa sentire impotente», spiega commossa. «Io credo che la sterilizzazione sia un atto di civiltà e di responsabilità, e siamo noi, donne del volontariato, a farcene portavoce».
Caterina ci presenta la veterinaria Francesca Fazio, che collabora con il rifugio e che spiega: «La sterilizzazione è l’arma principale che abbiamo contro il randagismo, considerando che una cagna può partorire anche un paio di volte all’anno, da tre fino a otto cuccioli alla volta».

Nei giorni successivi lasciamo la provincia di Crotone e ci dirigiamo a San Giovanni in Fiore (Cs), la cosiddetta “capitale della Sila”, incastonata a circa mille metri di altezza. Vediamo un cane morto sul ciglio della strada e diversi randagi. Giuliana Adamo ci conferma che in molte regioni del Sud questa è la normalità. Nell’incantevole centro storico di origine medievale, incontriamo Patrizia Carbone, assessore con delega alle Politiche per la tutela del mondo animale. «Il nostro è il primo comune della Calabria ad aver sottoscritto un protocollo d’intesa con Save the Dogs, per realizzare azioni concrete contro il randagismo. In particolare organizziamo giornate di sterilizzazione gratuite per i cani dei nostri concittadini e promuoviamo l’anagrafe canina».
Anche Nuvola Naccarato è una volontaria, oltre che la presidente dell’associazione Amici Animali FeF. «Noi, all’interno di “Non uno di troppo“ ci occupiamo di censire i cani vaganti con l’aiuto di un’app» spiega, «per la prima volta in Calabria avremo dati sui randagi presenti sul territorio. La conoscenza del fenomeno ci permetterà di pianificare interventi mirati».
«Dal 2019 a oggi abbiamo sterilizzato 910 cani tra la Campania e la Calabria e abbiamo investito 145mila euro nel programma “Non uno di troppo”», interviene Turetta. Che conclude: «Ci sono 9 milioni di cani nelle case degli italiani, ma se non impariamo ad assumerci la responsabilità della loro riproduzione, i canili resteranno pieni e le strade brulicheranno di randagi. Con un impatto spaventoso in termini di sofferenza e di costi per la collettività. Il Terzo settore da sempre fa la differenza in questo ambito, ma senza l’impegno delle Regioni e delle amministrazioni comunali non usciremo da un’emergenza indegna di un Paese civile».


Nella foto di apertura, da sinistra a destra, Giuliana Adamo, responsabile di “Non uno di troppo”, Rosa Maria Cozza, fondatrice dell’Oasi Rifugio Crotone Onlus e Sara Turetta, presidente di Save the Dogs


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