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Uomini e donne nel mondo capovolto di Matriarchy

In occasione della Giornata internazionale della Donna l’associazione Mama Chat sceglie l’ironia, meglio l’autoironia per combattere le discriminazioni e difendere i diritti delle donne. Esce infatti oggi il cortometraggio a sfondo sociale in cui si gioca sul paradosso di un mondo in cui a essere discriminati sono gli uomini. Un paradosso straniante per aprire gli occhi sulle disuguaglianze di genere

di Antonietta Nembri

E se a essere discriminati fossero i maschi? Se fossero gli uomini a chiedere più diritti e parità di salario? È questo il mondo paradossale del cortometraggio Matriarchy che Mama Chat lancia in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della Donna. Un modo per dire basta alla retorica delle feste comandate, al fatto che di disuguaglianze si parli soprattutto in occasione di questa “festa delle donne”.

Punta a far riflettere partendo da una situazione paradossale il cortometraggio la cui sceneggiatura è firmata da Carolina de’ Castiglioni.

Mama Chat – non profit premiata per aver ideato il primo servizio online per chiedere aiuto in modo facile, anonimo e gratuito in Europa nel 2017 (ne avevamo parlato qui) – punta a sottolineare in maniera ironica temi importanti legati ai diritti delle donne, al loro ruolo nella società, alle diseguaglianze che le donne e le ragazze vivono sulla propria pelle sin dall’infanzia. Temi cari a Mama Chat che garantisce alle donne l’accesso a informazioni salva-vita e offre supporto psicologico.

Nel mondo capovolto del cortometraggio ad avere una posizione privilegiata sono le donne, mentre a essere discriminati sono gli uomini. La soluzione alla denuncia di un giovane uomo che subisce battutine sessiste e viene ascoltato con condiscendenza è creare una “Festa dell’uomo” e tutti i passaggi dei dialoghi hanno un che di straniante e per certi aspetti urticante con quel velo di comicità che invita a riflettere.


Perché non va dimenticato che sono state 249mila le donne che durante la pandemia hanno perso il lavoro, 96mila di loro sono mamme con figli minori a carico. Il 70% delle ragazze tra i 14 e 18 anni hanno subito molestie e apprezzamenti sessuali in luoghi pubblici. Il 54% di loro si sono sentite spesso svantaggiate per il solo fatto di essere femmine. Sono 1 milione 404mila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro.
Numeri e dati che dicono quanti le disuguaglianze di genere siano ancora presenti e che le pari opportunità sono ancora una meta da raggiungere nel nostro Paese. Resta ancora molto da fare perché le donne e le future generazioni possano vivere liberamente senza essere incasellati in cliché inaccettabili; sarebbe anche ora che una scienziata o un’astronauta non fosse vista come un’extraterrestre.

L’operazione Matriarchy, una campagna sociale che vuol essere un’occasione per far riflettere per «uscire dalla retorica della donna preziosa che viene festeggiata a San Valentino e l'8 marzo con fiori profumati, ma che nel quotidiano viene dimenticata, calpestata e maltrattata. Donne descritte come "la madre di", "la figlia di", "la sorella di". Donne sempre "di qualcuno" prima che professioniste con un nome, un cognome e un titolo» sottolinea Margherita Fioruzzi ceo co-fondatrice Mama Chat (nell'immagine). «Matriarchy vuole ribaltare questo mondo e far aprire gli occhi in modo ironico sulle disuguaglianze di genere che quotidianamente vivono bambine, donne e professioniste. Un fardello sulla vita delle donne che Mama Chat con le sue psicologhe vede ogni giorno. Sempre più ascoltiamo mamme che rinunciano al lavoro – ancora costrette a scegliere tra carriera e figli – donne messe da parte sul lavoro appena annunciano una gravidanza, mamme sole che abbandonano i propri sogni perché relegate a ruoli casalinghi e che, nonostante ciò, vivono con sensi di colpa. L'8 marzo sarà un giorno di festa quando la mimosa sarà simbolo di pari opportunità e rispetto per le donne».

Si continua a festeggiare le donne, con fragile attenzione, in un giorno dove ancora – guardando i numeri della violenza sulle donne e dell’occupazione femminile – c’è ben poco da festeggiare. Matriarchy e il suo cast con Mama Chat punta i riflettori su questo con l’arma dell’ironia che può capovolgere il mondo delle donne di oggi perché, come sottolinea Margherita Fioruzzi, «il futuro sarà migliore se vedrà le donne davvero in campo. Donne leader sottorappresentate, sottovalutate e indebolite per troppo tempo».

«Sogno un mondo in cui mia figlia non subisca condizionamenti che la facciano sentire inferiore a un uomo», osserva Marco Menconi, presidente Mama Chat e manager Boston Consulting Group «Studi sociali hanno rivelato come le bambine già a sei anni pensano di essere meno capaci in materie scientifiche e matematiche rispetto ai loro coetanei maschi. Queste disuguaglianze si rispecchiano a scuola, a casa, nel mondo del lavoro e in famiglia. Sono da eradicare con forza. Noi uomini facciamo parte di questo cambiamento e siamo tenuti a denunciare ogni tipo di atteggiamento che possa minare il rispetto alle donne di qualunque età. Il nostro impegno con Mama Chat è partecipare al cambiamento di questa cultura per garantire un mondo più giusto e meno violento per le donne di oggi e domani».

Girato dalla casa di produzione Ohana Creative Studio, il cortometraggio è interpretato da Carolina de' Castiglioni, Cecilia Dazzi, Jane Alexander, Valentina Melis e Pierluca Mariti per la regia di Claudia Campoli. Come spiega Carolina de’ Castiglioni sceneggiatrice e attrice «Matriarchy nasce con l'intento di sottolineare quanto le feste e gli anniversari possano essere futili se concepite come strategie di marketing e non come occasione per riflettere e cambiare concretamente le cose. Penso che il mezzo cinematografico sia uno strumento potentissimo, in grado di far ridere, piangere e, soprattutto, empatizzare. Spero che l'ironia di Matriarchy arrivi anche a chi non ritiene che la discriminazione di genere sia un vero problema».

Immagini fornite da Ufficio stampa


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