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La tutela degli anziani nella riforma dell’assistenza

Unità d'intenti tra le associazioni del sociosanitario e monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione ministeriale per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana. Agespi, Anaste, Aris e Uneba condividono la visione complessiva del Documento presentato

di Redazione

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I presidenti delle associazioni che rappresentano la stragrande maggioranza dei servizi socio-sanitari domiciliari, semiresidenziali e residenziali: Mariuccia Rossini di Agespi– Associazione gestori servizi sociosanitari e cure post intensive; Sebastiano Capurso di Anaste – Associazione nazionale strutture territoriali e per la terza età; Padre Virginio Bebber di Aris – Associazione religiosa istituti socio sanitari e Franco Massi di Uneba- Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale hanno incontrato lo scorso 17 marzo mons. Vincenzo Paglia presidente della Commissione ministeriale per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana, con il prof. Leonardo Palombi, segretario della suddetta Commissione.

In una nota congiunta le organizzazioni fanno sapere che i presidenti delle quattro associazioni si sono trovati unanimi nel condividere la visione complessiva del Documento presentato da Mons. Paglia e dal Prof. Palombi, che sarà alla base del Disegno di Legge Delega incentrato sui servizi di assistenza e cura degli anziani.
In particolare i rappresentanti delle associazioni hanno convenuto sul principio per cui la tutela delle persone anziane vada inteso come un elemento “universale, multilivello e interistituzionale” nel quale la dimensione della “qualità della vita”, con al centro il tema delle relazioni sociali e personali debba assumere un significato centrale nel nuovo modello di presa in carico, che deve saper sviluppare un continuum assistenziale tra la propria casa e la pluralità dei servizi esterni.

Tale centralità trova concreta attuazione nel sistema di valutazione rivolto a tutta la popolazione anziana – partendo dalle persone over 80 – capace di realizzare una presa in carico sia sociale che sociosanitaria e di unificare gli interventi monetari (Inps) con quelli di natura sociale e quelli di natura sanitaria e socio-sanitaria.

Tutti i presenti – continua la nota – hanno espresso la comune convinzione che la tutela delle persone anziane si realizza attraverso un continuum di servizi volti a favorire la dimensione della vita di relazione attraverso l’assistenza al domicilio, l’assistenza semiresidenziale e residenziale.
Si è convenuto sul fatto che, per le persone anziane, il domicilio e la loro famiglia debbano essere considerati il luogo privilegiato per la “presa in carico” attraverso un Servizio Domiciliare Unificato (Sdu) e continuativo capace di superare la frammentazione degli interventi tra la dimensione socio-sanitaria (Adi) e quella socio-assistenziale (Sad).

Si è concordato sull’esigenza di modificare l’assetto dei servizi residenziali dando vita a servizi articolati per tipologia di persone cui sono destinati e strutturati, nel caso delle Rsa, per nuclei distinti per tipologie di cure assicurate e per tipologia di bisogno di cui farsi carico.
Si è pertanto considerata l’importanza che le Rsa siano considerate un “patrimonio” del territorio e divengano sempre più “Centri Multiservizi” di prossimità capaci di rispondere, oltre che ai bisogni residenziali, anche ai bisogni domiciliari e di assistenza diurna aprendosi ad una relazione dinamica con il territorio di appartenenza.

In questo senso tutti i partecipanti hanno sottolineato l’importanza che le nuove Rsa siano aperte ai territori, alle famiglie, al volontariato, in un lavoro di rete e di interscambio, nella convinzione che tale approccio costituirà un argine importante allo spopolamento, al declino demografico ed alla oggettiva mancanza di servizi in alcune aree del Paese.
A conclusione dell’incontro tutti i presenti si sono riservati di stabilire modalità di confronto periodico al fine di proseguire nel lavoro avviato.


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