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Cooperazione & Relazioni internazionali

Dalla Puglia all’Ucraina per portare venti quintali di aiuti. Il viaggio di tre volontari

Il gruppo è partito da Foggia per raggiungere la città di Brăila, in Romania, al confine con l'Ucraina, dove ha consegnato tutto il materiale raccolto attraverso le donazioni di tante persone ad una struttura gestita dalle suore Clarisse, che sta accogliendo bambini scappati dal conflitto

di Emiliano Moccia

“Ci portiamo dietro emozioni forti, contrastanti. Quella della gioia, per essere riusciti a realizzare questa missione donando tutto quello che abbiamo raccolto in poco più di una settimana grazie alla solidarietà di tante persone. E quella della tristezza, perché da quelle parti la realtà è molto pesante. Mi affiorano alla mente i tanti volti che abbiamo visto, quelli dei bambini che si trascinavano per le strade con peluche, giornaletti, piccoli oggetti che spuntavano dai loro zainetti; i numerosi animali, come cani e gatti, ormai abbandonati che giravano affamati in cerca di cibo; gli anziani, con i loro occhi spaesati, lo sguardo assente, che vagavano senza una meta dopo aver perso tutto, come se non avessero capito quello che stava succedendo, che quella che stavano vivendo era proprio una guerra”. Jole Figurella, è la presidente dell’associazione Il Cuore Foggia che attraverso la clownterapia porta sorrisi e spensieratezza nelle corsie degli ospedali, nelle carceri, nei luoghi di sofferenza della Capitanata. Per questo, ha voluto mettere al servizio del popolo ucraino lo spirito di solidarietà che contraddistingue il suo percorso di volontariato. E lo ha fatto in compagnia di altri compagni di viaggio, Mario Ilio Guadagno, presidente di ERA Foggia, e Pasquale Festa, presidente di ERA Isole Tremiti. Con loro ha vissuto un viaggio di quattro giorni, andata e ritorno senza sosta, che da Foggia li ha portati al confine con l’Ucraina, a Brăila, una città della Romania dove hanno donato venti quintali di materiale alla Fundatia Surorile Clarise, una struttura gestita dalle suore Clarisse che stanno ospitando bambini e ragazzi rifugiati dal conflitto.

Grazie a due mezzi, un pick-up con carrello e un Renault Traffic, hanno portato medicinali, materiale sanitario, alimenti di prima necessità, omogeneizzati, latte in polvere, pannolini e materiale elettrico. “Il frutto di una raccolta che ha coinvolto le nostre comunità, nata come piccola iniziativa spontanea, che poi si è trasformata in una catena di solidarietà che ha coinvolto tutta la città di Foggia, estendendosi alla provincia, dai Monti Dauni al Gargano” spiega Figurella a Vita, mentre con gli altri volontari è in viaggio per rientrare in Puglia. “Abbiamo fatto una raccolta di materiale precisa, in base alle richieste che ci erano pervenute dalle suore. Grazie alla solidarietà di tante persone abbiamo raccolto circa venti quintali di roba tra viveri per bambini, pannolini, latte in polvere, pastina, ma anche alimenti per adulti. Ma la richiesta più importante che abbiamo soddisfatto è stata quella relativa ai farmaci. Io sono una sanitaria per cui sono riuscita a far girare la voce tra i miei colleghi ed abbiamo portato molti farmaci pediatrici, kit chirurgici e kit traumatologici che servono nelle aree più critiche. In questo caso” consiglia la volontaria “è molto utile per chi volesse fare spedizioni, soprattutto se si tratta di medicinali, scrivere i nomi dei farmaci e dei loro principi attivi in rumeno o nelle lingue dei Paesi in cui vengono portati, perché diventa molto più semplice individuarli e capire di che farmaco si tratta”.

Tutto il materiale raccolto, dunque, “lo abbiamo depositato in un’area di stoccaggio che si trova dopo Brăila, sulla linea di confine tra la Romania e l’Ucraina. Siamo stati aiutati da oltre trenta volontari del luogo più le suore. Chi ha donato aveva scritto frasi, biglietti, realizzato disegni che abbiamo lasciato, perché se è importante aiutare queste persone con beni materiali, è anche importante far sentire la nostra vicinanza sul posto, la solidarietà”. Ora il materiale sarò messo a disposizione della casa di accoglienza gestita dalle suore Clarisse. “Di solito ospitano bambini rumeni provenienti da famiglie con disagio, ma in questa fase stanno accogliendo i bambini ucraini scappati dalla guerra. Hanno accolto primi trenta ragazzi. Le difficoltà sono diverse; innanzitutto perché non riescono a comunicare con la lingua e per facilitare il loro processo di integrazione le suore hanno chiamato degli interpreti. Poi i bambini hanno uno sguardo perso, alcuni di loro non hanno la percezione di quello che sta accadendo, pensano di poter tornare a breve nel loro Paese, nelle loro case, e magari di potersi portare anche la suora che gli sta ospitando”.

Dopo aver toccato Grecia, Bulgaria, costeggiato la Macedonia, il gruppo di volontari è arrivato in Romania per concludere la missione. “A Brăila la situazione è più tranquilla” prosegue Figurella “non si percepisce molto che lì vicino è in atto un conflitto bellico. Abbiamo visto tanta solidarietà da parte del popolo rumeno. Molti cittadini fanno la spola da una parte all’altra del fiume Danubio per aiutare donne e bambini che uscivano dai confini dell’Ucraina che dovevano poi proseguire verso altri luoghi per mettersi al sicuro”.

Dopo la consegna, il gruppo si è subito rimesso in cammino. In questi giorni attraverso facebook hanno raccontato tutto quello che è successo Hanno mostrato foto, video, documentato tutta l’iniziativa, perché “ha coinvolto davvero tante persone che hanno donato qualcosa ed era giusto condividere con loro il frutto di questo percorso fatto insieme”.