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Economia & Impresa sociale 

Friuli, associazioni e aziende insieme per i minori non accompagnati

A Fagagna, in provincia di Udine, è stato inaugurato un alloggio dove risiederanno alcuni diciottenni, prima ospiti di una struttura per minori stranieri non accompagnati gestita dall'ong Oikos, che hanno trovato un impiego grazie alla collaborazione tra l'associazione e le realtà produttive del territorio.

di Veronica Rossi

"Fare una buona integrazione non sempre è facile: bisogna vincere le resistenze del territorio dando esempi concreti e stimolando la conoscenza reciproca. Il progetto dell’appartamento per l’autonomia, che aiuta i migranti neomaggiorenni a inserirsi nel mondo del lavoro e nel tessuto sociale in cui vivono, è sicuramente una buona pratica da seguire". A parlare è Roberto Lizzi, il responsabile commerciale di Snaidero, azienda di Majano, in provincia di Udine, che da oltre 70 anni produce mobili e cucine ed è ora la prima in Italia per dimensioni. L’impresa ha appena donato una delle sue creazioni a Oikos onlus, Ong udinese che si occupa, tra le altre cose, di accoglienza di minori stranieri non accompagnati e che ha una struttura a Fagagna, a pochi chilometri dal mobilificio. Il 3 marzo l’associazione ha tagliato il nastro di un nuovo appartamento in cui risiederanno alcuni giovani appena usciti dalla minore età, che lavoreranno nelle realtà produttive del territorio.

"Questo progetto", spiega Anna Paola Peratoner, la coordinatrice dell’accoglienza per Oikos "nasce dall’esigenza di continuare a sostenere i ragazzi anche dopo i 18 anni, quando termina il percorso all’interno della nostra struttura. Volevamo evitare che finissero all’interno di situazioni poco piacevoli, partendo per altre zone d’Italia". Le aziende del Friuli collinare, dal canto loro, hanno una necessità da soddisfare: manca manodopera per le attività produttive. Quindi, perché non mettere insieme questi due bisogni? Oikos costuisce per ciascuno dei suoi ospiti un percorso individualizzato, in modo da valorizzare l’esperienza, le competenze e le capacità di ciascuno, con lo scopo di favorire l’inserimento lavorativo all’interno delle fabbriche e delle realtà produttive del territorio, con cui l'associazione è in dialogo e in relazione costante.

Una delle realtà con cui Oikos è in contatto è la multinazionale doliciaria francese Bouvard, che ha una sede proprio a Fagagna. «Siamo venuti a conoscenza di questa associazione quasi per caso", racconta Angela Maraldo, la HR manager, "attraverso una conoscenza in comune. Sia io che l’amministratore delegato siamo sensibili a questi temi e così abbiamo deciso di conoscere meglio la comunità per minori stranieri non accompagnati". La responsabile del personale dell'azienda è rimasta colpita dal clima che si respira nella struttura: c'è una grande attenzione ai bisogni di ognuno, ci sono regole condivise e corsi orientati al reale inserimento dei ragazzi sul territorio. È così che l’azienda ha deciso di far parte della sperimentazione e di accogliere, tra i propri dipendenti, uno dei migranti neomaggiorenni. "Abbiamo iniziato un percorso con un giovane", afferma Maraldo, "a cui noi abbiamo fatto solo la formazione sulla sicurezza, mentre al resto ha pensato Oikos, che l’ha preparato alle nostre esigenze. Ci siamo trovati davvero molto bene, così abbiamo inserito altre tre persone e un’altra ancora la assumeremo ad aprile".

Anche Snaidero è rimasta colpita dall’innovatività del progetto di avviamento al mondo del lavoro dell’associazione. "Quando abbiamo saputo delle attività della struttura, abbiamo incontrato la coordinatrice", spiega Lizzi, "che ci ha spiegato questa straordinaria iniziativa: abbiamo aderito subito, non solo perché si tratta di un gesto solidale, ma anche per le nostre necessità. Abbiamo continuamente bisogno di nuove maestranze sul territorio, perché, purtroppo, non siamo inseriti come altre aziende italiane in un distretto del mobile". L’impresa, quindi, ha in programma di fare un’analisi delle proprie esigenze in termini di manodopera e di collaborare con Oikos per trovare dei dipendenti da collocare. Visto che gli spostamenti potrebbero essere un problema la Snaidero è anche intenzionata a chiedere al Comune di Majano di mettere a disposizione un alloggio, in un delle unità abitative che ha a disposizione. "In questa iniziativa vincono tutti", continua Lizzi, "le persone che ottengono un impiego, le aziende del territorio che trovano maestranze e il tessuto sociale che viene rivitalizzato».

Una volta avuto il lavoro, però, gli ex ospiti dell’associazione hanno bisogno di una casa. "Capita spesso che i ragazzi non riescano subito a trovare un appartamento, anche perché non hanno subito il denaro sufficiente", dice Peratoner. "Abbiamo pensato così di chiedere un appartamento al Comune di Fagagna, a cui paghiamo un affitto. Gli inquilini, però, pagano parte delle spese con i loro guadagni". L’idea è che questa abitazione sia solo un soluzione di passaggio, che avvii i neo-maggiorenni verso una vita autonoma.

"I ragazzi sanno di avere delle tempistiche, tre, sei o al massimo nove mesi per fare un percorso di risparmio e trovare una casa", conclude Peratoner."Vorremmo che questo appartamento fosse un trampolino di lancio, in cui i nostri ospiti imparino a gestire la quotidianità di un’esistenza indipendente, dal pagamento delle bollette alla spesa per prepararsi i pasti".


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