Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Pace in Ucraina. Mandate i Corpi Civili di Pace italiani

L'idea fu di Alex Langer, ma furono introdotti solo con la Finanziaria 2014 e incardinati come parte del Servizio civile, i Corpi Civili di Pace (CCP) sono un caso unico nel panorama europeo e mondiale. Vita, insieme a decine di realtà del Terzo settore, ha sottoscritto una petizione al Ministro Di Maio affinché finanzi i Corpi Civili di Pace come “via innovativa di risoluzione del conflitto”. Cosa sono, come funzionano i CCP e perchè non escono dalla fase di sperimentazione

di Luca Cereda

Papa Francesco nel 2016 in piazza San Pietro salutando i ragazzi che iniziavano il Servizio civile diceva: «Imparate a difendere i valori di Pace in cui credete». E mai come in questo momento storico, il valore da difendere è la Pace. Ma come, con le armi? No, con gli “strumenti” della pace. Perché la storia insegna che la guerra produce solo la “pace” dei cimiteri, come stiamo vedendo da oltre un mese a questa parte».

Per evitare che la pace dei cimiteri e delle fosse comuni di Maripuol sia come quella di Guernica, Vita, insieme a decine di realtà del Terzo settore, ha sottoscritto una petizione al Ministro Di Maio affinché finanzi i Corpi Civili di Pace (CCP) come “via innovativa di risoluzione del conflitto”. Di Maio infatti dispone della delega alla cooperazione internazionale e ascoltando la società civile potrebbe incominciare una grande ed inedita operazione di pace finanziando l’entrata in Ucraina dei Corpi Civili di Pace.

Per attivare i CCP in Ucraina non mancano i fondi, ma la volontà politica

Per la società civile, il governo italiano potrebbe già ora sostenere questa operazione di nonviolenza attiva. Ad oggi i giovani nei Corpi Civili di Pace sono 160 anche se annualmente per il contingente dei CCP dovrebbe formare e attivare 500 giovani. Questa carenza non è un problema di budget, per Licio Palazzini, presidente della Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile (Cnesc): «Il dipartimento del Servizio civile, che fa capo al Ministro per le politiche giovanili guidato oggi da Fabiana Dadone, ha ereditato per questo servizio la parte dei 9 milioni di euro nel 2017, non ancora impegnati. Infatti per i 160 giovani che hanno intrapreso il servizio nei CCP sono stati spesi circa 4 milioni». Gli altri 5 milioni il dipartimento li dovrebbe rendere operativi entro la fine del 2022: «Significa – aggiunge il presidente di Cnesc Palazzini – che entro un paio di mesi il Dipartimento potrebbe mettere online un bando per progetti per i Corpi di Pace, usare poi l’estate per l’approvazione delle iniziative presentate, dopodiché si fanno le selezioni ed entro dicembre partono le esperienze per almeno altri duecento giovani». Questa scadenza sarebbe significativa dal punto di vista simbolico, perché sono esattamente 50 anni dalla sottoscrizione della legge sull’obiezione di coscienza, la legge 772 del 15 dicembre 1972.

Dal 2014 l'Italia ha speso 190 miliardi di euro in #SpesaMilitare ma non è riuscita a spendere 9 milioni per sperimentazione #CorpiCiviliPace

La forza della nonviolenza opposta alla scia di morte della guerra

Anche se la guerra – come ci si augura – dovesse terminare in pochi giorni, la scia di morte e distruzione sarà molto lunga: durerà anni. Perché non pensare di coinvolgere i Corpi civili di Pace, in un grande progetto che veda la presenza, già nelle prossime settimane, dei nostri giovani e delle nostre organizzazioni sia in Ucraina – quando le armi saranno posate -, sia nei Paesi confinanti? Per i giovani oggi scegliere di fare il Servizio civile non può non significare un’opzione chiara per il rifiuto delle armi, per una difesa civile e non armata, per la nonviolenza. Per questo i CCP italiani sarebbero alfieri della pace da ricostruire in Ucraini e dell’est Europa rientrando in azioni di pace non governative promosse da realtà italiane.

I CCP sono di fatto un’iniziativa di volontariato, un’esperienza civica e civile che ha infatti l’obiettivo di ricercare soluzioni alternative all’uso della forza militare e di promuovere la solidarietà e la cooperazione a livello nazionale ed internazionale, con particolare attenzione alla tutela dei diritti umani e sociali, alla parità di genere, ai servizi alla persona e all’educazione alla pace fra popoli.

Come nascono e cosa fanno i Corpi Civici di Pace

Nel giugno 1995, nel pieno della crisi Jugoslava, dopo il drammatico appello per l’intervento internazionale volto a rompere l’assedio di Sarajevo (“L’Europa nasce o muore a Sarajevo”), Alex Langer immagina una vera e propia forza disarmata, costituita “dall’Unione Europea sotto gli ascupici dell’ONU”, inizialmente composta da almeno un migliaio di persone, tra professionisti e volontari, ma tutti perfettamente formati ed equipaggiati per intervenire nei conflitti internazionali prima dell’esposione della violenza e capaci di rimanervi efficacemente anche durante la fase acuta. Il corpo di pace, scrive tra l’altro Langer “nel fare ciò ha solo la forza del dialogo nonviolento, della convinzione e della fiducia da costruire o restaurare. Agirà portando messaggi da una comunità all’altra. Faciliterà il dialogo all’interno della comunità al fine di far diminuire la densità della disputa. Proverà a rimuovere l’incomprensione, a promuovere i contatti nella locale società civile. Negozierà con le autorità locali e le personalità di spicco. Faciliterà il ritorno dei rifugiati, cercherà di evitare con il dialogo la distruzione delle case, il saccheggio e la persecuzione delle persone. Promuoverà l’educazione e la comunicazione tra le comunità. Combatterà contro i pregiudizi e l’odio. Incoraggerà il mutuo rispetto fra gli individui. Cercherà di restaurare la cultura dell’ascolto reciproco. E la cosa più importante: sfrutterà al massimo le capacità di coloro che nella comunità non sono implicati nel conflitto (gli anziani, le donne, i bambini)”

Nella legge di stabilità 2014-, grazie ad un emendamento di SEL, si istituisce un contingente di corpi civili di pace. Si tratta di un finanziamento di 9 milioni "destinati alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governativa nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto". Il finanziamento viene agganciato alla legge sul servizio civile nazionale ed in particolare all'articolo 12 che regola il servizio civile all'estero. Non esiste in Italia una legge sui "corpi civili di pace" e l'unico modo per dare vita a questa esperienza era quella di agganciarla ad una legge esistente, quella del servizio civile nazionale. Sempre nel 2014 viene depositata una proposta di legge di iniziativa popolare ma che rimane nei cassetti del Parlamento.

I Corpi Civili di Pace agiscono in qualità di difensori dei diritti umani e operano per prevenire l’aggravarsi della situazione e per trasformare il conflitto attraverso attività di mediazione, dialogo, riconciliazione, informazione, promozione dei principi democratici, entrando direttamente nelle comunità che hanno bisogno di sostegno. L’intervento dei Corpi Civili di Pace si espleta in vari campi di azione: come a sostegno ai processi di democratizzazione, di mediazione e di riconciliazione – e questo sarebbe il motivo per portare i CCP in Ucraina dopo l’auspicato cessate il fuoco -. Un’altra prerogativa dei CCP è quella di dare sostegno alla società civile locale, anche tramite l’attivazione di reti tra persone, organizzazioni e istituzioni, per la risoluzione dei conflitti e il monitoraggio del rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario. Anche questi aspetti, iscritti nel Dna dei Corpi Civili di Pace e a cui i ragazzi vengono formati, sarebbero essenziali per portare la pace in Ucraina. Così come il loro supporto per le attività umanitarie, incluso il sostegno a profughi, sfollati e migranti, il reinserimento sociale degli ex-combattenti.

In Ucraina, i Corpi Civili di Pace possono costruire una Pace davvero duratura?

Il Corpi Civili di Pace – in Ucraina e sui confini del Paese martoriato dalla guerra russa, soprattutto quello polacco dove si trovano ora la maggior parte dei profughi -, se attivati avrebbero l’obiettivo di lavorare su soluzioni alternative all’uso della forza, anche militare, per la risoluzione dei conflitti. Sarebbero portatori di Pace. Sulla base del regolamento vigente oggi, per prende parte ai CCP bisogna avere tra i 18 e i 28 anni, ed essere in possesso dei seguenti requisiti: cittadinanza italiana, di uno degli Stati membri dell’Unione Europea o regolarmente soggiornante in Italia; non aver una condanna pendente anche non definitiva avere almeno un titolo di studio di scuola secondaria di secondo grado, e conoscere l’inglese al livello B2 o una seconda lingua straniera funzionale al progetto.

Il significato profondo della petizione firmata anche da Vita e diretta al Ministro Di Maio – e indirettamente alla Ministra Dadone che dispone di quei 5 milioni destinati proprio ad attivare i servizi dei CCP -, è quella di lavorare su una terza via: il governo italiano potrebbe immediatamente finanziare un’operazione di salvataggio – come si sarebbe dovuto, e si potrebbe ancora fare, nel Mar Mediterraneo -, organizzando in prima battuta l’entrata in massa di volontari disarmati in Ucraina, che andrebbero nel Paese al solo fine di aiutare le operazioni di evacuazione, per mettere in salvo le persone che sono nascoste nei rifugi, nelle chiese, nei teatri, portando cibo ed acqua: far avanzare i Corpi Civili di Pace darebbe il via ad un’operazione nonviolenta per costruire una Pace davvero duratura.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA