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Cinque proposte per l’accoglienza dei minori ucraini

Una figura straordinaria e dedicata, garante di tutto ciò che riguarda i minori ucraini, non solo quelli non accompagnati. La registrazione biometrica di tutti alla frontiera, percorsi child friendly, formazione per le famiglie accoglienti e per le scuole, investimenti per l'istruzione. Ecco le proposte del Pd

di Sara De Carli

Cinque proposte immediate al Governo, per la tutela dei minori profughi dall’Ucraina. Sono quelle che ha presentato questa mattina il Pd, in particolare con Paolo Siani e Paolo Lattanzio, rispettivamente vice presidente e capogruppo dem in Commissione Infanzia e Adolescenza, con Debora Serracchiani e Beatrice Lorenzin. Nei giorni scorsi la Commissione Bicamerale Infanzia ha avviato un ciclo di audizioni sull'affare assegnato n. 1122, sulle iniziative da adottarsi a favore dei bambini e degli adolescenti che si trovano in Ucraina e dei profughi minori di età provenienti da questa zona di conflitto.

«Fin dall’inizio dell’attacco russo in Commissione Infanzia abbiamo iniziato a occuparci dei bambini e delle bambine ucraini. È necessario avere un’attenzione specifica al dramma nel dramma che stanno vivendo i bambini e le bambine in fuga dai bombardamenti. Non solo perché l’accoglienza ai profughi è una componente fondamentale della strategia di contrasto alla tensione ma anche perché è un dovere di sensibilità sul quale l’Italia storicamente è in prima linea», ha detto Lattanzio. Le proposte all’esecutivo Draghi «sono un obiettivo ambizioso ma puntuale e concreto. Arrivano dopo primo ciclo di audizioni in commissione Infanzia e riguardano le tre fasi dell’esperienza migratoria forzata: lo sfollamento, il raggiungimento dei confini che è un momento critico rispetto al rischio tratta e l’accoglienza in Italia».

Primo tema è la governance, con la richiesta di «istituire una figura specifica in Italia che abbia la regia della cura dell’infanzia lungo il tempo dell’emergenza, con la responsabilità generale di quel che succede», dice Lattanzio. Una figura differente da quella – già esistente – della Prefetto Francesca Ferrandino, nominata Commissario delegato per i minori non accompagnati. «Deve essere una figura garante per tutti i minori ucraini, che presentano fra loro situazioni molto diversificate».

La richiesta fondamentale è l'identificazione dei bambini, con l’attivazione della registrazione biometrica ai confini: «Si tratta di mettere in campo a livello di Ue un meccanismo stile Frontex per interrompere e frenare la tratta e garantire un ricongiungimento familiare quando sarà terminata la guerra. Molti minori arrivano senza documenti o con documenti difficilmente leggibili e codificabili da noi. in molti casi i tutori sono i responsabili degli istituti in cui i bambini vivevano ma altre volte capita che per ragioni di emergenza i bambini viaggino con adulti su cui non si hanno informazioni certe. Identificarli e avere certezza rispetto ai percorsi in cui vengono inseriti è l’unico modo per proteggerli e poter garantire poi il ricongiungimento con le loro famiglie». A guidare l’intervento, in questo senso, «credo debbano essere i Tribunali per i Minorenni, non si può pensare ad adozioni in tempi di guerra».

Dopo la governance c’è la presa in carico, la cura dell’accoglienza: «Ogni spazio in cui transitano i minori deve essere child friendly, dal luogo in cui avviene la registrazione agli ospedali, devono esserci personale dedicato e competente, non solo sulla mediazione linguistica ma anche culturale, con materiale in doppia lingua. Alla frontiere rumena c’erano i clown che spiegavano ai bambini, con cartelli, cosa sarebbe successo. Così come noi per le vaccinazioni pediatriche per il Covid 19 abbiamo fatto percorsi e linguaggi specifici», dice Lattanzio.

Nella cura, è necessario dare la possibilità di formarsi ed essere accompagnati per tutti quelli che sono entrati nella rete accogliente: la famiglie, ma anche le scuole, in Italia ma anche alle frontiere. Lunedì 4 aprile erano già 10.064 alunni i ragazzi ucraini accolti nelle scuole italiane. Di questi 1.930 nella scuola dell'infanzia, 4.876 nella scuola elementare, 2.467 nella secondaria di I grado, 791 nella secondaria di II grado. L'istruzione sarà quindi una sfida cruciale: «Il ministro dell’Istruzione ha ben chiara la necessità di dedicare un’attenzione particolare, si è mosso per tempo, quest’anno scolastico lo portiamo a casa, in molti stanno facendo la dad, il vero punto interrogativo sarà l’anno prossimo perché è imponderabile il numero dei bambini e dei ragazzi che ci saranno. Noi sappiamo che per ogni giorno che loro sono qui dobbiamo essere pronti ad accoglierli al meglio, con materiali in due lingue, con mediatori. Significa che dobbiamo assumerci il rischio di investire per più alunni di quelli che poi magari effettivamente ci saranno». In audizione in Commissione cultura il ministro Bianchi ha già dichiarato, ricorda Lattanzio, che il ministero «metterà in campo ogni utile attività finalizzata all’avvio del prossimo anno scolastico, quali a titolo di esempio l’attuazione di un Piano Estate ad hoc che consenta una proposta educativa di consolidamento dell’apprendimento della lingua italiana L2 in un percorso condiviso con i pari nonché di attività di socializzazione, culturali, artistiche e sportive»: non semplici corsi di italiano, quindi, ma Patti educativi di comunità, aperti al territorio, con la possibilità di coinvolgimento dei cittadini ucraini che sono docenti.

Il Pd chiede che il Governo si faccia carico urgentemente della questione, anche in Europa, per la creazione di una task force europea dedicata all’emergenza infanzia, con una particolare attenzione alla cura dei bambini con disabilità grave, ai malati oncologici e allo shock post traumatico da guerra.


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