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Economia & Impresa sociale 

Colao: «Così il Pnrr aiuterà il Terzo settore»

Il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale è intervenuto questa mattina al XXV Congresso nazionale Acri, in corso di svolgimento a Cagliari. «La tecnologia digitale dovrebbe ridurre le disuguaglianze, in verità non sempre è così. La digitalizzazione deve essere utilizzata per chiudere i divari tra territori e di genere, oltre a quelli sociali. Con Acri abbiamo siglato un protocollo d’intesa, il “Fondo Repubblica digitale”, che prevede 330 milioni in cinque anni».

di Luigi Alfonso

Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, è intervenuto questa mattina al XXV Congresso nazionale Acri, in corso di svolgimento a Cagliari. «La tecnologia digitale dovrebbe ridurre le disuguaglianze, in verità non sempre è così», ha esordito. «Ne abbiamo avuto la riprova soprattutto durante la pandemia, per esempio nell’ambito scolastico: molti studenti non hanno avuto accesso alle nuove modalità di istruzione, più al Sud che al Nord, mentre altri bambini e ragazzi si sono trovati in una condizione di privilegio. La digitalizzazione deve essere utilizzata per chiudere i divari tra territori e di genere, oltre a quelli sociali. Il Pnrr spesso viene visto, anche con qualche ragione, come un insieme di misure strategiche un po’ troppo tecnocratiche, anche quando consentono di fare progetti di spessore. Noi vogliamo invece che sia una grande leva per contrastare le disuguaglianze, agendo su tre pilastri fondamentali: infrastrutture (la banda larga consente di evitare l’esclusione di intere generazioni e di territori alle varie opportunità), servizi (la digitalizzazione deve riavvicinare i cittadini alla Pubblica amministrazione, per esempio in ambito sanitario, e garantire pari diritti a tutti anche con interventi specifici per le categorie più svantaggiate) e competenze (senza queste, non avrebbero successo i due punti precedenti, nonostante le tante risorse messe in campo: abbiamo pensato a una serie di interventi, come l’iniziativa con il Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile digitale, con i ragazzi che andranno a spiegare ai più anziani cosa fare. Il Servizio civile digitale prevede che ci siano 10mila volontari entro il 2024; altre misure riguardano più espressamente i giovani). I centri di facilitazione territoriale saranno i punti di appoggio per imparare. Con Acri abbiamo siglato un protocollo d’intesa, denominato “Fondo Repubblica digitale”, che prevede importanti risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e sarà dedicato sostanzialmente al Terzo settore con progetti regionali e locali che interverranno sul territorio per permettere ai cittadini di imparare il mondo digitale negli aspetti più vari della loro vita quotidiana. Saranno progetti gestiti sul territorio da volontari e amministrazioni locali per raggiungere tutti e non lasciare indietro nessuno. Complessivamente sono circa 500 milioni di euro, l’accordo con Acri mette la fetta più grossa, con 330 milioni in cinque anni».

«Insieme al mondo delle Fondazioni – ha proseguito il ministro Colao – vorremmo individuare i progetti più meritevoli, innovativi ed efficaci del Terzo settore. Questa mi sembra l’unica misura del Pnrr riservata interamente al Terzo settore, e mi piacerebbe che diventasse una best practice da replicare. Sarebbe bello che emergesse una grande varietà di progetti, in modo da accontentare tutti i settori: un’opportunità che premi gli imprenditori sociali più ingegnosi, ma anche una leva per le Fondazioni per aiutarli a crescere. Occorre un approccio rigoroso: il Comitato scientifico che abbiamo creato deve misurare i risultati. È un banco di prova per comprendere chi va meglio, chi ha più coraggio nel provare e sperimentare. La tecnologia non è a priori inclusiva ma può essere un alleato importante per affrontare l’esclusione e le disuguaglianze. Il legame tra pubblico, privato, università e Terzo settore è strategico e può rendere più forte il Paese, senza lasciare nessuno indietro».


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