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Varese: sempre più precoci e numerosi i comportamenti disfunzionali tra i ragazzi

Tra aprile e dicembre 2021 sono stati somministrati più di 5000 questionari all’interno di Istituti superiori e quasi 1000 alle scuole medie della provincia di Varese. Il 58% ha già o sta seguendo una terapia psicologica. Il 53% del campione afferma di aver già giocato d’azzardo (27% alle medie)

di Simone Feder

Tra aprile e dicembre 2021 sono stati somministrati più di 5000 questionari all’interno di Istituti superiori e quasi 1000 alle scuole medie della provincia di Varese.

Farsi aiutare dai giovani per capirli ed entrare in un mondo sempre più lontano dal mondo adulto è oggi la strada necessaria da perseguire nella costruzione di progetti di prevenzione mirati e rispondenti ai veri bisogni.

Circa 2 giovani su 10 non vivono con entrambi i genitori, in particolare il 14% senza la figura paterna. Le attività più ricercate dai giovani sono: uscire con gli amici, navigare in internet e ascoltare musica. Da evidenziare come l’81% dei giovani dichiara di non frequentare associazioni giovanili.

Il mondo virtuale è sempre particolarmente ‘vissuto’, nello specifico il 52% delle ragazze dichiara di dedicare quotidianamente più di due ore al giorno a chattare, mentre il 26% dei ragazzi a giocare con i videogames (aspetto che diminuisce con il crescere dell’età).

Lo smartphone ancora resta quasi un’appendice del corpo, il 52% dei giovani dichiara di tenerlo acceso di notte e il 53% delle ragazze di usarlo in ogni momento libero. Circa il 45%, quasi un giovane su due, non ritiene più facile relazionarsi di persona che via web e il 42% dei ragazzi delle superiori conosce coppie di coetanei che si scambiano immagini provocanti.

Il fenomeno del cyber bullismo sembra essere meno sentito a differenza di atteggiamenti violenti ripetuti nella realtà, il 49% alle medie il 56% alle superiori dichiara di essere stato vittima di bullismo.

Preoccupa la ricerca e l’avvicinamento sempre più precoce a comportamenti disfunzionali. Il 14% dei giovani degli istituti di primo grado ha già speso soldi in azzardo e il 53% del campione afferma di aver già giocato d’azzardo (27% alle medie). Il 23% dei giovani ha parenti che giocano abitualmente d’azzardo, solitamente sono proprio i genitori ad avvicinare i giovani alla prima ‘giocata’

Il 48% dei giovani del campione delle scuole superiori dichiara di essersi già ubriacato e il 6.4% di loro lo fa settimanalmente nel fine settimana. Le motivazioni negli anni si sono spostate da imitazione dei coetanei ad affrontare momenti difficili (27%).

Circa 7 ragazzi su 10 conoscono persone che fanno uso di sostanze e il 18% dichiara di aver provato sostanze. Anche in questo caso la necessità di tranquillizzarsi e superare momenti difficili sono tra le motivazioni più citate.

La pericolosità dei comportamenti disfunzionali non è sempre riconosciuta come tale e i ragazzi delle scuole medie sono meno consapevoli delle possibilità di sviluppare una dipendenza.

Emerge molto evidente la fatica ad intervenire con un compagno che mette in atto atteggiamenti potenzialmente pericolosi, molti dichiarano di intervenire solo se si coglie dell’esagerazione, situazione spesso difficile da definire in modo oggettivo.

I genitori sono visti sempre meno come persone significative ed importanti nella vita dei giovani che affermano di non sentirsi spesso capiti dal mondo adulto. Cresce negli anni considerare una perdita di tempo rivolgersi alla mamma 11% al papà 16% e 33% i prof.

Solo il 28% fa riferimento alla madre della quale si sente capito e il 18% al papà, mentre l’8% di loro valuta per niente soddisfacente il tempo passato con i genitori. Circa un giovane su due si rivolge ad un amico per sentirsi capito, molto più che al papà, e per risolvere i problemi. Il 32% si vergogna di riferirsi ai prof.

Tutto questo fa crescere sempre di più la richiesta di rivolgersi agli specialisti come lo psicologo e il 58% ha già o sta seguendo una terapia psicologica.

Tutto ciò porta un grande malessere e lo si evince dal fatto che sia alle scuole medie 26% sia alle superiori 30% degli studenti dichiara di essersi procurato dolore fisico volontariamente, molti non si accettano per ciò che sono (33% alle medie e 49% alle superiori) e cambierebbe qualcosa di sé per piacere agli altri (39% alle medie e 51% alle superiori).

Emerge però una forte speranza rispetto al futuro, i giovani si pensano realizzati sia a livello scolastico, sociale e affettivo maggiormente rispetto a quanto si sentano nel presente.

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Il Centro studi per l’infanzia e l’adolescenza ‘Semi di melo’ nasce dalla pluriennale collaborazione tra Casa del Giovane di Pavia e Fondazione Exodus in campo di prevenzione, accoglienza e trattamento del disagio giovanile. È dall’incontro costante con i giovani che è nato ‘Selfie’ un questionario autosomministrato che si pone come obiettivo quello di individuare la funzione dei fattori di rischio e incentivare i fattori di protezione che costellano la vita dei giovani.


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