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Delega non autosufficienza: «Entro dieci giorni un testo»

A confronto su Vita, oggi, i soggetti maggiormente impegnati sulla riforma della non autosufficienza: Livia Turco, monsignor Vincenzo Paglia e Cristiano Gori. La riforma è urgente e necessaria, oltre che prevista dal Pnrr: ma ancora il Consiglio dei Ministri non ha presentato una proposta di legge delega. Monsignor Paglia ha annunciato una svolta, nel segno della convergenza

di Sara De Carli

Entro una decina di giorni, al massimo per la fine di aprile, un disegno di legge delega per la riforma della non autosufficienza verrà consegnato al Consiglio dei Ministri. Lo ha annunciato oggi monsignor Vincenzo Paglia – presidente della commissione interministeriale per le politiche a favore degli anziani istituita a dicembre presso la Presidenza del Consiglio – nel corso del webinar “Non autosufficienza, quale riforma?” organizzato da Vita. Per la prima volta quest’oggi infatti si sono incontrati e hanno pubblicamente dialogato i coordinatori dei principali gruppi di lavoro operativi sulla riforma della non autosufficienza: Livia Turco, che ha presieduto la commissione “Interventi sociali e politiche per la non autosufficienza" presso il Ministero del Welfare, che a fine gennaio ha già presentato al ministro Andrea Orlando la sua proposta di legge per la riforma della non autosufficienza, monsignor Paglia e Cristiano Gori, coordinatore del Patto per un nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza che raccoglie una cinquantina di attori e che ha elaborato una proposta per un Sistema Nazionale di Assistenza.

Il testo di legge delega a cui sta lavorando la Commissione guidata da monsignor Paglia, «recepisce in larga parte le proposte del Patto per un nuovo Welfare, andandole a precisare», ha assicurato oggi Paglia, «come pure le proposte del testo già presentato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali». Convergenza è stata la parola-chiave della mattinata, che apre quindi ad una nuova speranza rispetto ad una svolta: molti infatti erano i timori che la tanto attesa e necessaria riforma della non autosufficienza non decollasse, pur essendo prevista dal Pnrr e chiesta a gran voce da tutto il Paese.


Sono infatti circa 3 milioni gli anziani non autosufficienti in Italia, pari al 5% della popolazione: ma il loro numero è destinato a raddoppiare entro il 2030. La riforma della non autosufficienza è attesa già dagli anni ’90 e va raccordata con la riforma della disabilità prevista anch’essa dal Pnrr: la legge delega per quest’ultima però l’abbiamo già da dicembre 2021 e la macchina è già avviata.

«Una legge vive se ha un’anima», ha detto Livia Turco, sottolineando come la proposta di legge delega elaborata dal gruppo di lavoro che lei ha coordinato, “Norme per la promozione della dignità delle persone anziane e per la presa in carico delle persone non autosufficienti” metta l’accento «sulla dignità dell’età anziana, stagione dei tesori della vita, in cui la vita diventa storia». Il cuore della proposta verte sulla strutturazione del sociale: «Non risolveremo lo sbilanciamento tra sanitario e sociale finché il sociale sarà così frammentato. Ci vuole una strutturazione forte del sociale». La legge di bilancio 2021 ha già definito dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali specifici: «Per il nostro gruppo c’è da fare una battaglia politica perché ci siano risorse pubbliche adeguate. Possimo rivedere gli incentivi fiscali per promuovere la regolarizzazione della cura o un assegno simile a quello proposto dal Patto, ma tutte queste strade non devono essere scorciatoie per evitare un maggiore impiego di risorse pubbliche», ha evidenziato Turco.

Anche monsignor Vincenzo Paglia ha ribadito la necessità di un preliminare cambio di approccio, dall’età anziana come problema e fonte di spesa all’età anziana come risorsa. «Il mandato della nostra commissione non riguarda solo la non autosufficienza, ma tutta l’età anziana: come esiste l’Health in All Policies ora serve un Aging in All Policies». Paglia ha accennato ad alcuni punti chiave, oltre a ribadire il fatto di aver «mutuato» dalla proposta del Patto la «istituzione del Sistema Nazionale di Assistenza»: ha parlato del grande lavoro per dotarsi di strumenti che permettano una «migliore analisi rispetto all’housing, con una stratificazione del disagio e una personalizzazione della risposta» e ha affermato che «il continuum assistenziale è formula a cui siamo particolarmente affezionati». Le sue anticipazioni parlano di una riforma dell’indennità di accompagnamento e di una nuova assistenza domiciliare integrata sociale e sanitaria (ADISS), per un minimo di 20 ore settimanali (oggi la media dell’ADI sono 18 ore annue). Le RSA avranno nuovi criteri di accreditamento e di autorizzazione e quindi nuovi sistemi tariffari, nella prospettiva di essere veri centri multiservizio dentro il continuum assistenziale, «capaci di assumere un ruolo nuovo e più ampio, capaci di assicurare la funzione di ospedale di comunità e di erogare cure intermedie a persone in dimissioni dall’ospedale al territorio, soprattutto nei piccoli centri sotto i 5mila abitanti, in cui vivono 2,5 milioni di over65». Una riforma in cui il Terzo settore è chiamato a coinvolgersi «in maniera diretta e non solo nella coprogettazione. Il Terzo settore deve “invaderci”, non dobbiamo dargli noi questa responsabilità, deve prendersela».

Cristiano Gori, coordinatore del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, ha rilanciato l’invito a “fare bene, fare presto, fare insieme”: «Abbiamo una preoccupazione su tutte: se sbagli a scrivere la legge delega, poi i decreti attuativi non possono rimediare. La sfida è adesso ed è tecnica. Il disegno di legge delega non deve essere un testo burocratico, ma deve disegnare già il nuovo welfare per gli anziani, deve capirsi la novità. Altrimenti la convergenza è teoria». In particolare, Gori ha richiamato la necessità di definire chiaramente quali nuove prestazioni dovrà offrire la nuova domiciliarità e il fatto che essa dovrà durare tutto il tempo necessario. Sulla nuova residenzialità, invece, si metta nero su bianco cosa si intende per qualità degli ambienti di vita e si assicuri la intensità assistenziale necessaria, con personale che oggi non c’è. Sulla revisione dell’indennità di accompagnamento, si preveda che l’accesso è solo in base ai bisogni ma l’importo poi sia graduato in base ai bisogni e con un incentivo per chi sceglie di utilizzarla per servizi.

I prossimi dieci giorni, quindi saranno cruciali per limare il testo. Come dice monsignor Paglia: «Ritengo che entro dieci giorni la proposta di legge delega possa esser portata al Consiglio dei Ministri, quindi approvata e poi portata al Parlamento. C’è una incredibile convergenza anche da parte di molti parlamentari, l’esempio che ho al Senato è molto significativo, è un tema che trova una audience attenta. Anche al Ministero delle Finanze ho trovato delle aperture, questo significa molto. Ecco perché sono particolarmente lieto di poter stringer tra noi, per condurre a termine questa proposto e mi auguro che entro fine aprile i lavori siano conclusi per quanto riguarda la Commissione».

Foto Unsplash


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