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Hopeificio, dove si produce l’olio che fa bene alla salute mentale

Paolo D’Amelio nel giro di tre anni è passato dalla condizione di senza dimora a bracciante agricolo. E come lui altre persone con problemi di salute mentale adesso producono olio nell'ambito del progetto “Hopeificio”, promosso dalla cooperativa Ortovolante e sostenuto da Fondazione CON IL SUD

di Redazione

«Al di là del lavoro, dell’impegno quotidiano, dell’opportunità di poter guadagnare qualcosa, l’aspetto più importante è che attraverso questa attività mi sono sentito sempre rispettato, considerato come persona. Il mio augurio è che esperienze di questo tipo possano aumentare e che in particolare posso proseguire questo, perché per tutti quanti noi si sta dimostrando una grande occasione di inclusione sociale e lavorativa. Perché far lavorare persone che hanno dei disturbi, delle problematiche è l’unica strada per farle sentire libere». Paolo D’Amelio ha poco più di 54 anni. Tre anni fa dormiva nella stazione di Foggia. Era un senza dimora, una persona piegata dagli eventi della vita e dalle sue fragilità. Poi, piano piano, anche con l’aiuto di alcuni volontari ed operatori, qualcosa nella sua testa è iniziata a cambiare. E Paolo ha preso maggiore consapevolezza di sé e dei suoi talenti.

«Ho vissuto in totale povertà, toccando con mano il senso di emarginazione ed indifferenza delle persone. Mi sono ridotto in quello stato anche a causa della tanta droga che ho consumato in questi anni. Poi mi sono rivolto al Ser.T di Foggia ed ho iniziato lentamente a tornare a vivere seguendo un percorso di cure specifico al mio caso». Di conseguenza, Paolo è stato selezionato dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Foggia per essere inserito nel progetto “Hopeificio”, un’iniziativa di inclusione sociale e lavorativa per persone con problematiche legate alla salute mentale promossa dalla cooperativa Ortovolante e sostenuta dalla Fondazione CON IL SUD nell’ambito della terza edizione del Bando Socio Sanitario. Oggi Paolo ha cambiato vita. E’ un bracciante agricolo, uno dei soci e pilastri della cooperativa Ortovolante e lavora sui terreni di Chieuti, in provincia di Foggia. In questi due anni e mezzo di percorso, insieme a Luigi, Roberto e gli altri beneficiari del progetto, è stato coinvolto in tutte le attività collegate al ciclo produttivo dell’olio: potatura, raccolta delle olive, molitura, imbottigliamento e produzione di “Volìo”, l’olio extravergine d’oliva che fa bene alla salute mentale.

Domenica 1° maggio è la Festa dei Lavoratori. Un’occasione per affermare i diritti di chi lavora e per migliorare la propria condizione. Come nel caso di Paolo e delle persone che vivono in condizioni di fragilità, in questo caso con problemi legati alla salute mentale. Per questo, gli operatori del progetto in questi giorni hanno presentato i risultati fin qui ottenuti, invitando i territori, in particolari gli Ambiti Territoriali, a replicare il modello di “Hopeificio” per garantire esperienze lavorative a chi vive in fragilità.

«Sul nostro territorio i percorsi di cura e di riabilitazione per persone con problemi legati alla salute mentale sembrano infiniti, senza una via d’uscita. Il lavoro, quindi, è un elemento fondamentale per offrire alle persone più fragili una nuova rappresentazione di sé e il superamento della malattia» ha spiegato Carmine Spagnuolo, presidente di Ortovolante. «Hopeificio è un esempio concreto di sostenibilità economica ed efficacia terapeutica maggiori rispetto ai farmaci tradizionali, ai classici percorsi riabilitativi socio-sanitari. C’è però bisogno di un maggiore sostegno istituzionale, magari degli Ambiti Territoriali di Zona, sull’attivazione di tirocini formativi che abilitino al lavoro persone affette da disabilità mentale. Oggi un tirocinio formativo costa 450 euro al mese, vale a dire 3 giorni di ricovero in una struttura socio-sanitaria. Per questo, rispetto ai percorsi di riabilitazione farmacologica ed ospedaliera può rappresentare una speranza reale di fuoriuscita dalla malattia e di riappropriazione dei propri livelli di autonomia». L’iniziativa, quindi, ha dato modo di riflettere su come sanità e sociale lavorando insieme possano incidere concretamente sull’inclusione lavorativa di persone con problemi di salute mentale e in condizioni di fragilità sociale.

Leccino, Peranzana, Frantoiana, Provenzale. Sono tante le varietà delle olive raccolte sui terreni dell’Asp Castriotta e Corropoli, così come sono tante le diversità che si intrecciano in questo cammino che vuole restituire speranza ed inclusione socio-lavorativa a chi vive una condizione di disagio attraverso la produzione dell’olio “Volìo”. «In questi terreni, in questo olio, troviamo il desiderio di farcela, di fare qualcosa per sé e per la comunità, di creare qualcosa di buono superando barriere e pregiudizi, riconoscendo la bellezza, la ricchezza, le potenzialità di ogni persona. Questo è l’aspetto cruciale, questa la chiave di volta per generare davvero crescita e cambiamento» ha detto Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione CON IL SUD, in riferimento al progetto. La prossima sfida per Paolo ed i suoi compagni di viaggio sarà quella di imparare la molitura delle olive. A luglio, infatti, grazie alla realizzazione del mini-frantoio dalle dimensioni ridotte, ma dotato di macchinari altamente tecnologici, sarà inaugurato anche un opificio in cui sarà possibile effettuare la trasformazione diretta dell’olio senza rivolgersi a frantoi esterni, come hanno fatto nelle ultime due stagioni di raccolta. In questo modo sarà completata l'intera filiera dell'olio e aumenteranno le competenze professionali dei beneficiari coinvolti.


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