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Afghanistan: il tasso di mortalità materna è tra i più alti al mondo

Il 5 maggio, nella Giornata Internazionale delle Ostetriche, l'organizzazione umanitaria Intersos esorta la comunità internazionale a non voltare le spalle alle donne e ai bambini in Afghanistan: «Se i finanziamenti al sistema sanitario non vengono urgentemente ripristinati e ampliati, molti dei progressi fatti negli ultimi 20 anni rischiano di essere annullati». Si prevede che il tasso di mortalità materna aumenterà di oltre il 50% fino a 963 morti per 100.000 nascite entro il 2025

di Redazione

Nel 2021 l'Afghanistan, nonostante i progressi fatti negli ultimi anni, registrava comunque uno dei più alti tassi di mortalità materna del mondo, con 638 morti per 100.000 nascite , secondo i dati di Unfpa (United Nations Population fund). Negli ultimi mesi, dal cambio di governo, la situazione sta peggiorando: il numero dei chirurghi è diminuito, a causa dell’impossibilità di pagare gli stipendi, e anche le attrezzature e le medicine scarseggiano. Di conseguenza molti ospedali non riescono a eseguire operazioni salvavita su donne con parti complicati.

Se non si interviene ora per evitare che la situazione peggiori ulteriormente, si prevede che il tasso di mortalità materna aumenterà di oltre il 50% fino a 963 morti per 100.000 nascite entro il 2025.

Nell'ospedale sostenuto da Intersos nella provincia di Zabul, dove dall'inizio dell'anno sono stati partoriti oltre 1.100 bambini, più di un quarto delle donne che vi ha partorito ha avuto complicazioni importanti e ha avuto bisogno di cure specialistiche. Se il trattamento specialistico viene a mancare, è probabile che molte muoiano per questo tipo di complicazioni. Nel 2002, l'Afghanistan aveva il più alto tasso di mortalità materna di qualsiasi paese, in qualsiasi parte del mondo, stimato a 1.600 morti per 100.000 nascite. Negli ultimi 20 anni, con il sostegno della comunità internazionale, il tasso di mortalità materna è sceso del 60%.

Nella Giornata Internazionale delle Ostetriche, Intersos esorta la comunità internazionale e le autorità di governo a non voltare le spalle alle donne e ai bambini in Afghanistan. Se i finanziamenti al sistema sanitario non vengono urgentemente ripristinati – e ulteriormente ampliati – molti dei progressi fatti negli ultimi 20 anni rischiano di essere annullati.

"Negli ultimi mesi ho visto che la situazione sta peggiorando”, racconta Rana Bahar, ostetrica di Intersos. “Quando ho iniziato a lavorare come ostetrica nel 2016, se una madre aveva bisogno di un taglio cesareo, i chirurghi erano negli ospedali per fare queste operazioni. Se una madre aveva un'emorragia post-partum – che è la principale causa di morte per le donne che partoriscono in Afghanistan – avevamo chirurghi che potevano eseguire isterectomie. Ma ora sono rimasti pochissimi chirurghi negli ospedali distrettuali. I fondi sono finiti, quindi i medici non vengono pagati da mesi e cercano lavoro altrove”, spiega. “La mancanza di fondi – continua Rana- significa anche che gli ospedali non hanno abbastanza attrezzature e medicine. Sono molto preoccupata perché vedremo nei prossimi anni il tasso di mortalità materna aumentare anche più del 50% se questi problemi non verranno affrontati".

"Il sistema sanitario dell'Afghanistan è sotto pressione”, spiega Nasr Muflahi, direttore nazionale di Intersos in Afghanistan. “Gli ospedali sono già sovraccarichi e questa situazione sta diventando sempre più evidente nei reparti di maternità. Anche prima di agosto, era difficile per le donne accedere all'assistenza sanitaria quando ne avevano bisogno, ora sta diventando ancora più difficile. Senza un aumento dei finanziamenti per rendere queste strutture sanitarie di nuovo pienamente funzionali, vedremo tragicamente molte donne morire per cause del tutto evitabili”. “Le ONG stanno lavorando molto -aggiunge Nasr- ma non possono riempire il vuoto che è stato lasciato dal ritiro dei finanziamenti internazionali”.


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