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Sostenibilità sociale e ambientale

Sardegna, una svolta nella sentieristica accessibile a tutti

L'Agenzia regionale Forestas dà una forte accelerazione per realizzare percorsi dedicati alle persone con disabilità importanti. Una lacuna storica che va colmata prendendo a modello gli esempi virtuosi, come il sentiero che sta per essere inaugurato nel territorio di Pula (Cagliari)

di Luigi Alfonso

È in arrivo una svolta per l’escursionismo in Sardegna. La Regione, attraverso l’Agenzia Forestas, ha deciso di dare una forte accelerazione nella realizzazione di sentieri accessibili a tutti, comprese le persone con disabilità importanti (non vedenti, ipovedenti, con problemi di deambulazione). L’annuncio è stato dato lo scorso week end durante le “Giornate della sentieristica 2022”, in contemporanea con la manifestazione nazionale “Ecodays 2022”, con la Giornata internazionale per la Biodiversità e la ricorrenza della Giornata europea dei Parchi, che si celebra oggi.

Durante l’interessante evento organizzato da Forestas, Parco di Gutturu Mannu e Club Alpino Italiano di Cagliari, con il supporto del Soccorso alpino e speleologico della Sardegna, e in particolare nel corso della “Conferenza annuale dell’escursionismo” prevista dal Regolamento regionale per la Rete escursionistica della Sardegna, sono state approfondite le tematiche e le prospettive di sviluppo della Rete dei sentieri nell’Isola (che conta 3.000 km complessivi) con alcuni seminari e una giornata di formazione per gli operatori del settore e numerosi appassionati.

Il tema dei sentieri accessibili è stato al centro del confronto degli esperti. «La Legge regionale n. 16 del 28 luglio 2017 – spiega il direttore generale dell’Agenzia Forestas, Maurizio Malloci – ha integrato la Legge Forestale regionale inserendo una specifica attenzione per la fruizione assistita per la disabilità fisica e sensoriale, precisando che all’interno del piano di istituzione e gestione siano individuati i percorsi di autonoma o assistita fruizione per tener conto dei bisogni e dei casi di fruitori con disabilità fisica e sensoriale. Dopo l’entrata in vigore della Legge, Forestas si è attivata per definire un regolamento tecnico e predisporre una governance a due livelli, territoriale e regionale, per creare un sistema di standard e recensire la rete dei sentieri, lavorando nel contempo alla classificazione e allo sviluppo di nuovi tracciati da accatastare. Ad oggi, purtroppo, tra i tanti sentieri in accatastamento non figura alcun sentiero accessibile per le disabilità. Si tratta di un gap che vogliamo colmare: nel prossimo triennio realizzeremo i primi sentieri accessibili e fruibili anche in caso di disabilità fisica e sensoriale. La complessità nel progettare e realizzare sentieri accessibili è elevata, ma questo non può in alcun modo essere un ostacolo rispetto all’obiettivo dato».

In verità, un primo “sentiero per tutti” (parafrasando il nome del progetto che ne ha consentito la realizzazione) sta per essere inaugurato nel territorio di Pula (Cagliari): proprio in questi giorni gli operai stanno posizionando i pannelli sensoriali esplicativi lungo il tracciato. Un altro è in corso d’opera nel Parco di Gutturu Mannu, esattamente nell’Oasi del Cervo e della Luna gestita da Wwf e Fondazione Domus de Luna: occorrerà ancora qualche mese, prima di arrivare alla conclusione dei lavori. Ma il modello di Pula, proposto dalla società Ablativ di Cagliari con l’ausilio di numerosi esperti di caratura nazionale e internazionale, non solo è facilmente esportabile e adattabile ovunque, ma ha già suscitato l’interesse di numerosi Comuni ed enti che ricadono in aree ambientali di notevole pregio, a cominciare da quello di Oliena (Nuoro). In questo modo sarà più facile recuperare il tempo perduto.

«L’accessibilità non esiste: è un falso problema», è la provocazione di Andrea Ferrero, socio dell’Unione Italiana Ciechi e ipovedenti, che nell’intervento di sabato scorso ha parlato di “Percorsi accessibili per eliminare barriere nella percezione e nella fruizione del paesaggio”. «Esistono le cose fatte bene e le cose fatte male: le prime sono accessibili, le seconde forse sì. L’accessibilità è un cambiamento culturale, un moto a luogo. Tutto può essere migliorato. L’accessibilità è un’esperienza di vita reale, ma anche digitale o virtuale. L’accessibilità non è la mera applicazione delle norme, piuttosto la propensione ad avere la dovuta attenzione ai bisogni delle persone».

Ferrero, che è stato coinvolto nella progettazione del sentiero di Pula, suggerisce di tenere conto di due aspetti fondamentali, quando si parla di accessibilità: «Intanto, bisogna coinvolgere le persone con disabilità sin dall’avvio della progettazione, se si vogliono ottenere risultati tangibili. Purtroppo, questo accade raramente, per lo meno in Italia. C’è poi l’aspetto delle normative che, sulle disabilità, non è un campo d’azione così vasto come in altri ambiti. Un altro aspetto determinante: posso creare un museo, una piazza o un sentiero accessibile, ma se questi luoghi non sono raggiungibili da mezzi accessibili, diventa un lavoro in buona parte inutile. Molto spesso l’accessibilità è vissuta come una grande seccatura, perché manca la necessaria cultura. La sfida di chi progetta è soltanto una: pensare a tutti, non soltanto a una porzione della nostra società».

Per Alessio Piccioli, presidente della Struttura operativa Sentieri e Cartografia del Cai nazionale, «è un momento di grande evoluzione. Si sta dando giustamente molta attenzione ai percorsi accessibili alle persone con disabilità. Il Cai collabora costantemente con tutto il mondo dell’escursionismo. Il gruppo di lavoro della Commissione centrale di escursionismo, guidato da Ornella Giordana, ha prodotto un documento importante su questo genere di percorsi. In accordo con il Ministero del Turismo, stiamo lavorando alla realizzazione di un catasto digitale sui percorsi escursionistici in tutto il territorio nazionale. Aggiungeremo anche le informazioni sui percorsi accessibili.​ È un problema che va affrontato in maniera scientifica, con metodo, mettendosi in ascolto delle Associazioni che rappresentano le persone con varie disabilità, le quali hanno la piena percezione delle esigenze di questi escursionisti. Altro aspetto importante è la condivisione dei dati, che vanno messi a disposizione di tutti».

È una partita molto aperta, i trequarti delle regioni italiane sono fanalini di coda, con alcune eccezioni virtuose che hanno iniziato un po’ prima: Trentino-Alto Adige, Lombardia, Piemonte e Liguria, alle quali si aggiunge l’emergente Emilia Romagna. Ma, finalmente, molte Amministrazioni regionali si stanno mettendo al lavoro per recuperare il tempo perduto.

Credits: foto di Cristian Mascia, Matteo Cara, Alessio Saba, archivio Agenzia regionale Forestas


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