Welfare & Lavoro

Mizar, i ragazzi non vedenti alla scoperta della natura

Un progetto dell’associazione “Punti di Vista” di Cagliari per favorire l’incontro e il dialogo tra un gruppo di venti giovani provenienti da varie zone della Sardegna, con e senza disabilità visive. Attività svolte esclusivamente all'aria aperta, camminando nella stessa direzione ma ognuno con le proprie capacità

di Luigi Alfonso

Superare l’immagine della persona cieca che sia necessariamente bisognosa di assistenza e della persona vedente come perenne ausilio. È l’ambizioso obiettivo del progetto “Mizar – Esplorazioni inclusive tra natura e stelle” dell’associazione “Punti di Vista” di Cagliari, sostenuto con i fondi dell’Otto per mille della Chiesa Valdese, in partnership con l’Istituto dei ciechi di Cagliari, l’Osservatorio Astronomico di Cagliari e la Fattoria Emoyeni. Uno sguardo più ampio che mira alla ricerca delle potenzialità di ciascuno nei vari contesti, favorendo l’incontro e il dialogo tra un gruppo di venti giovani provenienti da varie zone del centro e del sud Sardegna, tra i 12 e i 19 anni, con e senza disabilità visive.

«Se la sfida per l’inclusione delle persone con disabilità riguarda l’intero genere umano, il segreto è creare punti di incontro, opportunità che non lascino nessuno indietro e che facciano sentire tutti e tutte, una vera comunità», spiega la presidente di Punti di Vista, Mara Lasi. «Per noi inclusione significa incontro nella diversità. La vita è la vita perché c’è biodiversità, in questo la natura è nostra maestra ed è lei a ricordarci che al mondo c’è posto per tutti gli esseri umani. Il nome “Punti di Vista” esprime il nostro desiderio di sviluppare uno sguardo aperto e curioso che abbracci la totalità dei diversi aspetti della realtà: stavolta, volevamo che il focus del progetto fosse totalmente scardinato dalla vista, che coinvolgesse tutti i sensi e potesse insegnare qualcosa di nuovo».

La natura con Mizar gioca un ruolo fondamentale: dopo la formazione teorica e pratica dei giovani partecipanti sulle tecniche di accompagnamento nelle disabilità visive, le attività vengono infatti svolte in contesti all’aria aperta, a stretto contatto con la natura e con la possibilità di relazionarsi con le varie forme di vita vegetali e animali presenti nel territorio. Avventure nell’hinterland di Cagliari, escursioni nei luoghi naturali limitrofi e gite in fattoria: l’outdoor è così un contesto che insieme, diventa accessibile. Il nome del progetto proviene anch’esso dall’universo naturale: situata nella costellazione dell’Orsa Maggiore, Mizar è una stella quadrupla che, insieme alla stella Alcor, forma un sistema stellare doppio. «Il significato non vuole solo evidenziare la meraviglia di un sistema stellare complesso, simbolo di una pluralità di sguardi e punti di vista: la bellezza sta nel sapere che quel gruppo di stelle impegnato – con pari dignità – a ruotare, rende la realtà molto più luminosa. Il risultato è una brillantezza più grande della somma delle singole», puntualizza Lasi.

«L’idea nasce dall’ascolto», racconta Martina Balloi, coordinatrice del progetto. «Non sono molte le occasioni di scambio tra giovani con e senza disabilità visive, da ciò la scelta di creare un ponte. Siamo partiti dal formare degli “elfi guida” con indicazioni informazioni basilari sulle tecniche di accompagnamento, per agevolare i rapporti e superare i preconcetti. Abbiamo parlato di arte e di come si può fare insieme, ma pure di cucina. Se l’inclusione è anche fare le cose insieme, è necessario fornire a tutti gli strumenti necessari per poter agire al meglio. Si tratta di un tipo di esperienza che anche a livello nazionale manca, la speranza è quindi che sia l’inizio di qualcosa di magico, che spinga tutti a camminare nella stessa direzione, ognuno con le proprie capacità. Al mondo non abbiamo tanto bisogno di guide, quanto di scambi, relazioni e modi di comunicare che facciano sentire tutti e tutte, comunità».

Domenica 5 giugno è in programma un’esperienza al vivaio Maidopis, nei boschi del complesso montuoso dei Sette Fratelli. A metà mese l’ultimo appuntamento previsto da Mizar sarà una residenza in natura di due giorni e una notte. Vivendo all’aria aperta, gli elfi (ovvero chi partecipa alle attività di Punti di Vista) nel tempo hanno avuto la fortuna di scoprire luoghi bellissimi, tra fattorie, boschi e colline lontani dalle luci cittadine. Unico faro, la luna e un cielo incredibilmente stellato. Da qui l’idea di una collaborazione con l’Osservatorio Astronomico di Cagliari, con la possibilità di una sperimentazione sul campo dei materiali didattici tattili per facilitare la divulgazione scientifica dell’astronomia per persone con disabilità visive.

«L’astronomia viene considerata molto spesso come una scienza visiva, ma in realtà le varie informazioni che ricaviamo dagli oggetti cosmici sono solo in minima parte visibili», sottolinea Silvia Casu, responsabile dell’area Divulgazione e didattica dell’Inaf – Osservatorio Astronomico di Cagliari. «Tutto il resto non sono altro che onde elettromagnetiche invisibili che noi poi trasformiamo in mappe, affinché siano comprensibili. Vogliamo far capire che le modalità di approccio alla materia sono varie: i dati si possono rendere in maniera tattile così come alcune informazioni possiamo percepirle attraverso l’olfatto o l’udito; vogliamo riscrivere la narrazione del nostro rapporto col cielo, per questo siamo entusiasti di aver avviato una collaborazione che unisce l’educazione all’aria aperta, percorsi di didattica inclusiva e un approccio all’astronomia senza ausilio della vista come senso principale».

Milena Gattermayer, titolare della Fattoria Emoyeni, non mostra minore entusiasmo. «Condividiamo con Punti di Vista il valore dato dalla crescita a contatto con la natura», dice. «Il progetto si sposa perfettamente con le modalità di approccio alla fattoria, dove la comunicazione non verbale con gli animali spinge a mettersi nei panni dell’altro e dove viene continuamente riconosciuto il valore della diversità».

«In tutti questi anni di esperienza, studio e ricerca sull’educazione all’aria aperta, Mizar rappresenta un ulteriore passaggio, un andare ancora oltre», è il parere della presidente Lasi. «I boschi, le foreste, il mare, i parchi naturali, luoghi bellissimi della nostra isola, si sono sempre rivelati facilitatori delle relazioni nei gruppi, se accompagnati dal giusto approccio. Nelle nostre uscite non manca mai la scoperta, il lavoro individuale e in gruppo, il cerchio della condivisione, il rituale che scandisce un ritmo al nostro viaggio, l’utilizzo di linguaggi artistici diversi. Mizar è un progetto che prima di tutto vuole creare la normalità dello stare insieme, là dove non è scontata. Siamo certi che uno dei punti forza sia la rete tra famiglie, associazioni, enti e istituzioni, uno strumento fondamentale per studiare e offrire progetti di alto valore e per garantirne la continuità».