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Milano, un quartiere e le sue custodi

Due giorni di creatività e festa al quartiere di San Siro. Al centro il tema dei cortili, luoghi di coesione sociale, grazie alla presenza di chi presidia le portinerie. Proprio quattro di loro ci hanno messo la faccia e sono protagoniste di un percorso fotografico che racconta tanta voglia di riscatto e di convivenza pacifica

di Giuseppe Frangi

Il quartiere di San Siro a Milano ha una caratteristica particolare: è un pezzo di periferia, oggi inglobata dentro la città. È il quartiere con il più alto tasso di immigrazione, quello con la percentuale maggiore di popolazione giovanile. Era stato progettato negli anni 30, con la formazione di isolati di case, che si affacciavano su cortili molto larghi e vivibili. I cortili erano dunque un elemento chiave per la qualità della vita e della convivenza: erano presidiati dalle figure preziosi dei custodi. Oggi in tanti casi le portinerie sono deserte e i cortili lasciati a se stessi, trasformati spesso in luoghi di spaccio. Qualche mese fa il tentativo da parte di Aler, l’Azienda regionale per l’edilizia popolare, di insediare un portinaio in uno di questi condomini a rischio è fallita per via delle minacce che il titolare aveva subito.

Proprio i custodi (sopra la foto della signora Mimma, custode in Via Falterona) sono al centro di un progetto di creatività e di festa in programma sabato 5 e domenica 6 nel quartiere: “Cortili creativi” è il titolo della due giorni, progettata dall’associazione culturale Casa Testori, che vedranno la presentazione di tre laboratori portati avanti da un’attrice, Marika Pensa, da una fotografa, Marta Carenzi e da un’artista, Martina Cioffi, in questi mesi con abitanti e giovani del quartiere. Tra i progetti ai quali si è lavorato uno ha riguardato proprio le custodi di quattro isolati, che hanno accettato di metterci la faccia e di diventare soggetto di una mostra fotografica, posando nel cuore dei cortili da loro curati. Sono composizioni in forma di trittico, concluse con le immagini delle statuette della Madonna, presenza fissa in tutti i cortili, sempre rispettate e simbolo pacificante in contesti così socialmente inquieti. Le fotografie saranno esposte in uno spazio quanto mai aperto e pubblico: le vetrine della nuova Casa di Comunità affacciata su piazzale Selinunte, il cuore del quartiere.

Tra i cortili creativi c’è anche quello di Via Prenese 4, reso famoso per la presenza di un bunker antiereo costruito nel 1943 e conservato perfettamente grazie alle cure di un abitante. È qui che si è tenuto il laboratorio di Martina Cioffi, che ha scelto come materiale base un materiale simbolo: i mattoni, che chi aveva vissuto l’esperienza dei raid aerei conosceva nella forma di detriti, e che ora sono diventati dei semi da cui è germogliato un giardino, “fiorito” sotto le volte suggestive del bunker. Nel cortile di via Paravia 82 invece andrà in scena l’azione collettiva guidata da Marika Pensa: un percorso sonoro di canzoni, testi e poesie provenienti da diverse parti del mondo, lette in lingua originale e tradotte in italiano. Protagoniste dell’azione le mamme, per lo più arabe, della scuola di italiano tenuta dall’associazione punto.it.

Nella sede dell’attivissimo Comitato di San Siro verranno invece esposte le foto del laboratorio tenuto da Marco Ferrario con le ragazze e i ragazzi della parrocchia della Beata Vergine Addolorata, altro luogo importante di incontro e di dialogo nel quartiere: ogni ragazzo ha scelto il contesto in cui farsi ritrarre, poi ognuno ha selezionato lo scatto in cui si è meglio riconosciuto, aggiungendo all’immagine un racconto personale su di sé e sul quartiere.

A chiudere la due giorni, i tour guidati dagli studenti del vicino Liceo Boccioni, che hanno fatto un percorso di formazione di scoperta dei luoghi sotto la guida di un’altra associazione molto attiva, Propositi di filosofia.

Il progetto Cortili Creativi è stato realizzato nell’ambito di “lacittàintorno”, programma di Fondazione Cariplo.


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