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Referendum: una guida ai cinque quesiti

La riforma della Giustizia che ha catalizzato il dibattito negli scorsi mesi ha oscurato sino ad oggi il dibattito sui quesiti referendari, anch'essi sulla giustizia, lanciati dai Radicali, e sottoscritti dalla Lega. La spiegazione quesito per quesito anche alla luce della Riforma della giustizia in discussione alla Camera

di Redazione

La riforma della Giustizia che ha catalizzato il dibattito negli scorsi mesi ha oscurato sino ad oggi il dibattito sui quesiti referendari, anch'essi sulla giustizia, lanciati dai Radicali, e sottoscritti dalla Lega. Alla partenza erano sei, al traguardo del voto sono cinque, poiché la Consulta ne ha tagliato fuori uno, di certo quello più popolare, sulla responsabilità civile "diretta" dei magistrati che resteranno quindi intoccabili. Nel lontano 1987, ai tempi di Marco Pannella e sull'onda del caso Tortora, aveva fatto l'en plein con 80,21% dei sì. Ma adesso i cinque quesiti, stando ai sondaggi, arrancano penosamente per via del quorum, e rischiano di non raggiungere neppure quello necessario superando il 50% degli aventi diritto al voto. Ecco le informazioni base sui quesiti e il loro intreccio con la Riforma su cui lavora il Parlamento.

Referendum n. 1: scheda di colore rosso

Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi;

È il quesito intimamente più contraddittorio. Esiste infatti il problema reale delle sospensioni di amministratori locali e regionali per sentenze non definitive spesso smentite nei gradi successivi che andrebbe eliminato; purtroppo, però, il quesito elimina per intero anche la decadenza e l’incandidabilità per le sentenze definitive. È vero che non ci sarebbe comunque un ampio vuoto normativo perché per le sentenze definitive ci sono comunque in vari casi le pene accessorie, ma è opportuno sulle definitive eliminare questi automatismi?

La riforma non interviene su questo tema.

Referendum n. 2: scheda di colore arancione

Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell'ultimo inciso dell'art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale;

Il quesito limita le possibilità di adottare misure cautelari (obblighi di firma, arresti domiciliari, ecc.), compresa la carcerazione preventiva, la più importante di tutte, il cui eccesso è un problema reale. Si interviene sulla tipologia della possibile reiterazione del medesimo reato, che in vari casi (ad esempio lo stalking, la truffa, reati fiscali e finanziari) appare però un pericolo obiettivo.

Su di esso non interviene la riforma della giustizia.

Referendum n. 3: scheda di colore giallo

Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati;

Oggi sono ammessi quattro passaggi nel corso della carriera, qui verrebbero esclusi.

È il quesito più importante in termini di sistema, che si inserisce nella scia della riforma dell’articolo 111 della Costituzione del 1999 che in chiave liberale richiede un giudice terzo rispetto ad accusa e difesa. Rispetto a questa esigenza di equilibrio liberale di sistema non convincono affatto le oioezioni pragmatiche (lasciamo scegliere dopo un certo periodo di esperienza, in pochi passano effettivamente, ecc.) perché il fatto di costruire un sistema in cui da una parte stanno insieme giudice e accusatore e dall’altro il difensore dà vita a uno squilibrio strutturale.

L’articolo 12 del testo sulla riforma della giustizia va nella stessa direzione, riducendo i passaggi ammissibili da 4 a 1.

Pur muovendosi nella stessa direzione, è altamente improbabile che l’eventuale approvazione dell’articolo possa superare il quesito perché resterebbe comunque una differenza significativa tra 0 (quesito) e 1 (riforma), anche se anche l’articolo 12 è di diretta applicazione e non di delega.

Referendum n. 4 : scheda di colore grigio

Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte;

Rispetto al sistema vigente, che finisce col promuovere tutti con giudizi estremamente favorevoli, vi è la necessità di introdurre elementi di valutazione che rompano l’autoreferenzialità. Il quesito consente la valutazione sui magistrati anche ad avvocati e professori universitari

Esso non sarebbe superato dall’articolo 3 della riforma della giustizia (che apre ai soli avvocati) perché è una norma di delega e non diretta applicazione. In ogni caso, al di là di queste differenze, il quesito consente subito di superare questa grave autoreferenzialità dei giudizi.

Referendum n. 5: scheda di colore verde

Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura.

Si elimina la raccolta di firme per la presentazione dei candidati togati. Mette in discussione l’attuale sistema basato sulla fotografia delle correnti, ma con impatto obiettivamente limitato perché non interviene sulla trasformazione dei voti in seggi.

Il quesito sarebbe superato dall’eventuale approvazione dell’articolo 33 del testo sulla riforma della giustizia in Aula alla Camera che è di diretta applicazione, non di delega.


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