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#NopdlRufa, parte la mobilitazione per difendere il 5 per mille

Nei prossimi giorni la Camera deciderà se davvero vuole snaturare il 5 per mille, aggiungendo tra le destinazioni possibili quella di supportare il personale in servizio delle Forze dell’ordine e i congiunti di chi è deceduto in servizio. I nomi dei politici a cui scrivere via mail e sui social per evitare di azzoppare il Terzo settore in un momento storico così delicato

di Redazione

Ci siamo: nei prossimi giorni la Camera deciderà se davvero vuole snaturare il 5 per mille, aggiungendo tra le destinazioni possibili quella di supportare il personale in servizio delle Forze dell’ordine e i congiunti di chi è deceduto in servizio. È l’ormai famoso “pdl Rufa”, già approvato dal Senato a larga maggioranza il 9 giugno 2021 e ora all’esame della Camera.

In Commissione Bilancio scade oggi il termine per la presentazione di emendamenti alla proposta di legge che porta la prima firma del senatore leghista Gianfranco Rufa e che va a modificare la disciplina del 5 per mille (decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 111) introducendo – a risorse invariate – la possibilità di utilizzare quei soldi per finanziare il fondo assistenza per il personale in servizio delle Forze dell’ordine. Finora in Commissione Bilancio c’è stato solo un passaggio ad aprile in cui la viceministra Laura Castelli ha escluso che si potesse rendere operativa la proposta già per le dichiarazioni dei redditi del 2022.

Nulla contro le Forze dell’ordine e il loro lavoro, ma il 5 per mille è nato per altro, per sostenere le attività sociali o di ricerca scientifica: una scelta del genere significa innanzitutto snaturare il 5 per mille, creando un pericoloso precedente. Non solo, in questo momento drenare risorse dal Terzo settore equivarrebbe ad azzoppare la ripartenza del Paese e indebolire ulteriormente la coesione sociale.

«Il 5 per mille serve a sostenere le attività sociali o della ricerca scientifica che diversamente non si potrebbero realizzare. Il Parlamento non approvi questa norma: il 5 per mille va rafforzato non indebolito», ha detto con forza più e più volte nelle settimane scorse Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo settore. «Una penalizzazione è già in atto, considerando che le espressioni dei contribuenti nel devolvere il 5 per mille sono storicamente superiori alle risorse effettivamente ripartite a causa di un tetto stabilito per legge» ha ricordato. «L’approvazione della proposta di legge Rufa rappresenterebbe un segnale estremamente negativo per il mondo del Terzo settore, dell’associazionismo e del volontariato, che lavora quotidianamente per il beneficio collettivo, rispondendo gratuitamente ai bisogni dei cittadini. Data la gravissima crisi sociale ed economica che stiamo attraversando, sottrarre ulteriori risorse alle attività sociali è un danno alle nostre comunità». Anche otto grandi realtà del Terzo settore – ActionAid, Aism, Airc, Emergency, Fai, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Fondazione Telethon – nell’interesse generale di questo mondo hanno chiesto al Parlamento «di non snaturare il 5 per mille, risorsa indispensabile per il non profit in Italia».

Ma a mobilitarsi deve essere chiunque abbia a cuore le sorti del Terzo settore italiano. Attraverso i social gridiamo #NopdlRufa e #Difendiamoil5permille.

Ecco un testo da condividere sui social e da inviare via mail ai componenti della Commissione Bilancio della Camera presso cui è incardinata la proposta, ai capigruppo alla Camera e ai responsabili del Terzo settore dei partiti che hanno assegnato questa delega.

«Gentilissima/o onorevole,
nei prossimi giorni la Camera sarà chiamata a esaminare e votare una proposta di legge (pdl Rufa) che renderebbe possibile utilizzare le risorse del 5 per mille per finanziare iniziative che nulla hanno a che fare con i suoi scopi.

Questa scelta snaturerebbe il 5 per mille e danneggerebbe in maniera significativa il non profit italiano, che lavora quotidianamente per il beneficio collettivo. A pagarne le conseguenze sarebbero i cittadini più fragili e le nostre stesse comunità.

Chiediamo dunque che la Camera respinga questa proposta di legge sul 5 per mille e avvii invece una discussione fattiva sull’abolizione del tetto del 5 per mille, dato che a partire dal 2016 e nonostante l’aumento delle risorse stanziate, il volume finanziario delle scelte effettuate dai contribuenti è sempre stato superiore al tetto di spesa fissato».

Di seguito i contatti utili:

  1. Maria Teresa Bellucci (Fdi)
  2. Steni Di Piazza (M5S)
  3. Maria Chiara Gadda (Italia Viva)
  4. Stefano Lepri (Pd)
  5. Antonio Palmieri (Forza Italia)

Foto: il velario della Camera dei Deputati


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