Welfare & Lavoro

Acli, accuse alla Regione Sardegna per le liste d’attesa

L'Associazione prende spunto da un'inchiesta del quotidiano La Nuova Sardegna sulla situazione del settore, precipitata con la pandemia, per dare ancora più forza alle numerose segnalazioni fatte in questi anni da AcliSalute nell'Isola

di Redazione

«La forte denuncia pubblicata oggi dal quotidiano La Nuova Sardegna ci dà ragione delle cose che in questi mesi abbiamo cercato di contrastare». Il presidente delle Acli di Sassari, Salvatore Sanna, stavolta parla da coordinatore di AcliSalute per la Sardegna. «Le disuguaglianze territoriali dovevano essere avviate a correzione secondo gli impegni presi dal Presidente della Regione, Christian Solinas, anche in Commissione Sanità su richiesta dei consiglieri regionali del territorio. Invece, assolutamente niente: le cose sono fuori controllo e peggiorano per Sassari, Olbia e Nuoro, e questo porta all’enorme crescita delle liste d’attesa: lo dimostrano persino i dati ufficiali della Regione e l’aumento degli accessi al nostro sportello AcliSalute di Sassari».

«Non possiamo non segnalare che il sistema del pronto soccorso, secondo le segnalazioni arrivate alla nostra Associazione, viene impropriamente caricato dell’accesso ordinario ai reparti con tutte le complicanze e le conseguenze», sottolinea invece Luciano Turini, presidente dell’associazione dei consumatori delle Acli.

«Il Sistema sanitario pubblico – prosegue Turini – non ha ripreso ancora del tutto l’attività ordinaria e restano complicazioni, ritardi e liste d’attesa incredibili anche sulle operazioni chirurgiche ordinarie. Anche l’attività amministrativa è paralizzata dalle mancate scelte dei direttori sanitari e amministrativi in molte Asl, nelle Aziende ospedaliere universitarie e persino all’Ares (l’Azienda regionale della Salute) che, lo ricordiamo, devono essere nominati sotto la responsabilità del direttore generale entro 60 giorni. Invece si attende ancora il rimpasto della Giunta regionale».

«Pagheranno queste scelte gli anziani e i malati cronici, vale a dire coloro che utilizzano la maggior parte delle prestazioni sanitarie e hanno bisogno di visite ed esami diagnostici rapidi», rincara la dose Sanna, che da un paio d’anni è in prima linea con queste denunce. «Sono proprio gli anziani e i malati cronici le persone che, più di tutte, hanno pagato con livelli di mortalità più elevati il costo della pandemia in Sardegna».


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