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Progetto Selfie fotografa i ragazzi di Pavia

Nell'ambito del Coordinamento antidipendenze e disagio minorile, tra Gennaio 2022 Marzo 2022 sono stati raggiunti 4 istituti secondari di primo grado e 11 istituti secondari di secondo grado di Pavia per un totale di quasi 7000 studenti (961 studenti degli istituti di primo grado e 6001 studenti di secondo). I risultati

di Redazione

In risposta all’emergenza educativa, fortemente avvertita specialmente negli ultimi due anni a seguito del lungo periodo di limitazioni sociali e relazionali legati all’emergenza sanitaria da Covid 19 che ha potentemente inciso nella qualità della vita dei giovani, nel 2021 il Comune di Pavia ha istituito il CAD (Coordinamento antidipendenze e disagio minorile), del quale, oltre agli assessorati all’Istruzione e ai Servizi sociali, fanno parte rappresentanti di diverse istituzioni: Procura della Repubblica presso il Tribunale Minori di Milano, ATS Pavia, ASST Pavia, Università degli Studi di Pavia, Istituto Comprensivo Angelini Pavia (in rappresentanza dei 4 istituti comprensivi cittadini), la Cooperativa Sociale Casa del Giovane e il Garante Comunale dei Diritti dell’infanzia e dell’Adolescenza.

Questo tavolo tecnico si propone di diventare un luogo non solo di riflessione ma, soprattutto, di azioni concrete in riposta ad un disagio che necessita interventi precoci e mirati legati ad una reale presa in carico di situazioni concrete e lontani dalla stigmatizzazione che spesso colpisce questa delicata fascia di età.

L’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Pavia Anna Zucconi ha dichiarato: “L’obiettivo ispiratore del CAD è stato quello di creare un Coordinamento che consentisse di unire esperienze e competenze per conoscere e studiare le varie manifestazioni di dipendenza e superarle, progettare e proporre servizi ad hoc per le dipendenze, che integrino l’approccio sanitario, evitino forme di paternalismo invise ai giovani e si svolgano attraverso forme non convenzionali di intervento, ed infine sviluppare la cultura e il riconoscimento delle dipendenze attraverso adeguati interventi informativi e formativi che siano tenuti dagli stessi giovani ad altri favorendo così l’educazione tra pari”.

Come prima azione, pertanto, ci si è proposti di mappare e conoscere il territorio di competenza in modo da ottenere risultati spendibili e condivisibili all’interno delle agenzie educative primarie (scuola e famiglia), ma anche a livello di società più allargata, per poter realizzare una progettualità di interventi che possa rispondere alle esigenze reali e concrete del territorio.

È stato quindi deciso di somministrare il questionario del ‘Progetto Selfie’, realizzato e diffuso a livello nazionale dal Centro studi per l’infanzia e l’adolescenza ‘Semi di melo’, che nasce allo scopo di permettere ai ragazzi di raccontare (mediante un questionario autosomministrato) i propri gusti, le proprie abitudini e le proprie idee, permettendo di delineare un quadro significativo degli stili di vita adolescenziali.

A tal proposito, lAlessandro Cantoni, assessore all’istruzione e politiche giovanili del Comune di Pavia ha sottolineato: “Era necessario condurre una prima azione formale e concreta che potesse restituire una serie di dati sui quali porre le basi per un lavoro di analisi, sino ad interventi mirati, coinvolgendo le scuole e le famiglie ma, prima di tutti le ragazze e i ragazzi stessi. Fra gli obiettivi vi è quello di ricreare una consapevolezza fra i giovani circa i rischi ai quali vanno incontro, dopodiché attingere proprio dalla loro forza e capacità di divulgazione per diffondere pensieri sani e con un codice di comunicazione che appartiene solo a loro. A noi adulti, l’onere di rimediare alle nostre mancanze e disattenzioni, mettendoci a disposizione con ogni strumento e metodo che possa garantire un futuro migliore ai nostri giovani, quali legittimi intestatari.”

Tra Gennaio 2022 Marzo 2022 sono stati raggiunti 4 istituti secondari di primo grado e 11 istituti secondari di secondo grado di Pavia per un totale di quasi 7000 studenti (961 studenti degli istituti di primo grado e 6001 studenti di secondo).

I dati sono stati poi restituiti ad una rappresentanza dei giovani delle scuole all’interno dell’Aula del ‘400 presso l’Università degli studi di Pavia e saranno oggetto di condivisione con i singoli istituti con la ripresa dell’anno scolastico.

Da questi dati non emerge una grande differenza rispetto al periodo pre-Covid che ha ‘solo’ aumentato un disagio che già si manifestava in modo evidente. I giovani risultano sempre molto attratti dal mondo virtuali che però ancora non sostituisce la attività sociali in aumento con il passaggio tra il primo e il secondo ciclo.

Bassa è la frequentazione di associazioni giovanili (solo il 17% dei giovani) mentre il 75% dichiara di effettuare attività sportiva almeno una volta alla settimana. Per il 44% dei giovani delle superiori è la musica ad occupare buona parte delle loro giornate insieme ai social (26% delle ragazze) e ai videogame (32% dei ragazzi) a cui si dedicano almeno due ore al giorno. Lo smartphone accompagna i nostri ragazzi in ogni momento della giornata, alle superiori il 61% di loro afferma di non spegnerlo nemmeno di notte e il 58% delle ragazze riferisce di utilizzare lo smartphone ogni momento libero.

In forte aumento l’utilizzo di profili multipli sui social (all’interno dei quali ad oggi Instagram continua ad essere il più citato raggiungendo picchi del 92% alle superiori. Il 62% dei giovani negli istituti di secondo grado afferma di avere almeno una doppia identità social (nel 2018 erano il 15%), sdoppiamento che spesso rivela quale parte di sé si accetta di mostrare al mondo e quale invece mantenere più privata.

In aumento anche la diffusione di immagini provocanti scambiate virtualmente, il 46% dei ragazzi alle superiori e il 18% negli istituti di primo grado, afferma di conoscere persone che hanno abitudine a scambiarsi questo tipo di contenuti.

Cresce anche la diffusione di bullismo e cyber bullismo con punte di 49% alle medie e di 58% alle superiori di giovani che affermano di esserne stati vittime (22% e 26% in merito al cyberbullismo).

In merito alle abitudini disfunzionali hanno dichiarato di giocare d’azzardo il 27% negli istituti di primo grado e il 56% in quelli di secondo grado, mentre dichiara di ubriacarsi almeno una volta al mese il 23% dei giovani delle superiori (5% nelle scuole di primo grado). Il 31% ha affermato di conoscere persone che utilizzano sostanze stupefacenti e rispetto al loro uso il 19% dei giovani ha provato cannabinoidi (4% negli istituti inferiori) mentre il 3 e 2% rispettivamente cocaina e eroina.

Sempre elevata la quantità di ragazzi che afferma di ricorrere a queste sostanze per affrontare momenti difficili (circa il 20%) mentre cresce il dato di chi non sa dare una risposta in merito alla motivazione che spinge al loro utilizzo.

Diminuisce anche la percezione della pericolosità di questi comportamenti e della possibilità che possano dare dipendenza, in particolare per quanto riguarda cannabinoidi e alcol. Molto elevate anche le percentuali di giovani che affermano che non interverrebbero o interverrebbero solo in caso di esagerazione nel caso vedessero un loro compagno attuare comportamenti a rischio. Dato che fa particolarmente riflettere se rapportato alle domande sulle figure di riferimento tra le quali spiccano i coetanei e gli adulti restano sempre più in secondo piano (specialmente le figure all’esterno del nucleo familiare (circa il 35% dei giovani si vergona di parlare con i professori).

Ultimo dato allarmante e in crescita riguarda la tendenza a procurarsi dolore fisico, ben il 30% dei ragazzi afferma di averlo fatto nella propria vita con percentuali in aumento anche tra i ragazzi.

Emerge quindi una fotografia della situazione giovanile calata in un mondo in cui le presenze adulte latitano e non riescono ad essere veramente incisive. I nostri ragazzi, travolti spesso da messaggi fuorvianti che raccolgono dal contesto culturale in cui sono immersi, faticano a trovare gli anticorpi giusti per affrontare le difficoltà.

Questa è quindi oggi la vera sfida educativa, tracciare nuove rotte e offrire porti diversi a cui potersi rivolgere e possano aiutarli a tirare fuori quelle risorse di cui sono da sempre portatori sani.


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