Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Comitato editoriale

Arché scende in piazza a Kiev per chiedere la pace

Due operatori della Fondazione partecipano alla manifestazione dell’11 luglio, indetta dal Movimento Europeo di Azione Nonviolenta nella capitale ucraina. Con loro tanti esponenti e organizzazioni della società civile italiana e locale

di Redazione

Ci sarà anche Fondazione Arché alla marcia per la pace organizzata dal Movimento Europeo di Azione Non violenta (Mean) a Kiev l’11 luglio. Due suoi operatori vi parteciperanno per ribadire al mondo intero il potere trasformativo della nonviolenza e l’urgenza della pace tra Ucraina e Russia.

La manifestazione è un ulteriore tassello dell’impegno di Arché sia in Italia che in Ucraina a fianco della popolazione civile, vittima di una guerra che prosegue da mesi. Nelle sue sedi della Penisola, infatti, Fondazione Arché ha promosso progetti di accoglienza delle persone in fuga dalla guerra, ha organizzato raccolte fondi per la popolazione ucraina ed ha proposto approfondimenti volti a conoscere la realtà del conflitto, promuovendo una cultura di pace. In quattro viaggi umanitari operatori e volontari dell’organizzazione hanno consegnato cibo e medicinali ai profughi e alle profughe accolti presso il seminario greco-cattolico e presso l’hospice neonatale di Leopoli.

Ora in Ucraina, a Kiev, tornano Paolo Dell’Oca, portavoce di Arché, e Jacopo Palmieri, responsabile della progettazione. Parteciperanno alla manifestazione per la pace, organizzata dal Mean a cui hanno aderito tante figure, tra cui l’etnografa Marianella Sclavi e Riccardo Bonacina, fondatore di Vita Non Profit, e realtà organizzate della società civile italiana in collaborazione con quella ucraina.

«È l’occasione giusta per fare sentire dal basso le voci schierate per la pace», dice Jacopo Palmieri. «Manifestare a Kiev ha un alto valore simbolico: uomini e donne europee che chiedono insieme che il rumore delle armi cessi definitivamente. È la condicio sine qua non affinché si possa tornare a sperare in un futuro di pace».

«L'orrore delle guerre costituisce un arretramento assoluto nel cammino dei diritti di ogni persona e di ogni comunità», aggiunge Paolo Dell’Oca. «Aderire alla manifestazione a Kiev, per Fondazione Arché, esprime la volontà di partecipare ad un percorso culturale in cui è importante crescerci vicendevolmente».

I due operatori partiranno da Milano sabato 9 luglio per Medyka, dove si uniranno agli altri attivisti del Mean, portando con sé alcuni beni di prima necessità raccolti per bambine e bambini.

Foto in apertura: da destra Jacopo Palmieri (cappello giallo), Paolo Dell'Oca, Ihor Boyko, p. Giuseppe Bettoni, Il Pimpa nel primo viaggio umanitario a Leopoli a marzo