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Torrielli (Its Italy): «Da oggi esistiamo davvero»

Approvata alla Camera la legge che istituisce il Sistema terziario di Istruzione tecnologica superiore: dai finanziamenti stabili alla centralità delle imprese negli istituti fino al cambio di nome, da tecnici a tecnologici, ecco tutto quello che c'è da sapere

di Luca Cereda

La riforma degli Its è stata approvata. Questa è la notizia uscita ieri, con un via libera pressoché unanime, dalla Camera per la legge che istituisce il Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore (Its). «Si conclude oggi l’iter di una delle riforme più importanti del nostro Pnrr», ha commentato dopo il voto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

Qualche dato e considerazione in più la fornisce Guido Torrielli, presidente Its Italy: «L’intervento normativo interviene sul segmento formativo terziario post diploma che punta sulla specializzazione tecnica da assicurare in sinergia, fra l’altro, con il mondo imprenditoriale e il sistema universitario. A oggi tale segmento, ovvero i nostri centri di formazione, comprende 120 istituti, con 766 corsi attivi, 19.626 studenti e 3.050 soggetti partner coinvolti di cui 1.222 imprese e 135 Associazioni di imprese».

La riforma

La riforma organica degli Its è uno dei punti qualificanti, per Torrielli, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per l’Istruzione perché vengono destinati agli Its ben 1,5 miliardi di euro «un’azione strategica – spiega – per rendere la formazione terziaria professionalizzante più attrattiva per i giovani e per arricchire l’offerta anche in risposta alle esigenze del tessuto produttivo dei territori e delle nuove prospettive del mondo del lavoro e dell’economia». Il sistema degli Its, a undici anni dal suo avvio, rappresenta infatti un settore efficace in termini di qualità dell’offerta formativa e di occupabilità: secondo i dati del monitoraggio nazionale 2022, su 5.280 diplomati, l’80% (4.218) ha trovato un’occupazione nel corso dell’anno 2021, nonostante le restrizioni e le difficoltà causate dalla pandemia.

Anche il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ritiene che questa riforma «sia una delle più importanti del Pnrr. La legge definisce un quadro strutturato e nazionale che rafforza la rete dei nostri Its, garantendo il rapporto diretto con i territori e i loro tessuti produttivi che ne rappresenta il punto di forza. La riforma nel suo complesso consente di ampliare l’offerta formativa per studentesse e studenti, con l’obiettivo di raddoppiare il numero degli iscritti. La riforma è un passo avanti per il sistema di istruzione e per il nostro sviluppo industriale. Un passaggio fondamentale quindi per il provvedimento che si pone l’obiettivo di rafforzare il sistema Its, passando dai circa 21 mila iscritti attuali a 40 mila entro il 2026».

Il ruolo delle imprese

Tra i principali elementi di novità introdotti dalla riforma ci sono finanziamenti stabili per gli Its, un ruolo maggiore per le imprese e nuove aree tecnologiche: «La riforma influirà in modo decisivo su presente e futuro di queste scuole. Innanzitutto cambiano nome: diventano Istituti Tecnologici Superiori (Its Academy). Dovranno promuovere l’occupazione giovanile e rafforzare le condizioni “per lo sviluppo di un’economia ad alta intensità di conoscenza”, con un focus particolare rivolto a competitività e innovazione», spiega Guido Torrielli presidente Its Italy.

I nuovi Its Academy avranno il compito prioritario di “potenziare e ampliare la formazione professionalizzante di tecnici superiori con elevate competenze tecnologiche e tecnico-professionali”. Inoltre dovranno – si legge nella riforma – “sostenere la diffusione della cultura scientifica e tecnologica, l’orientamento permanente dei giovani verso le professioni tecniche e l’informazione delle loro famiglie, l’aggiornamento e la formazione in servizio dei docenti di discipline scientifiche, tecnologiche e tecnico-professionali della scuola e della formazione professionale”.

Aree tecnologiche

Altra priorità per gli Istituti sarà anticipare la transizione digitale. Con la riforma infatti arrivano anche novità per le aree tecnologiche. «Al momento ne esistono 6 – spiega Torrielli presidente Its Italy -: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e tecnologie della informazione e della comunicazione. La riforma punta ad allargare il numero delle aree che erano state introdotte dal dpcm del 2008. In nodo cruciale saranno le aree tecnologiche, che dovranno fare riferimento ad ambiti come: transizione ecologica, compresi i trasporti, la mobilità e la logistica; transizione digitale; le nuove tecnologie per il made in Italy, compreso l’alto artigianato artistico; le nuove tecnologie della vita; i servizi alle imprese e agli enti senza fine di lucro; le tecnologie per i beni e le attività artistiche e culturali e per il turismo; le tecnologie dell’informazione, della comunicazione e dei dati; l’edilizia».

La fondazione, le academy e il ruolo delle imprese

Per la costituzione degli Istituti rimane il modello della Fondazione di partecipazione. I soggetti fondatori indicati nella riforma sono diversi. Ci deve essere almeno “un istituto di scuola secondaria di secondo grado, statale o paritaria, ubicato nella provincia presso la quale ha sede la fondazione, la cui offerta formativa sia coerente con l’area tecnologica di riferimento dell’Its Academy”. Per la costituzione sono poi necessari una “struttura formativa accreditata dalla regione” – situata nella provincia dove ha sede la fondazione – nonché una o più imprese, gruppi, consorzi e reti di imprese del settore produttivo che utilizzano in modo prevalente le tecnologie che caratterizzano l’Its Academy.

Le imprese avranno un ruolo centrale. «La docenza degli Istituti dovrà arrivare per almeno il 60% del monte orario complessivo dal mondo del lavoro. Inoltre gli stage aziendali e i tirocini formativi saranno obbligatori almeno per il 35% della durata del monte orario complessivo dei percorsi formativi. Potranno essere svolti anche all’estero e saranno adeguatamente sostenuti da borse di studio», spiega Torrielli mostrando il passo avanti degli Its e aggiunge: «Dalle Academy usciranno giovani pronti per le aziende, senza la necessità di investire su di loro risorse. Non solo, il provvedimento prevede poi un credito d’imposta al 30% per le imprese che decidono di investire negli Its Academy. E il credito sale al 60% se l’erogazione avviene nelle province in cui il tasso di disoccupazione è superiore a quello medio nazionale».

Finanziamenti stabili

I nuovi Istituti potranno contare sul Fondo per l’istruzione tecnologica superiore, istituito nello stato di previsione del ministero dell’Istruzione. Si tratta di un finanziamento stabile per gli Its Academy: «Sono previsti 68 milioni di euro quest’anno e 48 milioni annui a decorrere dal 2023. Avremmo voluto che il piano fosse quinquennale, ma questo è un primo passo importante. Epocale. Inoltre il Fondo finanzierà prioritariamente la realizzazione dei percorsi formativi, il potenziamento dei laboratori e delle infrastrutture tecnologicamente avanzate, nonché l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie e le borse di studio. Le risorse verranno destinate anche all’anagrafe degli studenti (istituita al Mi), al sistema di monitoraggio e valutazione degli ITS Academy e alla banca dati nazionale. Ancora, serviranno pure per finanziare un programma triennale», conclude Torrielli. La costituzione del Fondo rappresenta una novità importante per gli Istituti, fino a oggi di fatto dipendenti dalle risorse contenute nei bandi annuali.


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