Famiglia & Minori

“Oltre l’Ombra”, una nuova strada per i minori autori di reati e violenze

E’ partito a Taranto il progetto “Oltre l’Ombra” promosso dall’associazione Noi e Voi, che in tre anni coinvolgerà cento giovani che si sono resi protagonisti di reati in età minorile per sostenerli nel ricucire relazioni con le comunità ferite ed accompagnarli in percorsi di formazione o inserimento lavorativo

di Emiliano Moccia

Alcuni di loro, in passato, hanno fatto parte anche di baby gang che hanno creato non pochi problemi nelle loro comunità di appartenenza. Ora per loro si apre una nuova strada, un nuovo percorso di vita, che punta a riparare il reato commesso, a ricucire relazioni con la comunità ferita e ad offrire una concreta possibilità di riscatto, senza pregiudizi. Perché il progetto “Oltre l’Ombra” ha proprio l’obiettivo di aiutare i giovani che si sono macchiati di reati penali o amministrativi a diventare adulti responsabili, a superare il proprio passato, i propri errori, accompagnandoli in un cammino di reinserimento mediato da una progettualità orientata ai principi della giustizia riparativa. Per questo, gli adolescenti o i maggiorenni che in minore età si sono resi protagonisti di reati e per cui è stato disposto un percorso di messa alla prova, vanno «ascoltati, incontrati, orientati per conoscere meglio chi sono, se hanno studiato, le loro competenze e per ciascuno di loro avviare un mirato intervento per offrire loro una seconda possibilità» spiega Donato Gigante coordinatore del progetto “Oltre l’Ombra”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con ente capofila l’associazione Noi e Voi.

L’iniziativa ha mosso i suoi primi passi nel versante orientale ed in quello occidentale della provincia di Taranto, nei territori di Manduria e Massafra. Oltre all’associazione Noi e Voi, la rete coinvolge atre undici realtà tra agenzie scolastiche, terzo settore, cooperative sociali, associazioni di volontariato ed Amministrazioni Comunali. «Sono cento i ragazzi che prenderemo in carico nei prossimi tre anni in percorsi di messa alla prova individualizzati, innovativi rispetto al contesto di intervento e orientati allo sviluppo delle competenze dei minori in ottica di reintegrazione civica e socio-lavorativa nelle loro comunità di riferimento» aggiunge Gigante. Per riuscire in questo intento, un ruolo importante lo avranno proprio le comunità in cui i ragazzi hanno commesso reati, coinvolgendole nell’accompagnamento dei minori nell’attivazione di percorsi di formazione, inserimento lavorativo ed educazione alla cittadinanza.

La prima tappa del cammino che punta a riparare le ferite e a ricreare relazioni è quella dei colloqui conoscitivi, per poi avviare attività progettuali personalizzate e di comunità, anche finalizzate a far riscoprire i talenti dei ragazzi e far vivere esperienze di civismo importanti per la crescita personale. Ai primi incontri previsti, al momento, hanno partecipato una ventina di giovani segnalati dall’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni.

«Già dalla prossima settimana, dopo la fase di colloqui, prenderanno avvio i primi percorsi attivati. I ragazzi saranno impegnati nella Riserva Naturale di Manduria in attività di manutenzione dei percorsi, avvistamento degli incendi, supporto delle guide turistiche ed all’info-point. Tutte azioni legate alla tutela e alla valorizzazione di queste aree. Il volontariato ambientale permetterà loro di far parte di una serie di azioni per restituire bellezza al territorio e facilitarli pian piano a risentirsene parte in modo legale». I colloqui servono appunto a conoscere meglio i ragazzi, ad entrare nelle loro storie, nel loro vissuto al fine di individuare bene la strategia da adottare, che cambia da minore a minore. «Abbiamo proposto all’Usmm un ventaglio di offerte importanti» prosegue Gigante «che vanno dal supporto allo studio, alla giustizia riparativa, all’inserimento lavorativo, con le borse lavoro, ai laboratori musicali e teatrali. Sono tante le attività che abbiamo in mente ma non possiamo stabilirle a monte: ecco il senso dei colloqui. L’età, il grado di istruzione, gli interessi e le propensioni, sono alcuni degli aspetti da considerare».

Alcuni di loro, infatti, attraverso le borse lavoro saranno inseriti a svolgere attività presso il Banco Alimentare di Taranto per vivere un’esperienza in questo settore. «Anche perché proveremo ad attestare un’offerta commerciale nel campo della distribuzione costituendo una cooperativa che si occupi di servizi di consegna, con l’idea di inserire i ragazzi che mostrano un’inclinazione verso questo campo lavorativo». La sfida è lanciata. E riguarda anche le comunità di appartenenza dei ragazzi, che hanno il compito di prendersi cura dei ragazzi offrendo loro una nuova possibilità. «Per questo, immaginiamo una rete aperta, in grado di crescere durante questo percorso progettuale, per riuscire a dare più risposte ai giovani che, dal loro canto, devono imparare a mettersi in gioco per costruirsi un futuro migliore».