Cooperazione & Relazioni internazionali

Ucraina, i giovani al centro della ricostruzione

Il Comitato economico e sociale europeo ha organizzato un webinar che ha affrontato il tema della guerra per i giovani, la ricostruzione e il ruolo delle nuove generazioni. Gli speaker hanno presentato proposte concrete per l'empowerment dei giovani

di Cristina Barbetta

I giovani nel processo di ricostruzione post bellico: questo il titolo del webinar organizzato dal gruppo Organizzazioni della Società Civile (Civil Society Organisations’ Group) del Comitato economico e sociale europeo (Cese). L’incontro ha affrontato il tema della guerra in Ucraina per i giovani e le nuove realtà giovanili che nasceranno in seguito al conflitto, particolarmente importanti nel contesto dell’Anno europeo della gioventù (European Year of Youth).

Esaminando il ruolo delle organizzazioni giovanili nel processo di ricostruzione, gli speaker hanno discusso le sfide dei giovani di breve, medio e lungo termine, al fine di presentare proposte concrete per il loro empowerment.

Katrina Leitane, presidentessa del gruppo di coordinamento del Cese per l’Anno Europeo dei Giovani e rappresentante del consiglio nazionale dei giovani della Lettonia, ha moderato il webinar. I lavori sono stati introdotti da Séamus Boland, presidente del Gruppo Organizzazioni della Società Civile del Cese, che ha affermato: «Sono felice che in questo anno europeo i giovani inizieranno a pensare in che mondo stiamo vivendo. E poi, per quanto riguarda la ricostruzione, ha affermato che «è la generazione che sta arrivando che farà gran parte di questa ricostruzione».

La prima sessione del webinar, dal titolo, “La dimensione della guerra in Ucraina e le nuove realtà dei giovani”, ha presentato le sfide particolarmente importanti nell’anno europeo dei giovani. A questo link il programma del webinar.

Natalia Shevchuk, responsabile del Consiglio dei giovani ucraini (Ukrainian Youth Council) dal 2021, ha sottolineato come «le organizzazioni giovanili sono state in grado di dare una risposta veloce dopo l’invasione e di essere attive i primi giorni dell’invasione». (…) «Nella parte occidentale dell’Ucraina molte organizzazioni hanno iniziato a creare luoghi di accoglienza per persone sfollate, e anche a organizzare eventi di integrazione per bambini, e in generale per giovani e adulti», ha spiegato Natalia Shevchuk. Ora le organizzazioni giovanili in Ucraina hanno il problema di come continuare le loro attività, ha affermato. Infatti sono arrivate anche «grandi organizzazioni giovanili con grandi nomi e capacità, che si lamentavano, che dicevano che quando si tratta di supporto finanziario di iniziative dal basso diventa molto difficile e la maggior parte dei donatori internazionali sono a favore di assumere nuove persone per formare gli ucraini, per aiutarli, .. e le persone in Ucraina sono dimenticate», ha sottolineato Natalia Shevchuk. «Un’altra sfida in Ucraina», ha concluso, «è che l’educazione è completamente online, e un’altra ancora è studiare all’interno dei rifugi o da casa sentendo le bombe che cadono».

Anzhelika Saldetskaya, una ragazza di 15 anni di Odessa, è intervenuta nel dibattito. Rifugiata, vive in Svezia da tre mesi, ospite di una famiglia, insieme alla madre e alla sorella. Ha parlato della sua routine scolastica prima della guerra, in Ucraina, e dopo la guerra, in Svezia. In Ucraina la scuola è molto impegnativa, ha detto Anzhelika Saldetskaya, e vengono dati molti compiti, «quindi studiavo molto, anche i weekend». I voti sono molto importanti ed è molto difficile passare gli esami, ha spiegato. In Svezia c’è molto più tempo libero per dedicarsi agli hobby e i ragazzi si incontrano al di fuori dell’orario scolastico, mentre in Ucraina incontravo i miei amici solo durante le vacanze, ha detto Anzhelika, che sta scrivendo un libro in inglese sul suo viaggio dall’Ucraina alla Svezia. Il volume sarà tradotto anche in svedese.

Sabine Verheyen, membro del Parlamento europeo, Partito Popolare europeo (EPP) ha affermato che «è molto importante chiedere com’è la situazione dei giovani in Ucraina e in Europa perché questo è l’anno europeo dei giovani e vogliamo portare al Parlamento europeo la questione di come supportare le nuove generazioni in Ucraina». Un decennio di misure di austerità combinate con le misure per il Covid 19 hanno avuto un impatto devastante sui giovani, ha affermato Sabine Verheyen. E in più i giovani ucraini hanno avuto la guerra. «Penso che dobbiamo ricostruire il legame a rischio con tutti i nostri giovani perché loro sono non solo il futuro, ma anche attori vitali nel costruire il presente, e questo è il motivo per cui anche in tempi difficili dobbiamo mantenere il contatto con i giovani, e ascoltare di che cosa hanno bisogno, che tipo di supporto è necessario». Sabine Verheyen ha citato la Conferenza sul futuro dell’Europa, le cui conclusioni, ha spiegato, contengono un numero di priorità per i giovani che i politici europei devono realizzare: giustizia sociale e una maggiore protezione per i giovani, attraverso un migliore diritto del lavoro, migliorare l’accesso a tecnologie sicure e digitali per colmare il digital divide e consentire l’accesso all’educazione a tutti i giovani. Sabine Verheyen ha anche citato la questione della salute mentale, che è uno dei temi più importanti che i giovani sollevano all’interno delle conferenze, ha spiegato. Per quanto riguarda i giovani ucraini e la guerra «dobbiamo vedere anche la situazione dei giovani che scappano dall’Ucraina e vanno a vivere in altri Paesi, in diverse situazioni», ha affermato Verheyen.

Martin Muehleck, coordinatore delle politiche del Gruppo di Supporto per l’Ucraina (Policy coordinator of the Support Group for Ukraine), DG NEAR, Commissione europea, ha affermato: «Lavoro in un gruppo che si chiama: Gruppo di supporto per l’Ucraina, per aiutare il Paese, prima del 24 febbraio, ad affrontare l’integrazione europea. Ora cerchiamo di aiutare il più possibile a superare la guerra e a essere in grado di ricostruire dopo la guerra», ha affermato. Il futuro dell’Ucraina è solo nelle mani dell’Ucraina, ha detto Martin Muehleck. «Possiamo supportarvi», ha spiegato, «ma tutti i nostri sforzi non sarebbero niente senza il governo, la società civile in Ucraina e fuori dall’Ucraina». Per quanto riguarda lo status di Paese candidato all'Ue, Martin Muehleck ha detto che «dobbiamo vedere come includere l’Ucraina nei programmi che abbiamo: il programma Erasmus e i programmi culturali e di scambio. (…) Ci vorrà qualche anno, ma è importante che l'Ucraina sia inclusa in tutti i nostri programmi». Infine Martin Muehleck ha osservato che «molte persone hanno lasciato l’Ucraina, ma vogliono tornarci presto. Potrebbe essere difficile ritornare nel lungo periodo. Questo è anche il nostro dovere. Dobbiamo costruire possibilità di ritornare».

«La presidenza ceca del Consiglio dell’Ue, iniziata l’1 luglio, avrà come priorità l’Ucraina per tutti i sei mesi del mandato», ha affermato Jaroslav Kurfürst, ambasciatore, inviato speciale per il partenariato orientale, Ministro degli affari esteri della Repubblica ceca. «Questo è stato confermato dal governo, che dedicherà molta energia all’Ucraina», ha affermato il ministro. Che ha sottolineato il ruolo importante dei giovani «che possono fare il cambiamento ed essere parte della storia». (…) «Siamo determinati a dedicare molta energia alla ricostruzione», ha spiegato il ministro. «Quando diciamo ricostruzione le persone pensano che si tratti di ricostruire case distrutte, ferrovie …Ma è molto di più, si tratta di riforme, di preparare il Paese per il futuro, incluso il futuro europeo, per l’adesione all’Unione europea, (..) per creare un mondo digitale, accessibile, e penso che i giovani possano avere una voce come parte della società civile, non solo come parte delle loro organizzazioni. Il Ministro degli esteri ceco ha concluso parlando della crisi dei rifugiati. «Giovani, attivisti, volontari. Grazie a loro siamo riusciti a gestire questa situazione. Quello di cui c’è bisogno è il coraggio dei giovani» (…)
«I giovani devono credere che possono dare forma al futuro e nelle democrazie questo è possibile».


Foto di apertura: Studenti ucraini. Ottobre 2016. Wikimedia Commons


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