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Siena, minacce alla Caritas per l’accoglienza di profughi

Lettera anonima contro i capanelli di pakistani in fila a una mensa delle suore vincenziane: "Passeremo alle vie di fatto". L'ente caritativo: "Uomini e bambini per strada al caldo, dovrebbero indurre ad altri pensieri, magari a offrire un bicchier d'acqua". La solidarietà della Caritas fiorentina

di Giampaolo Cerri

"Qui questa razza di stranieri non la vogliamo, se ne vadano fuori Siena. Prima o poi qualcuno passerà alla vie di fatto, la pazienza non è infinita". È il testo di una lettera anonima che, a quanto riferisce l'edizione senese de La Nazione, è stata recapitata nei giorni scorsi alla Caritas di Siena.

Ci si lamenta della presenza di una ventina di cittadini pakistani fuori da Porta San Marco, nel parco giochi di piazzale Biringucci, che, all’ora di pranzo, si presentano alla sede Caritas in via dei Servi, gestita dalle religiose vincenziane, che servono loro dai 30 ai 40 pasti. "E qui", scrive il quotidiano toscano, "mentre aspettano l’apertura caricano il cellulare, utilizzano i servizi, fanno la doccia, si cambiano". Una presenza che ha irritato, se ne deduce, qualche residente il quale ha inviato una lettera di fuoco, ancorché non firmata, ai responsabili dell'ente caritativo dell'arcidiocesi di Siena-Colle Val d'Elsa-Montalcino.

La Curia non ha esitato a rispondere. “Apprendiamo con profondo dispiacere", si legge in una nota, "che alcuni cittadini hanno fatto rimostranze per la presenza di persone in attesa di poter usufruire dei servizi messi a disposizione dalle Caritas diocesana presso le suore vincenziane in via dei Servi a Siena. La fragilità sociale, la povertà e l’emarginazione non sono e non devono essere un problema di ordine pubblico, ma anzi un tema di confronto e di collaborazione anche con i cittadini. Da tempo la Caritas diocesana è in rete con le istituzioni per essere sempre più pronti a rispondere alle emergenze sociali”. Secondo l'Arcidiocesi, “Il fatto che uomini, donne a volte anche bambini siano in strada con queste temperature dovrebbe fare scattare un meccanismo diverso che porti alla comprensione, al sostegno e all’affiancamento di chi vive ai margini, anche offrendo solo un bicchiere d’acqua. Siamo altrettanto certi che il cuore della maggior parte dei senesi è puntato alla carità e all’accoglienza e che questi episodi dolorosi di intolleranza siano isolati”.

“Stiamo vivendo", conclude il comunicato, "un momento difficile per tutto il nostro Paese e pensare che il problema siano quelli che attendono in strada un pasto caldo o un indumento da indossare rischia di creare un inutile quanto mai dannoso clima di tensione”.

E massima solidarietà alla Caritas di Siena è stata espressa, stamane, dalla consorella fiorentina: "È un fatto grave, cercare di eliminare fragilità sociale e povertà è un valore aggiunto: esprimiamo vicinanza alla Caritas di Siena e invitiamo tutti alla tolleranza e alla comprensione”, ha detto il presidente della Fondazione Caritas di Firenze, Vincenzo Lucchetti.

Sempre e per sempre aiuteremo donne, bambini, uomini, è la nostra missione", ha aggiunto Lucchetti, "serve comprensione maggiore per le persone in difficoltà, per coloro che stanno ore e ore sotto il sole per avere un pasto o un bicchiere d'acqua. In un momento così difficile, la tolleranza e il rispetto delle persone acquista un valore ancora più importante”.

Nella foto in alto una foto della mensa Caritas di Nuoro.


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