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Economia & Impresa sociale 

Casa Tezon, l’unica casa per psichiatriche autrici di reato

In provincia di Verona siamo andati a conoscere un’esperienza unica di reinserimento sociale. Ecco come funziona: dall’arrivo all’avviamento al lavoro

di Diletta Grella

Anna mi viene incontro: «Tu eri con me in carcere di Bologna». E mi sorride, mentre sono in dubbio se dirle che no, non sono io…Siamo a Casa Tezon (www.fattoriasocialetezon.it), una comunità terapeutica riabilitativa protetta, aperta l’anno scorso a Veronella (Vr) dalla cooperativa Promozione Lavoro.

Da 26 a 60 anni
Anna è una delle dieci ospiti. «La nostra struttura è la prima in Italia ad accogliere donne psichiatriche che hanno commesso reati» spiega Giacomo Pelosato, criminologo e responsabile di Casa Tezon. «La patologia psichiatrica le ha rese incapaci nel momento in cui hanno commesso il reato, quindi non sono mai state in carcere, oppure ci sono state per un periodo breve. I reati sono di vario tipo: da quelli commessi durante la vita in strada, come furti o aggressioni, fino a violenze gravi e omicidi. Proprio perché è l’unica struttura di questo tipo a livello nazionale, le ospiti vengono inviate dai Dipartimenti di salute mentale di tutta Italia. La più giovane ha 26 anni, la più grande 60».

Come ogni mattina, anche oggi alle 11 c’è la terapia di gruppo. Le pazienti si siedono in cerchio, mentre Daniele Piccoli, psicoterapeuta e responsabile clinico della casa, le guida abilmente in una chiacchierata fluida e a tratti surreale. Ognuna racconta di sé. Maria parla in modo rallentato di quello che vorrebbe fare in futuro: girare il mondo. Ma dopo poco le frasi si fanno confuse. Interviene Rita, che racconta che «in fondo il suo è un sogno piccolo: avere una casa». Daniele le fa presente che la casa è qualcosa di importante. E gestirla non è facile: prima bisogna imparare a tenere in ordine la propria stanza. Un paio di ragazze sorridono, pensando probabilmente alla stanza di Rita. La terapia di gruppo finisce, una donna si alza, mi segue in giardino e mi dice che lei si sente come in quel film, “Ragazze interrotte”, «tu l’hai visto». Poi mi parla de “Le fate ignoranti” di Özpetek. Le frasi non seguono un filo logico, ma ti arrivano dritte al cuore.
«Durante il primo mese di permanenza nella casa, c’è la fase dell’osservazione» spiega Piccoli. “Valutiamo alcune aree fondamentali, come quella dell’autonomia, che riguarda l’igiene personale, la cura dei propri spazi e di quelli comunitari… E poi c’è l’area relazionale, e quindi il rapporto con le altre pazienti e il personale. Lavoriamo in contatto con i Dipartimenti di salute mentale di provenienza. Dopodiché stendiamo un piano terapeutico riabilitativo, che comprende percorsi di psicoterapia individuali e di gruppo, oltre ovviamente all’utilizzo di farmaci». La cooperativa Promozione Lavoro è molto attiva sul territorio ed è stata premiata all’interno del progetto Imprese Vincenti 2021 di Intesa Sanpaolo (nella tappa dedicata alle imprese sociali).

Due anni di permanenza media
Casa Tezon sorge all’interno di una fattoria sociale, usata dalla cooperativa stessa per diverse attività. Questo permette di coinvolgere le pazienti in laboratori per la realizzazione di marmellate e conserve, o nella cura delle api. Alcune, poi, una volta alla settimana, vendono frutta e verdura nei mercati rionali.«L’obiettivo è il reinserimento di queste donne nella società, per quanto possibile» prosegue Pelosato: «Abbiamo aperto la Casa l’anno scorso, e la permanenza al suo interno sarà in media di due anni. Dopodiché si studierà una soluzione su misura per ciascuna. Uno step potrebbe essere quello degli appartamenti, dove quattro o cinque persone vivono insieme in autonomia, sempre monitorate dai Dipartimenti di salute mentale». «La difficoltà principale, per le nostre ospiti, è quella di accettare di avere commesso un reato», continua Piccoli. Che chiosa: «In questo il gruppo è fondamentale, è il vero organo curante. Ci permette di capire che siamo tutti fragili e di accettarci l’un l’altro. Quello che come terapeuti dobbiamo fare è cercare di offrire a queste donne strategie e competenze alternative a quelle che hanno usato in passato e che sono risultate disfunzionali. Diciamo che non possiamo cambiare gli ingredienti, ma possiamo ridefinire le ricette, rendendole appetibili».

Il nostro Social Factor
«Io credo che la principale innovazione sociale di Casa Tezon stia proprio nel fatto che è l’unica struttura in Italia per donne con patologie psichiatriche che hanno commesso reati» spiega Giacomo Pelosato, responsabile della struttura. «Il nostro personale è formato da operatori socio-sanitari, infermieri, educatori, uno psicoterapeuta, uno psichiatra, un direttore sanitario e un criminologo. Tutti specializzati in ambito psichiatrico-forense. Questo significa che le pazienti sono accolte in una ambiente unico, capace di comprendere la loro situazione e di gestirla». «Il fatto che la casa sia solo femminile è molto importante» prosegue Daniele Piccoli, responsabile clinico, «perché facilita la riabilitazione. La relazione con l’altro sesso scatenerebbe infatti tutta una serie di complicazioni, considerando la situazione di grande fragilità in cui si trovano le nostre ospiti».
Info: Casa Tezon – Via Roversello 12, 37040 Veronella (VR) – Tel. 0442-482029
mail: sociale.tezon@promo-lavoro.it – www.fattoriasocialetezon.it


Nella foto principale: la terapia di gruppo, un momento fondamentale al quale le ospiti di Casa Tezon partecipano tutti i giorni


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