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Minori, conflitti e salute mentale, l’impatto e gli interventi in campo

Orso Muneghina, responsabile Programmi internazionali e Risposta all’emergenza di Sos Villaggi dei Bambini interviene su diversi aspetti legati all’impatto che una guerra ha su famiglie e bambini in fuga. «Il sostegno materiale, oltre a quello psicologico, è fondamentale». A livello internazionale, Sos Villaggi dei Bambini Italia guida, all’interno della Federazione Internazionale, il Programma globale di esperti sulla salute mentale e sul supporto psicosociale

di Redazione

Per affrontare il tema dell’impatto di un conflitto sul benessere psicosociale e la salute mentale di bambini e ragazzi Orso Muneghina, responsabile Programmi internazionali e Risposta all’emergenza di Sos Villaggi dei Bambini, parte dalla definizione che l’Organizzazione mondiale della Sanità dà del benessere psicosociale e cioè della: «capacità di un individuo di usare le proprie capacità emotive e cognitive e di esercitare una funzione produttiva all’interno della società. Si tratta anche della capacità di rispondere alle sfide e alle esigenze quotidiane e di stabilire relazioni con gli altri partecipando costruttivamente, avendo quindi un ruolo attivo, in tutto ciò che determina e influenza l’ambiente in cui si vive. Senz’altro una definizione che abbraccia molte sfere e dimensioni».

Per i bambini e le famiglie in fuga da conflitti, non ultimo quello russo-ucraino, qual è la portata dell’impatto di questo fenomeno sul loro benessere?
La risposta non è semplicissima. È ovvio che l’impatto è negativo, ma la sua portata dipende da tanti fattori, non ultimo il tipo di assistenza e di protezione che vengono offerte e garantite nei Paesi che vivono il conflitto e in quelli che accolgono i rifugiati. Per esempio, il riconoscimento di un certo status oppure la possibilità di lavorare, sono aspetti che hanno un’incidenza molto profonda rispetto al modo in cui viene vissuta ed elaborata questa esperienza dal punto di vista della salute mentale. Quello che ci possiamo aspettare è che i livelli di stress, di dolore e il senso di perdita aumentino in maniera significativa e siano spesso correlati. Ci sono spesso esempi di comorbidità e un acutizzarsi dei disturbi di salute.

Ci sono particolarità per il conflitto russo-ucraino?
Alcuni degli aspetti più preoccupanti di questo conflitto specifico riguardano senz’altro il fatto che l’Ucraina viene, come il resto del mondo, da due anni di pandemia che ha già influenzato tutta la dimensione sociale, familiare e scolastica, e il fatto che la guerra dura dal 2014, quindi c’è un’intera generazione che non ha conosciuto altro che la guerra.

Uno dei disagi maggiori è la rottura della routine. Soprattutto per i bambini la routine è fortemente protettiva: la possibilità di andare a scuola, di giocare, di sapere cosa li aspetta durante la giornata. Sono elementi importanti anche per gli adulti, ma fondamentali per i bambini e i ragazzi.

Orso Muneghina

Quali sono i disagi più frequenti che si riscontrano nei bambini che sono stati prima sottoposti allo stress della guerra e successivamente a quello procurato dall'abbandono della propria abitazione?
Dal punto di vista clinico ci sono delle manifestazioni molto evidenti ma non tutte indicano necessariamente una risposta patologica. Uno dei disagi maggiori è la rottura della routine. Soprattutto per i bambini la routine è fortemente protettiva: la possibilità di andare a scuola, di giocare, di sapere cosa li aspetta durante la giornata. Sono elementi importanti anche per gli adulti, ma fondamentali per i bambini e i ragazzi. E in un contesto di dislocazione forzata questa routine viene completamente distrutta, sconvolta. Si tratta anche della perdita dei punti di riferimento all’interno della famiglia, della società ed è per questo che quello che si cerca di fare, in risposta a queste emergenze, è proprio ricostituire e rafforzare questi legami e questi contesti.

In che tempi questi bambini e queste bambine potranno superare il trauma della situazione di conflitto che hanno vissuto, sempre che sia possibile?
In linea di massima quello che sappiamo sulla base di altre crisi è che la maggior parte delle persone si riprende dall’esposizione ad eventi traumatici anche senza bisogno di un intervento professionale. È però fondamentale che venga garantito loro un ambiente sicuro e di supporto e per questo gran parte dell’aiuto umanitario è incentrato sul soddisfare questo tipo di bisogno. Il sostegno materiale, oltre a quello psicologico, è fondamentale. Hanno bisogno di un ambiente familiare che continui a essere un ambiente sicuro e protettivo, cosa che spesso in queste situazioni non avviene. Allora si cerca di lavorare con le famiglie così che superino condizioni di necessità che potrebbero portare i genitori a essere negligenti nei confronti dei propri figli.
Quando parliamo di trauma psicologico è sicuramente molto più alto nelle popolazioni colpite da conflitti. Negli Stati Uniti, per esempio, è intorno al 3,6% mentre secondo l’Oms il tasso di riferimento nelle popolazioni che hanno vissuto un conflitto, come quello ucraino, è intorno al 15%.

Cosa fa Sos Villaggi dei Bambini per tutelare e supportare il benessere psicosociale di bambini e ragazzi in Italia e nel mondo? E nello specifico per bambini, ragazzi e famiglie vittime di conflitto?
Il tipo di attività che proponiamo si riferisce all’ambito familiare e sociale, quindi anche scolastico. Molti genitori che sosteniamo hanno livelli di stress che non sono legati solo alla violenza dalla quale sono fuggiti, ma anche alle sfide quotidiane: immaginate un padre o una madre che non hanno più un lavoro e che non sanno come far fronte alle spese di ogni giorno. L’aumento dello stress e dell’angoscia nei genitori può portare a un aumento della genitorialità negativa e quindi è molto importante cercare di offrire interventi che vadano a rafforzare le opportunità per queste famiglie di vivere nel modo più sereno possibile. E questo vale anche per la scuola, che offre ai bambini una struttura e delle routine positive. Per questo è fondamentale non interrompere il percorso scolastico.
Offriamo interventi come TeamUp che, attraverso una serie di attività ludiche e dinamiche, lo sport, la danza, lo yoga e la respirazione, consente ai partecipanti di imparare tecniche di autoregolazione e di gestire eventuali conflitti in modo positivo e ai facilitatori l'identificazione di bambini che necessitano di ulteriore supporto psicosociale.
Recentemente stiamo fornendo supporto, in termini di accoglienza e protezione, ai nuclei mamma con bambino provenienti dall’Ucraina e il sostegno psicologico e professionale alle mamme che arrivano in Italia senza gli strumenti per poter essere autonome.
In particolare, tra il mese di giugno e la fine agosto accogliamo nel Centro estivo di Caldonazzo (TN) circa 300 persone, tra bambini e famiglie ucraini fuggiti dalla guerra, che avranno l’occasione di partecipare ad attività educative e ludico-ricreative (qui la news).
A livello globale, Sos Villaggi dei Bambini Italia guida, all’interno della Federazione Internazionale, il Programma globale di esperti sulla salute mentale e sul supporto psicosociale con l’obiettivo di rafforzare le capacità di supporto psicosociale per la salute mentale di bambini/e, ragazzi/e, operatori/trici e volontari/e nei Programmi e Villaggi Sos.

In apertura foto da Sos Villaggi dei Bambini – da Ufficio stampa