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Educatori dipendenti dai Comuni, nuovo contratto

Firmato ieri il pre-accordo fra Aran e sindacati. Novità per educatori di nidi e scuole dell’infanzia, personale addetto al sostegno operante nelle scuole statali, insegnanti dipendenti dei Comuni ma anche per gli educatori professionali socio pedagogici ed educatori professionali socio sanitari che lavorano nel settore sanitario

di Redazione

L'ARAN riconosce la figura dell'educatore professionale socio-pedagogico nei contesti socio-sanitari. Il 4 agosto, alle ore 19,30, sindacati e Aran hanno sottoscritto una Ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro relativo al Personale del Comparto Funzioni Locali Triennio 2019/2021. Il contratto riguarda circa 430mila dipendenti, con un incremento retributivo medio di euro 100,27 mensili per tredici mensilità. Il nuovo contratto si applica a tutto il personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e a tempo determinato dipendente da Regioni, Province, Città Metropolitane, Comuni, Unioni di Comuni ed ex Ipab.

Una sezione specifica riguarda il personale educativo e scolastico, una il personale delle professioni sanitarie e sociosanitarie, una per il personale con obbligo di iscrizione a ordini o albi professionali o albi speciali. Parliamo quindi di tante delle figure professionali attorno a cui in questi mesi si è acceso il dibattito: educatori per nidi e scuole dell’infanzia, personale addetto al sostegno operante nelle scuole statali, insegnanti dipendenti dei Comuni ma anche gli educatori professionali socio pedagogici ed educatori professionali socio sanitari.

L’articolo 94 disciplina il lavoro del coordinatore pedagogico che «svolge le attività attinenti alla sua competenza professionale specifica assicurando la funzione di coordinamento pedagogico, indirizzo e sostegno professionale al lavoro individuale e di gruppo degli educatori/insegnanti e del personale ausiliario. Il coordinatore promuove altresì l’incontro tra gli educatori/insegnanti e i genitori dei bambini per confrontarsi sulla progettazione educativa e sulle prospettive dell’educazione dei bambini e cura il raccordo tra le istituzioni scolastiche ed educative e i servizi sociali e sanitari».

Qui l’ipotesi dell’accordo.

Foto Unsplash


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