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Economia & Impresa sociale 

Fra southworking e arte, l’antico tabacchificio diventa galleria

Maria Elena Perrotta dagli Stati Uniti e dal design internazionale torna in Salento e, con due amici, organizza un'associazione culturale, Artas, che rigenera la dimora famigliare e ne fa un hub per giovani artisti

di Laura Solieri

Un luogo di famiglia speciale, una terra meravigliosa come la Puglia, un’intuizione che si concretizza in uno spazio a servizio della cultura in senso lato, per intercettare il turismo artistico e non solo.

È così che nasce l’associazione culturale Artas (@artas_odv su Instagram) con sede a Taurisano, in provincia di Lecce (in via Comi 2), in quella che è stata la casa natale della nonna paterna di Maria Elena Perrotta, un ex tabacchificio e frantoio che oggi ospita eventi e mostre.

“L’idea è venuta a Caterina Stasi (vice-presidente di Artas) e Osvaldo Preite (tesoriere)", racconta Perrotta, che l'associazione presiede, "e io ho contribuito alla sua realizzazione, dalla volontà di recuperare luoghi storici di famiglia, conservarli e farli conoscere. Attraverso l'identità della tenuta vogliamo trovare forme di valorizzazione mediante nuovi linguaggi contemporanei per diffondere la cultura. Il luogo ha un'energia particolare, ha una prima storia e nasce con una funzione agricola e di opificio, poi è stato trasformato per scopi di residenza e deposito. Lasciandolo così com'è gli si vuole trovare una terza funzione, una terza storia, senza per forza dargli il classico uso turistico come fanno in molti in Puglia: vogliamo ravvivarlo come uno spazio a servizio della cultura in senso lato che catturi sì il turismo ma quello artistico e culturale”.

Perrotta lavora nel campo del design e dell'innovazione, Preite è un appassionato d'arte, Stasi è esperta di beni culturali e paesaggio e gli altri soci fondatori lavorano o hanno passioni relative a settori come restauro, arte, cultura, e si sono messi assieme anche con fini di mecenatismo, rendendosi disponibili ad ospitare artisti e artigiani in residenza.

Nella convinzione che l’identità culturale dei luoghi e delle comunità vada ricercata e raccontata anche attraverso le micro storie e i luoghi identitari che sono stati funzionali allo sviluppo della comunità, Artas – che ha in comodato d’uso un immobile inserito nel “Sistema degli opifici agro-alimentari (Manifatture Tabacchi)”, un unico corpo formato da una manifattura tabacchi, un frantoio oleario, il trappeto e vari magazzini e depositi – intende promuovere e organizzare scambi formativi e culturali, organizzare programmi di cultura, artistico e sensoriale diretti agli associati, a tutti i cittadini e agli operatori del settore culturale, per una più diffusa conoscenza delle proprie radici storiche e culturali.

“Grazie ai feedback estremamente positivi che stiamo raccogliendo da nostri contatti nel mondo dell'arte, design, cinema e artigianato, abbiamo molte idee su progetti futuri che probabilmente finalizzeremo durante questa prima mostra. Una delle idee secondo me più interessanti è quella di fare un film residence di registi, cosa che non esiste ancora in Italia – racconta Maria Elena, che ha 37 anni e oggi vive a Milano dove ha studiato Economia ma in passato ha vissuto sei mesi in Scozia, due anni a Copenaghen e otto anni a New York, dove ha lavorato come direttore commerciale per un’azienda di design, Seletti – Ho lavorato a stretto contatto con i rivenditori americani come il MoMA Design Store anche grazie alla linea fatta con Toiletpaper magazine di Maurizio Cattelan, e ho partecipato come vendor a fiere sia di design che di arte (Art Basel Miami etc.). Lavorando per un'azienda molto piccola in un mercato molto grande, ho imparato anche funzioni non prettamente commerciali, per esempio come costruire e fare lo styling di display in fiere e negozi, e dunque ho assorbito – soprattutto grazie a qualche prezioso insegnamento di Stefano Seletti – un gusto e uno stile che prima non avevo. Tornata in Italia sono diventata freelance e ho iniziato nel primo lockdown Covid a collaborare con alcuni brand Italiani di alto livello e così ho conosciuto l'alta artigianalità e creatività nel settore e me ne sono ancor più appassionata”.

Perrotta racconta di essere tornata perché aveva voglia di Europa e un senso di delusione e non appartenenza alla cultura in cui si trovava; lavorare in America richiede un visto – cosa che tarpa parecchio le ali poiché limita le possibilità lavorative e di fare progetti propri – o la greencard, che soprattutto da qualche anno a questa parte è diventato un processo costoso e laborioso che può durare anche più di tre anni.

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“Tornare in Italia, nonostante sia coinciso con un periodo buio come quello del primo lockdown, mi ha dato una sensazione di libertà lavorativa e di poter ricominciare da capo in modalità più libera come quella del freelance che mi permette di diversificare il mio portfolio clienti e lavorare con brand in cui credo molto e che hanno diverse caratteristiche di interesse per me” racconta l’imprenditrice

Oltre a questo, vivere tanti anni all'estero ha fatto apprezzare molto di più a Perrotta la sua terra di origine, e soprattutto la storia che c'è dietro a edifici di famiglia (suo padre è salentino e nato nel paese in cui si trova la sede di Artas).

“Vedo che molte persone che conosco e che erano andate a lavorare e vivere all'estero nei loro 20 anni, stanno tornando nei loro 30, sia per via del Covid che degli incentivi fiscali esistenti sia per motivi personali legati soprattutto al fatto che comunque la qualità della vita in Italia, quando si è raggiunto un certo livello di carriera e salariale, è più alta che nella maggioranza dei paesi in cui si tende a emigrare per via delle migliori condizioni lavorative. Altrettanto ho osservato il fenomeno del south working, che ha avuto il picco durante la pandemia, nel quale molti giovani che erano al nord da tanti anni, si sono ritrasferiti al Sud”.

A proposito di questo, Perrotta cita l’esempio di quello che è stato un suo compagno di studi alla Bocconi, Nicolò Andreula di Bari, che oggi organizza eventi e conferenze molto interessanti in Puglia per aiutare lo sviluppo soprattutto delle start up e dei giovani della zona.

“Mi ha molto stupito il network di artigianato che esiste in Salento e il fatto che svariate aziende di design che conoscevo già siano nate e a volte abbiano addirittura base in Puglia! Grazie al lavoro e alle conoscenze che ho costruito per lavoro nel settore tessile eco sostenibile negli ultimi due anni, stiamo anche lavorando allo studio di fattibilità di una startup…Ma di questo spero di poter parlare più avanti! – sorride Perrotta – Questa regione e il Sud in generale credo siano una fonte inestimabile di creatività e artigianalità, che deve essere preservata, e penso che in questo momento, anche grazie ai fondi europei/Pnrr a cui si può attingere, chi può e ha delle idee soprattutto relative alla conservazioni di arti e luoghi della nostra storia, dovrebbe assolutamente provare a farlo”.

Il primo appuntamento di Artas si apre domani, sabato 6, e proseguirà fino al 11 settembre: si tratta di Mare Karina Showroom, una vetrina sul lavoro di oltre 20 artisti italiani e internazionali, tra dipinti, design, vestiario, arredamento, fragranze e molto altro (inaugurazione dalle 19 alle 23, e seguirà un after party presso Masseria Wave a Lecce).


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