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Prociv Quartu, gara di solidarietà dopo il raid vandalico

Nei giorni scorsi, ignoti hanno danneggiato mezzi di soccorso, attrezzature e uffici dell'associazione sarda, che proprio quest'anno festeggia il 40esimo anniversario dalla fondazione. Messaggi di vicinanza dal mondo del Terzo settore e dalla Regione Sardegna. I carabinieri sulle tracce degli autori

di Luigi Alfonso

Danni per decine di migliaia di euro. Ma, soprattutto, un gesto che è uno schiaffo a un’intera comunità. Il raid vandalico compiuto da ignoti nei giorni scorsi alla sede della Prociv di Quartu Sant’Elena (Cagliari) fa discutere, e non solo all’interno del mondo del volontariato sardo. Mentre i carabinieri della locale Compagnia sono al lavoro per capire chi sono gli autori di questa bravata (non si esclude neppure l’atto a scopo intimidatorio, visto che non ci sono segni di effrazione alle porte d’ingresso), si aspetta di conoscere la certificazione dei danni da parte dei periti.

«Non ci resta che aspettare, al momento siamo costretti a bloccare tutte le attività perché sono fuori uso le ambulanze e altri mezzi di soccorso e dell’antincendio», è lo sconsolato commento di Alice Puddu, la giovane presidente della Prociv Quartu. «Hanno portato via un defibrillatore e alcune radio ricetrasmittenti, danneggiato due pompe idrovore da seimila e tremila litri, tra le più potenti in uso nelle associazioni di protezione civile che operano in Sardegna. Per fortuna non hanno toccato un tendone da 500 posti che utilizziamo in occasione delle emergenze più importanti».

Tra le prime persone a contattare la presidente Puddu e manifestare la piena solidarietà del mondo del Terzo settore e del volontariato sardo, Lucia Coi, presidente del Centro Servizi Sardegna. «Siamo vicini agli associati e al direttivo della Prociv, e comprendiamo lo stupore e il dispiacere che stanno provando in questo momento», è il suo commento. «È decisamente molto più difficile, invece, comprendere le motivazioni di un raid compiuto nei confronti di un gruppo di persone che, in forma del tutto gratuita e con grande generosità, da 40 anni sono al servizio della comunità quartese, e non solo. Apprendiamo che i danni, ad una prima conta, ammonterebbero a non meno di 60mila euro: una cifra enorme, per una realtà del genere. Che si tratti di un atto vandalico o di una vendetta, non spetta a noi dirlo: lo accerteranno le autorità preposte. Resta la viltà di chi ha compiuto questo gesto ignobile che, di fatto, priva un importante territorio della nostra Isola delle preziose attività di volontariato svolte con professionalità e massimo impegno dal personale della Prociv di Quartu, in particolare sul fronte degli incendi. Tutto questo è accaduto, lo sottolineo, in un delicato periodo dell’anno, quando migliaia di operatori sono ancora al lavoro nel contrasto alla piaga dei roghi. Ci adopereremo in tutti i modi per consentire agli amici della Prociv una pronta ripresa delle attività».

Anche la presidenza della Regione ha inviato un messaggio di vicinanza. «In tanti si stanno mobilitando, in una sorta di gara di solidarietà», sottolinea Puddu. «Ci fa piacere sapere di non essere soli. A noi basta avere i soldi sufficienti per ripristinare i mezzi danneggiati e acquistare le attrezzature che ci sono state sottratte, oltre ai kit di soccorso che sono ormai inservibili. Di sicuro, non ci faremo intimidire da un episodio delinquenziale compiuto da poche persone».

Trenta soci volontari, un impegno costante che va avanti dal 1982 («Non è certamente il modo migliore di festeggiare il quarantennale dalla nostra fondazione», è l’amara considerazione di Puddu), la Prociv è sempre presente quando le emergenze chiamano, anche da località distanti. Spesso interviene in stretta collaborazione con altre importanti realtà del territorio, come il Masise dei vicini Comuni di Maracalagonis, Sinnai e Settimo San Pietro. Le sue attività spaziano dall’antincendio alla protezione civile (per esempio, l’alluvione di Olbia del 2013, il terremoto nelle Marche del 2016, la ricerca dispersi in aree montane oppure l’accoglienza dei profughi ucraini), dall’assistenza sanitaria agli anziani e ai disabili sino agli interventi in casi eccezionali, come la raccolta di fieno nelle annate di grave siccità a favore delle aziende agricole maggiormente in difficoltà. Lo sdegno della cittadina quartese, in poche ore, si sta trasformando in qualcosa di più positivo che verosimilmente consentirà a questa associazione di riprendere a lavorare nel giro di poche settimane.