Cooperazione & Relazioni internazionali

Balene, scienziati e volontari insieme contro la grande strage

Ogni anno 300mila cetacei muoiono nella loro migrazione verso le mete di riproduzione e riposo: reti invisibili e traffico marittimo i principali responsabili. Anche nel Mediterraneo. Il Wwf Italia collabora con gli atenei per ricerche naturalistiche che possano aiutare a capire di più le migrazioni, mappandole, e quindi a sensibilizzare e prevenire

di Barbara Marini

Ogni anno sono 300mila, una cifra enorme, le balene e i cetacei che, nel mondo, vengono uccisi da reti da pesca "invisibili" e altre attrezzature, dagli avvelenamenti, dalle collisione con le navi.

Accade anche in quella sorta di "autostrada marina", che ogni anno viene percorsa, per nutrirsi e riprodursi, dai cetacei nel Mediterraneo.

Animali che devono riuscire a sopravvivere al traffico navale e all’inquinamento acustico proprio come fossero incidenti frontali e diretti, al cambiamento climatico, all’inquinamento chimico e da plastica subendone un impatto indiretto ma spietato sui loro habitat e sulle loro prede. Ma la morte senza scampo arriva a causa del bycatch, per reti fantasma o attrezzi per la pesca pericolosi.

Questo succede quando queste meravigliose e antiche creature percorrono i loro corridoi di migrazione, tra le nostre coste e quando l’attività antropica è priva della coscienza che dovrebbe avere. Tutto ciò nel silenzio e nell’inattività di chi vede il mare solo come pista per enormi navi da crociera e da trasporto, pesca senza regole e un’idea di rapporto con l’ambiente che nulla ha a che vedere con la conoscenza stessa dell’ambiente.

Sempre in silenzio c’è invece chi monitorando e studiando i cetacei, ha mappato queste rotte e ha individuato ad esempio le rotte migratorie delle balene, nelle acque nazionali e internazionali in zone costiere e pelagiche, che rappresentano per loro le aree sosta della loro alimentazione, le aree per la riproduzione e quelle più adatte alla crescita dei cuccioli. Solo la percezione di questi movimenti dovrebbe almeno incuriosirci e renderci prudenti sulla nostra continua invasione e sfruttamento dei mari, poiché abbiamo messo in pericolo quei luoghi chiave, per la loro sopravvivenza, non solo nei mari sconfinati e lontani degli oceani ma anche nel Santuario Pelagos, nato per la protezione dei mammiferi marini del Mediterraneo, dove ogni anno muoiono moltissimi cetacei.

Quanti è impossibile saperlo con precisione, ma per farsi un’idea basta sapere che solo in questa area di si concentra oltre il 17% del traffico marittimo mondiale.
Molti sono i centri e le Università internazionali che studiano i cetacei nel mondo. In Italia il Wwf insieme a Wwf Travel, Sailsquare e inserito nella campagna Wwf GenerAzioneMare ha coinvolto i turisti e la popolazione in un progetto Citizen science chiamato Vele del Panda che, dal 2019, è focalizzato sulla tutela e salvaguardia della fauna marina. Lo scopo è raccogliere dati sulla presenza ed il comportamento dei cetacei in alcune aree chiave per la mega fauna mediterranea, insieme a skipper e turisti che veleggiano nel nostro mare. Un modo di fare sport e vacanza che invece collabora al benessere di tutti gli abitanti del mare.

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Due ricerche naturalistiche

Due gli studi di cui vi raccontiamo. Il primo nell’Arcipelago toscano alla ricerca dello Zifio: un cetaceo odontocete (cioè dotato di denti), considerato l’unico della famiglia Ziphiidae regolarmente presente nel Mediterraneo ma specie vulnerabile secondo la Iucn e in passato considerata specie rara o carente di informazioni (Data Deficient – Iucn) a causa del suo comportamento elusivo.
Insieme a ricercatori e guide whale watching come Ludovico Sebastiani dell’Università di Roma “La Sapienza” che accompagna questi turisti curiosi, hanno partecipato alle crociere di ricerca, coinvolgendosi in attività di avvistamento e foto-identificazione dei cetacei, sia nel Santuario Pelagos, sia nelle zone del Mediterraneo meridionale caratterizzate dai profondi canyon, dove le correnti favoriscono l'upwelling – la risalita delle acque profonde di grandi masse di acqua fredda, densa e ricca di nutrienti- che ne fa zone di alimentazione per i grandi cetacei

In due anni di attività di ricerca sulle Vele del Panda Wwf, Sebastiani – insieme a tutti i componenti del team di guide whale watching Wwf coordinati dalle ricercatrici Laura Pintore e Joelle Montesano – ha realizzato un catalogo foto identificativo che ha permesso di accertare la presenza dello zifio e di atri cetacei nell’Arcipelago Toscano, dimostrando l’importante valore ecologico dell’area, per la quale si raccomanda l’implementazione delle misure di conservazione.
Il secondo studio nel mar Ligure dietro le rotte della balenottera comune del Mediterraneo, la Balaenoptera physalus.
A realizzarlo è stata Laura Pintore, etologa ed esperta cetacei del Wwf Italia, grazie al progetto di dottorato di ricerca in collaborazione con l’Università degli studi di Torino e finanziato dal Wwf Italia, che ha dimostrato la regolare presenza della balenottera comune nel Mar Ligure, anche nel periodo autunnale. Attraverso la tecnica del Passive Acoustic Monitoring: il monitoraggio acustico passivo attraverso l’utilizzo di idrofoni fissi, è stato possibile dedurre che – a differenza di quanto detto da studi precedenti – non tutti gli individui migrano verso il Mediterraneo meridionale durante l'autunno e l'inizio dell'inverno, rimanendo nella zona anche durante l'autunno per l'alimentazione o la riproduzione. I risultati hanno mostrato poi che la presenza acustica delle balenottere comuni è più alta durante l'autunno rispetto ai mesi estivi. Un risultato inaspettato perché le più grandi aggregazioni conosciute nella zona sono state registrate durante l'estate, con un'alta variabilità interannuale.
Così, guardando l’orizzonte in questi giorni di fine estate, provate a immaginare che razza di traffico ci sia sotto le acque dei nostri mari, dentro questi canali migratori, di vita, nascita e alimentazione e riproduzione… provate a pensare a 300mila morti e provate a restare fermi e a non fare nulla.

Non è che possiamo tutti andare a fare monitoraggio certamente, ma ognuno di noi può decidere come e cosa sia fare vacanza e chi sperare di incontrare vivo sul proprio cammino. Sopra o sotto la linea dell’orizzonte.


Le foto e il video sono di Emanuele Quartarone per Wwf Italia


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