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Politica & Istituzioni

AiBi: «Un pacchetto di riforme concrete per l’adozione»

In vista delle elezioni politiche del 25 settembre, AiBi lancia una nuova rubrica per riflettere sugli argomenti più sentiti dalle famiglie, a partire dall’adozione

di Redazione

A 20 giorni dalle elezioni politiche 2022, AiBi lancia sul proprio sito una nuova sezione dedicata alle elezioni politiche. L’obiettivo è quello di esplorare gli argomenti più “cari” alla sua comunità di lettori e vedere come vengano affrontati nei vari programmi dei partiti e delle coalizioni che si presentano alla tornata elettorale. Chi nei programmi, parla, o per lo meno accenna, all’adozione? Chi dedica più spazio alla famiglia e con quali proposte? C’è traccia dell’affido in qualche pagina scritta dai partiti per convincere gli elettori? Quanto è centrale la scuola? L’adozione è ovviamente uno dei temi principali di interesse per AiBi: , che da oltre 40 anni fa la spola avanti e indietro tra i vari Paesi del mondo, cercando di tenere allacciati i legami fra due “periferie”: i bambini abbandonati che desiderano dei genitori e le coppie che desiderano un figlio.

«Finalmente, oggi, la CAI ha ripreso a funzionare, con un vicepresidente che si impegna sul campo, nonostante il silenzio istituzionale. A quanto ci risulta, nei programmi elettorali presentati solo Matteo Salvini ha fatto sentire la sua voce sull’argomento. La “periferia” dei bambini abbandonati non ha colore politico e chiede giustamente a tutti di farsi carico del futuro. È un dovere di ciascuno: di ogni politico, di ogni partito…», afferma Marco Griffini, presidente e fondatore di Ai.Bi.-Amici dei Bambini. «Noi che ci siamo assunti l’impegno di rappresentare i diritti di questi bambini abbandonati, sentiamo il dovere di chiedere a tutti di farsi carico dei milioni di minori che sono in questa condizione! Perché di tempo non ce n’è più».

Per l’adozione «urge un pacchetto di riforme concrete: la gratuità dell’adozione internazionale; togliere ai Tribunali dei Minorenni la competenza dell’idoneità; una formazione congiunta di enti autorizzati e servizi fin dalla presentazione della domanda; la digitalizzazione di tutto il procedimento in Italia (prefetture, comuni…); la riforma della CAI in un organismo più snello, efficiente, alle dipendenze del MAE e con una rappresentanza degli enti autorizzati; l’individuazione presso ogni ambasciata italiana di un funzionario dedicato all’adozione internazionale. Sono proposte di buon senso che non sono né di destra né di sinistra, ma che vogliono rispondere al grido dei bambini abbandonati di tutto il mondo. Un obiettivo politico nel senso più nobile del termine: ovvero di qualcosa che attiene a tutti».


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