Cooperazione & Relazioni internazionali

Quei corpi dei bambini gettati in mare dai compagni di viaggio

È quanto emerge dalle prime testimonianze raccolte dall’Unhcr a Pozzallo (Ragusa), dove oggi sono arrivati 26 naufraghi visibilmente denutriti e con segni di desquamazione della pelle. Durante il viaggio interminabile dalle coste della Turchia, sono morte sei persone, tra cui bambini di 1 e 2 anni. I corpi in stato di putrefazione sono stati gettati in mare

di Alessandro Puglia

Sono stati gettati in mare dai loro compagni, in un viaggio interminabile durato più di 10 giorni dalle spiagge della costa turca.

È quanto emerge dalle prime informazioni raccolte dal team dell’Unhcr, l'Agenzia Onu per i rifugiati, da sempre presente in Sicilia nei luoghi di sbarco.

A giungere nel porto del Ragusano scortati da una motovedetta della guardia costiera sono stati 26 siriani e afghani, tutti in condizioni precarie di salute: “E’ da anni che non li vedevamo arrivare in questo stato”, racconta a Vita il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna. I migranti visibilmente denutriti mostravano segni di desquamazione della pelle. Durante il viaggio forse per alleggerire il peso dell’imbarcazioni o per restituire le vite al mare si sono dovuti sbarazzare dei corpi in stato di putrefazione, quelli di bambini di 1 e 2 anni, un ragazzino di 12 e tre donne, morti di sete, come spesso capita in questi lunghi viaggi interminabili.

Il team dell’Unhcr continuerà a raccogliere le testimonianze dei superstiti che dopo giorni di richieste d’aiuto erano stati soccorsi a largo delle coste orientale libiche da un mercantile battente bandiera liberiana e successivamente raggiunti da un altro mercantile italiano. É stata quindi resa necessaria l’evacuazione di una bambina in grave stato di disidratazione che, insieme alla madre, è stata trasferita a Malta.

I naufraghi sono stati poi tutti trasbordati – a circa 80 miglia a largo di Siracusa – nella motovedetta CP325 della guardia costiera italiana e condotti in salvo a Pozzallo. L’equipaggio a bordo della nave liberiana riferiva di non aver trovato corpi privi di vita a bordo, perché purtroppo i compagni di viaggio li hanno dovuti riconsegnare al mare. Tra loro c’erano i corpi di bambini di 1 e 2 anni, di un ragazzino di 12 anni e di tre donne.

Una tragedia che si aggiunge a quella della piccola Loujin, la bimba siriana di 4 anni morta di sete a bordo di un barcone partito dal Libano. Una storia che è stato possibile ricostruire attraverso l’attivista Nawal Soufi: "Loujin è morta a causa delle politiche europee. È morta tra le braccia della madre mentre diceva: mamma ho sete".

Oggi si aggiungono i corpi di altri bambini, gettati in mare con estremo dolore dai loro stessi compagni di viaggio.

Foto in apertura di Danilo Balducci, Agenzia Sintesi.


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