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Gli italiani hanno scelto l’Italia per le prime vacanze post Covid

Quelle del 2022 erano le prime vacanze estive degli italiani post Covid: secondo la ricerca del Touring Club Italiano il 94% ha fatto almeno una vacanza da giugno a inizio settembre, il 74% ha preferito mete italiane, il 45% ha scelto il mare, il 18% la montagna, in calo sugli anni precedenti, il 6% le città d’arte, il 4% borghi ed entroterra

di Redazione

Come sono andate le vacanze degli italiani in queste prime vacanze post Covid, ma segnate da molteplici criticità (guerra in Ucraina, crisi energetica ed economica, oltre alla pandemia sotto traccia)? L’indagine che il Centro Studi del Touring Club Italiano ha condotto sulla community TCI, composta da oltre 300mila persone, fa emergere le tendenze del turismo in questa estate alla ricerca di una nuova normalità nei comportamenti e nell’esperienza di viaggio. La quasi totalità dei rispondenti – circa il 94% – ha fatto almeno una vacanza tra giugno e oggi.

I comportamenti all’insegna della cautela (scelta di destinazioni poco affollate, 34%; turismo di prossimità, 31%; minor frequenza di bar e ristoranti, 25%) che avevano contraddistinto gli anni passati sono stati appannaggio di una minoranza di persone. Oltre il 70% dei rispondenti, poi, dichiara di aver trovato le mete turistiche più affollate rispetto al periodo pre-Covid, segno che la macchina turistica è davvero tornata a regime.

L'Italia scehlie l'Italia

L’Italia è da sempre la metà preferita delle vacanze estive dei nostri connazionali anche se la differenza rispetto al 2021 (quando era il 91%) è molto evidente: il 74% ha scelto una destinazione domestica rispetto a una quota in forte crescita (26%) che è andata all’estero, limitandosi comunque all’Europa. Le regioni più frequentate sono state Trentino-Alto Adige (13%), Sardegna in recupero rispetto agli anni precedenti (11%), Puglia (10%) e Toscana (9%). All’estero, pur con numeri contenuti, c’è stata una forte polarizzazione su Francia (24%), che supera anche quest’anno la Grecia (17%), seguite da Spagna (10%) e Croazia (7%).

Il mare è la meta preferita (45%) anche nell’estate 2022 e successivamente, in calo, c’è la montagna (18%) seguita dai viaggi itineranti in auto, moto e camper. Si conferma, almeno rispetto ai dati pre-Covid, una certa rilevanza dei borghi e dall’entroterra (4%) e una lenta ripresa delle città d’arte (6%).

Nonostante le incertezze per le vacanze estive derivanti dalle molteplici incognite e difficoltà, quella 2022 torna ad avere una stagionalità simile ai periodi pre-Covid: massima concentrazione ad agosto (50%), media a luglio (33%) e più bassa a giugno (18%) ma in forte crescita rispetto agli ultimi anni. Molto probabilmente questa tendenza è imputabile alla situazione di crisi economica generalizzata e all’aumento dei prezzi di beni e servizi. Nel complesso, guardando la distribuzione delle partenze da giugno ad agosto, si rileva un incremento lineare: ogni due settimane circa, la quota di partenze è aumentata di 4-5 punti percentuali rispetto alle due settimane precedenti: così, nel periodo 1-15 giugno si è concentrato il 7% delle partenze totali (il dato più basso), in quello 16-30 giugno l’11%, in quello 1-15 luglio il 15% e così via fino al 16-31 agosto che ha rappresentato oltre un quarto delle partenze estive (27%, il dato più alto dell’intero periodo).

Vacanze all'insegna di una maggiore sostenibilità

Anche nella scelta dei mezzi di trasporto per andare in vacanza emerge chiaramente che si sta tornando alla normalità: l’auto, complice il peso ancora forte del turismo domestico, è la protagonista (58%) dell’estate 2022, in ulteriore ed evidente calo però rispetto al 2021. Attualmente il parco auto della community Touring vede una preponderanza di veicoli termici (86%) mentre il 13% è costituito da vetture ibride e solo l’1% da auto elettriche. L’aereo (20%) sta invece recuperando sullo scorso anno anche se non ha ancora raggiunto i valori pre-Covid (33%). I timori su possibili problemi organizzativi che avevano caratterizzato l’inizio della stagione estiva, sono stati confermati dall’esperienza della community Touring: tra chi ha frequentato gli aeroporti, ben il 28% ha riferito disagi e disservizi come smarrimento bagagli, ritardi o cancellazioni di voli.

Per quanto riguarda le strutture ricettive, hotel e villaggi restano la tipologia preferita per l’estate (44%), consolidando il recupero rispetto agli anni precedenti e avvicinandosi sempre più ai livelli pre-pandemia. Tengono complessivamente gli appartamenti in affitto (22%), per i quali non si segnalano scostamenti rispetto ai due anni precedenti, mentre calano ancora – ma non scendono ai dati del 2019 – le seconde case (12%) e quelle di parenti e amici (4%).

Quale ripercussione della crisi energetica sulle vacanze italiane

Dalle valutazioni espresse dalla community Touring, gli aspetti che hanno soddisfatto di più nell’estate 2022 sono stati la bellezza dei luoghi (9,4 su una scala da 1 a 10) e l’accoglienza riservata dai residenti (8,6). Giudicate comunque positive la raggiungibilità (8,4) e l’organizzazione turistica locale (8,2). Le valutazioni più basse, per quanto oltre la sufficienza, sono riservate ai prezzi di beni e servizi e alle misure anti Covid (7,6). Complessivamente, comunque, la valutazione media della vacanza è buona e si attesta su un punteggio di 8,4, in crescita su 2021 e 2020, quasi ai livelli del 2019 (8,5): la soddisfazione per la vacanza 2022 è avvalorata anche da fatto che il 77% della community la rifarebbe, nonostante ci sia un’opinione quasi unanime (72%) che riguarda l’aumento generalizzato dei prezzi.

Inflazione e crisi economica mordono e ciò non può che avere ripercussioni anche sulle vacanze: una buona quota della community Touring, anche se non la maggioranza (45%), ha infatti ammesso di essersi imposta quest’anno un contenimento delle spese, pur di concedersi comunque un viaggio. È interessante vedere quali sono state le strategie adottate: in primo luogo il taglio delle spese extra (51%), in seconda battuta si è evitata l’alta stagione (32%, dati coerenti con quanto rilevato sulla stagionalità delle partenze) e a seguire si sono scelte soluzioni ricettive più economiche (30%). Ultima ratio (22%) la riduzione della durata della vacanza, che si attesta complessivamente sui livelli pre-Covid (circa 12 giorni).

Altro tema particolarmente sentito quest’estate – che caratterizzerà purtroppo la nostra quotidianità nei mesi autunnali e invernali – è quello energetico: buona parte dei rispondenti (60%) ha dichiarato di aver posto una particolare attenzione durante la vacanza a limitare consumi e sprechi. Si tratta perlopiù di un comportamento autoimposto, a fronte di una situazione oggettivamente critica, e non sollecitato da altri: solo il 26% infatti ha dichiarato che gli operatori turistici incontrati in vacanza hanno espressamente chiesto ai propri clienti di mettere in atto comportamenti per ridurre i consumi come limitare l’uso dell’aria condizionata o il ricambio di asciugamani.


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