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Sostenibilità sociale e ambientale

L’impegno della politica per un “decalogo sul futuro sostenibile”

ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha organizzato “ASviS Live”, invitando ogni schieramento politico in corsa per le Elezioni 2022 a confrontarsi sulle dieci proposte prioritarie su cui l’Alleanza propone fondare la prossima legislatura e la transizione dell’Italia verso la sostenibilità

di Redazione

Con le elezioni del 25 settembre che si avvicinano, ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha presentato alle forze politiche dieci proposte per i programmi elettorali che orientino le attività della prossima legislatura verso lo sviluppo sostenibile. Il manifesto è aperto anche alle firme della società civile. Si parte dall’accelerare la transizione ecologica, all’attuare politiche coerenti nel rispetto della Costituzione. E poi analizzare puntualmente gli scenari futuri per promuovere giustizia, trasparenza e responsabilità ambientale; integrare la sostenibilità nel funzionamento del parlamento; garantire maggiore equità tra i territori; ridurre le disuguaglianze di genere, territoriali e generazionali; assicurare a tutte e tutti i diritti di cittadinanza; tutelare la salute con un approccio integrato; promuovere la pace, la giustizia e il multilateralismo a livello globale. Sono questi, in sintesi, i concetti chiave su cui si articolano le dieci azioni che l’ASviS propone di sottoscrivere alle forze politiche che si presentano alle prossime elezioni, affinché lo sviluppo sostenibile venga inserito nei programmi e diventi un argomento centrale della campagna elettorale.

Nel suo intervento introduttivo ad ASviS Live, il presidente Pierluigi Stefanini ha detto che «la partecipazione e l'impegno sono fondamentali: alcune proposte formulate dall’ASviS nel 2018 sono diventate realtà, come la modifica della Costituzione. Ci auguriamo che le forze politiche rafforzino il rapporto con la società civile e contribuiscano con il loro impegno a diffondere i principi dello sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030».

«Fratelli d'Italia ha votato a favore dell’introduzione in Costituzione dei principi dello sviluppo sostenibile, pur stando all'opposizione. Credo che la sintesi di posizioni differenti dia soluzioni migliori. Ce la metto tutta a perseguire il manifesto dell'ASviS, che non riguarda solo l'Italia ma anche l'Europa. Mi auguro che migliori sensibilmente il contesto geopolitico», ha detto Nicola Procaccini, Fratelli d’Italia.

«La nostra adesione al Decalogo di ASviS è piena, ci troviamo d'accordo con le proposte fatte. Un esempio è l’idea di una istituzione che lavori sul futuro, è un'idea geniale, se vogliamo, e importante e necessaria», ha sostenuto Eleonora Evi, Europa Verde.

«Non trovo un argomento su cui non essere d'accordo [rispetto al decalogo di ASviS] perché se parliamo di salute, informazione sanitaria, combattere le disuguaglianze ecc i nostri temi prioritari sono decisamente in linea. Sulla salute è importante abbattere le liste di attesa, garantire l’accesso universale alle cure, ridurre i costi delle prestazioni specialistiche, investire sulla prevenzione», ritiene Alessandra Gallone, Forza Italia.

«Intanto bisogna evidenziare che Azione era contrario al voto di settembre. Entro il 2022 il governo avrebbe dovuto valutare quei parametri per valutare gli investimenti, questo non si è potuto fare. Cercheremo di approvare quei parametri per gli investimenti. Se si conoscono gli SDGs dell'Agenda 2030 si vede che alcuni aspetti sono prerogativa dei governi, altri possono essere attuati da imprese e cittadini. Dobbiamo fare un lavoro insieme per dotare il Paese di una legge sulla responsabilità sociale di impresa. E’ vero che lo Stato può investire per la pace nel mondo, ma può fare azioni per incentivare azioni delle imprese per lo sviluppo sostenibile. Penso che servirà una azione normativa che sia proattiva nell'incentivare il settore privato per far capire che lo sviluppo sostenibile non è antagonista dello sviluppo», ha dichiarato a ASviS Live Valentina Grippo, Azione.

«Nel decalogo di ASviS mi piace l'approccio integrato alla salute. Se la One health vuol dire una azione predittiva, allora perché l'autonomia differenziata del programma del centro destra venga gestita dalle sedi storiche, con maggiori fondi al Nord rispetto al Sud?

Siamo d'accordo, per le grandi opere, di richiedere una valutazione ambientale strategica e un’azione sanitaria predittiva. Siamo d'accordo per l'arresto del consumo di suolo.

Aiutare tutti significa aiutare non solo le imprese, ma anche le famiglie, altrimenti la transizione ecologica non si può fare. Bisogna tagliare il cuneo fiscale per chi offre lavori green, bisogna stimolare il progetto Ecolabel», commenta Sergio Costa, Movimento 5 Stelle.

«Ho sottoscritto il decalogo e anche il nostro segretario nazionale lo ha condiviso. Alcune di queste misure abbiamo provato a portarle avanti negli scorsi anni. Abbiamo accumulato dei ritardi, come per la strategia per l'adattamento al cambiamento climatico. La legge su consumo di suolo deve essere una delle priorità da concretizzare. Crediamo che le opportunità di crescita sostenibile del nostro Paese siano limitate negativamente dalla poca presenza di donne, servono strumenti che permettano alle donne di non dover scegliere tra lavoro professionale e di cura, servono infrastrutture di welfare», dice Chiara Braga, Partito Democratico.

«L’adesione al Decalogo di ASviS è totale e suggerisco agli elettori di dare molto peso a questi punti», aggiunge Bruno Tabacci, Impegno Civico.

Le proposte dei partiti: ecco come porterebbero la sostenibilità al governo

«Il cambiamento climatico è un fatto, non un'opinione. Si può discutere di quanto incida l'attività antropica ma anche se incidesse poco è compito di chiunque fare il massimo per mitigare il riscaldamento globale. Bisogna attuare politiche per adattarsi alle conseguenze che sono particolarmente gravi. Ci sono divisioni sui tempi e sui modi. Pensare di abbandonare di colpo l’approvvigionamento da fonti fossili è utopia ma è un obiettivo da raggiungere. L'innovazione tecnologica è la chiave per contrastare il cambiamento climatico e non danneggiare ulteriormente il sistema produttivo nazionale. Non si può stare a cambiare continuamente la linea di indirizzo in campo energetico, anche se si avvicendano governi diversi, ci deve essere coerenza di fondo, altrimenti le rendite in campo energetico non arrivano mai», spiega Nicola Procaccini, Fratelli d’Italia.

Eleonora Evi, Europa Verde sostiene che «è importante dare risposta alle due crisi – ambientale e sociale – due crisi che i cittadini stanno vivendo sulla propria pelle. Le crisi ambientali aumentano le disuguaglianze: le ondate di calore colpiscono le persone più fragili, quelle che vivono in aree molto cementificate, senza spazi verdi e che non possono scappare dalla città per trovare refrigerio.

Una delle risposte è la transizione del nostro modello economico ed energetico ad un modello pulito e alimentato da fonti rinnovabili. Si sprecano gli studi scientifici che dicono che questo scenario è possibile. Oggi dobbiamo interrogarci sul modo in cui ci arriviamo. Serve uno scatto in avanti, un cambio di passo. Credo che sia importante cambiare culturalmente il modo in cui pensiamo all'energia. Oggi la viviamo come qualcosa prodotta da pochi grandi attori del mercato. Dobbiamo cambiare questo modello per abbracciarne uno centrato sull’orizzontalità, un modello democratico che si inserisce in un percorso di costruzione di pace.

Sono consapevole che alcuni progetti siano stati ostacolati dalle comunità locali ma credo siano mancati spesso la trasparenza e la partecipazione. Spesso il blocco avviene nei ministeri o livello regionale, nelle sovraintendenze che pongono vincoli e ostacoli.

Serve un approccio volto al dialogo, alla trasparenza. Vorrei una adeguata determinazione sul fronte delle rinnovabili, vogliamo un commissario per sbloccare i progetti sulle rinnovabili».

Il tema delle rinnovabili è fondamentale Alessandra Gallone, Forza Italia, «ma con la povertà energetica bisogna mettere in campo misure per garantire la piena autonomia. Bisogna considerare i rifiuti come una risorsa, da cui può ricavare energia. E poi ci sono le comunità energetiche, non solo per le piccole comunità ma aperte anche alle imprese. Bisogna poi dare maggiore attenzione ai biocarburanti. Bisogna rivedere le priorità per garantire al Paese non una ripartenza, ma una vita migliore. Rispetto all’Agenda 2030 dobbiamo vedere a che punto ci troviamo, siamo a metà percorso dato che l'Agenda è stata approvata sette anni fa. [Rispetto al reddito di cittadinanza] Bisogna domandarsi se sia la risposta giusta. Il reddito ha funzionato male, si è perso nella sua fase sostanziale di offrire una rete. La parte dei navigator, dei centri per l'impiego non ha funzionato. Il reddito di cittadinanza è fragile perché è uno strumento ibrido tra strumento di tutela sociale e di inserimento al lavoro che sono due strumenti diversi. Ha dato spazio ad un sommerso enorme. Noi siamo per il salario minimo, quella sì è una misura a tutela dei lavoratori».

La rigenerazione urbana parte da un presupposto preciso secondo Sergio Costa, Movimento 5 Stelle: «Il 70% della popolazione mondiale si concentrerà nelle città. Tutto ciò che riguarda la qualità dell'aria, verde urbano, mobilità sostenibile contribuire a contrastare il mutamento climatico. La trasformazione del Cipe in Cipess porta la mia firma. Noi abbiamo dimostrato con i fatti che crediamo negli SDGs».

Clima e uguaglianza tra le generazioni sono legate secondo Chiara Braga, Partito Democratico: «La lotta contro la crisi climatica è una responsabilità verso chi già paga le conseguenze della crisi climatica e le generazioni future. Ci sono poi le disuguaglianze di genere. E territoriali, tra Nord e Sud del Paese, tra i centri e le periferie del nostro Paese e delle città. Le distanze di opportunità sono molto marcate. Vogliamo ricucire queste fratture. Il tema dell'attenzione alla transizione ecologica e digitale, pilastri non solo del PNRR, ma anche vettori dello sviluppo del Sud e del Mezzogiorno. Le politiche che proponiamo sono infrastrutturali, di formazione, di sviluppo economico.

I temi della transizione ecologica e digitali sono essenziali. Le tecnologie digitali sono fondamentali per ridurre le disuguaglianze di accesso alla rete. C'è il tema dello sviluppo sostenibile e dell'economia circolare, degli impianti che servono per recuperare i materiali. C’è il tema della diffusione delle energie rinnovabili, anche per aiutare il nostro Paese ad essere più autonomo. Siamo convinti che il PNRR debba essere attuato, non messo in discussione. Le sfide non sono state messe in discussione dalla guerra in Ucraina, alcune sono diventate più urgenti. Il tentativo di mettere in discussione il PNRR è un grosso rischio. Noi dobbiamo rafforzare la capacità di valutazione dell'efficacia delle politiche pubbliche. Questa è una grande sfida per le amministrazioni centrali e non solo.

«La risposta alle esigenze di politiche volte a una maggiore equità intergenerazionale sta nella scala demografica. I programmi elettorali quando sono seri tengono conto del principio di realtà. C'è la consapevolezza che il PNRR sia una grande opportunità per l’Italia», conclude Bruno Tabacci, Impegno Civico.


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