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A Benevento la prima “assemblea dei bocciati”

Nello scorso anno scolastico, le bocciature sono state l'8%. Molte quelle per troppe assenze. Ma lì spesso inizia la resa, con la scelta per l'abbandono. Le dieci scuole del patto territoriale di Benevento hanno convocato la prima “assemblea dei bocciati”. Moretti (Consorzio Sale della Terra): «Vogliamo dire che ogni bocciatura ci inquieta come comunità educante e più ancora per far capire a ciascuno ragazzo che la bocciatura non è il fallimento di una vita»

di Redazione

Luogo, Caffè dell’Orto – ore 18,30. Oggetto, assemblea dei bocciati. È un’idea sovversiva quella che ha avuto la comunità educante di Benevento, che lunedì 12 settembre ha convocato gli studenti – ammessi e non ammessi – di dieci scuole superiori del territorio per la prima “assemblea dei bocciati”: un momento in cui dire a voce alta che «ogni bocciatura ci inquieta come comunità educante e più ancora per far capire a ciascuno ragazzo che la bocciatura non è il fallimento di una vita, che non è solo, che siamo in tanti a sostenerlo». Così parla Angelo Moretti, direttore generale del Consorzio Sale della Terra, capofila del progetto in cui questa originale iniziativa si inserisce: il progetto si chiama PFP-Progetti Formativi Personalizzati con Budget Educativi, è stato selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini e finanziato attraverso il fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e coinvolge 2mila studenti in nove regioni d’Italia.

A Benevento, già a novembre 2020, è nato un nato patto educativo territoriale, che unisce dieci scuole e il Terzo settore locale. Per recuperare i tanti ragazzi che nel primo lockdown si erano disconnessi dalla scuola, non partecipando alla dad, sono state create diverse aule diffuse, in teatri e palestre, aule digitali in cui seguire insieme la dad. «I ragazzi sono venuti, ne abbiamo seguiti 74, dai 14 ai 18 anni, nell’anno scolastico 2020/21, ragazzi a rischio dispersine nel senso che erano disconnessi. La risposta è stata straordinaria, sia da parte dei ragazzi a cui è tornata la voglia di scuola e di studio, sia da parte delle famiglie, spesso preoccupate per l’appassirsi e lo spegnersi dei propri figli. Ha funzionato», ricorda Moretti.

L’anno scolastico 2021/22, quello chiuso a giugno, non è stato facile. Ancora tante conte dei positivi, la dad per i compagni, poi solo per i contatti stretti, poi si prosegue ma con FFP2, poi le differenze tra chi è vaccinato e chi no… le regole sono cambiate più volte in corso d’opera. «A giugno c’è stato un numero di bocciature notevole, anche l’Istat ha detto che siamo tornati all’8% degli iscritti, a livelli pre-covid. Ma quello che ci ha colpito è che tanti studenti sono stati bocciati per il numero di assenze: avevano anche recuperato quanto al merito, ma le assenze che hanno fatto rendevano l’anno invalido. A mio modo di vedere, in un anno come quello passato, c’è stata una eccessiva rigidità su questo, tra quarantene e aumento del disagio psichico fra gli adolescenti… bisognava riconoscere che la non presenza a scuola va letta in molti modi», osserva Moretti.

Rebus sic stantibus, tuttavia, qualcosa bisognava fare: «Come comunità educante, scuole comprese, abbiamo voluto dire che non siamo una comunità educante che boccia e se ne frega: siamo invece una comunità educante che boccia ma vuole essere accanto ai ragazzi. Attorno alla bocciatura invece c’è un tabù forte, doppio: la scuola boccia ma non ne parla, si fa ma non si dice, la vive come un giudizio sulla scuola. I ragazzi pure, si vergognano a dire che sono stati bocciati e c’è il forte rischio – lo dicono tantissimi studi – che la bocciatura sia premessa per l’abbandono». Riflette Moretti.

Ecco allora l’idea della “festa” al Caffé dell'Orto, della rottura del tabù: «Non per celebrare le bocciature, ovvio, ma per far sentire a ciascun ragazzo che ci siamo, per non arrenderci al fatto che la bocciatura sia sinonimo di fallimento di una vita. Dire che ci interessa ciascuno di loro. Sono venuti in 15, di cui tre bocciati, ma la lettera con il nostro messaggio è arrivata a tutti gli studenti delle dieci scuole. Abbiamo dato un segnale, sanno dove trovarci e sanno che tutti abbiamo il desiderio di supportarli in questo nuovo anno. Per uno studente essere riconosciuto da una nuova classe come “ripetente” , vedere i coetanei passare all’anno successivo o concludere gli studi non è incoraggiante: spesso per evitare queste problematiche si sceglie la soluzione più immediata: fermare il proprio percorso scolastico. Ma lasciare la scuola comporta anche un rischio di esclusione sociale, con successive difficoltà ad inserirsi all’interno del mondo del lavoro».

È stato bello vedere l’interesse di insegnanti e compagni: i ragazzi promossi che hanno partecipato all’assemblea hanno espresso la loro viva preoccupazione per gli amici che sono scomparsi durante l’estate, ed è stata palpabile la volontà di fare un tam tam per recuperarli. «Che la bocciatura non sia l’inizio della resa, questo è il nostro obiettivo. Ci piacerebbe che l’assemblea dei bocciati diventasse un appuntamento annuale, non ci arrendiamo», conclude Moretti.


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