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Io, autistico, do la voce a Bruno, il nuovo protagonista del Trenino Thomas

Novità nel cartone animato Trenino Thomas: nel 2023 si aggiunge un nuovo protagonista, "Bruno il carro frenante", il primo personaggio con disturbo dello spettro autistico. Filippo Manfredi, che gli dà la voce nella versione italiana, racconta: «Bruno è autistico come me, è intelligente e divertente, a volte è tranquillo e i dettagli per lui sono molto importanti». E poi, aggiunge «Bruno fa sentire le persone come me rappresentate, dice “Ehi, guardatemi, io esisto, io sono come quel personaggio". E quel tipo di rappresentazione fa miracoli per la nostra causa»

di Sabina Pignataro

Novità nel cartone animato Trenino Thomas: arriva "Bruno il carro frenante", il primo personaggio con disturbo dello spettro autistico. I nuovi episodi previsti nel 2023 saranno trasmessi a febbraio e in autunno, (a settembre su Boomerang e a novembre su Cartoonito).

A dargli la voce nella versione italiana sarà Filippo Manfredi: «Bruno, il nuovo amico di Thomas e degli altri trenini, è autistico come me, è intelligente e divertente, a volte è tranquillo e i dettagli per lui sono molto importanti».

Bruno, il nuovo amico di Thomas e degli altri trenini, è autistico come me, è intelligente e divertente, a volte è tranquillo e i dettagli per lui sono molto importanti

Filippo Manfredi

Bruno infatti è attento ai dettagli, ama gli orari e la routine e sa esattamente dove portano tutti i binari di Sodor. Bruno ha delle scalette e una lanterna sulla sua carrozzeria esterna rosso brillante che indicano il suo stato emotivo e si muovono quando è eccitato o prudente. Il giorno più bello per Bruno è quello che può trascorrere con i suoi amici, che lo amano e lo rispettano per quello che è, proprio come lui li ama.

Filippo, cosa ti piace di Bruno?
Cosa c’è da non amare in un personaggio così adorabile e così rilevante per il mondo dell’autismo? Bruno è simpatico, divertente e tanto, tanto carino. Una delle cose che adoro è il fatto che, per isolarsi da una situazione rumorosa, lui usi il vapore della ciminiera per creare un paio di cuffie antirumore da indossare (una pratica usata da molti autistici, bambini e adulti). E’ senza dubbio una delle idee più adorabili e allo stesso tempo più intelligenti e non abiliste, che abbia mai visto e devo ammettere che, nella vita quotidiana, ci sono dei momenti in cui vorrei poter creare dal nulla un paio di cuffie antirumore per isolarmi.

Cosa avete in comune voi due?
L’autismo è uno spettro, quindi non ci sono mai due autistici uguali in tutto e per tutto. Bruno rappresenta un tipo di autismo ad alto funzionamento che condivido con lui, assieme a un umorismo composto da freddure, ho anch’io la tendenza ad avere un interesse assorbente nel quale rintanarmi quando mi sento stressato o infelice e la voglia di stare con gli amici, anche quando fanno cose nelle quali non sono ferrato o che non mi piacciono, oltre a una certa goffagine sociale specie con persone che ancora non conosco bene.

Ti piace che ci sia un personaggio autistico nei cartoni?
Mi piace molto l’idea di un personaggio autistico nei cartoni animati, perché fa sentire me e altre persone come me rappresentate, dice “Ehi, guardatemi, io esisto, io sono come quel personaggio.”. E quel tipo di rappresentazione fa miracoli per la nostra causa, fa sì che molte più persone conoscano e magari si interessino alla nostra esistenza, alla nostra peculiarità, immagina se grazie a Bruno i bimbi autistici che vanno a scuola non vengano più bullizzati, sarebbe un enorme risultato. E poi mi piace che ci sia lui in particolare perché sono io a dargli voce, il che potrebbe suonare un pochino egoistico forse, ma è pur sempre una cosa in più.

Una delle cose che adoro è il fatto che, per isolarsi da una situazione rumorosa, lui usi il vapore della ciminiera per creare un paio di cuffie antirumore da indossare (una pratica usata da molti autistici, bambini e adulti). E’ senza dubbio una delle idee più adorabili e allo stesso tempo più intelligenti e non abiliste, che abbia mai visto

Filippo Manfredi

Questa è la tua prima esperienza di doppiaggio ma che fare il doppiatore è sempre stato il tuo sogno. Ci racconti da dove nasce questo desiderio?
Il mio desiderio di fare doppiaggio nasce da quando ero bambino, visto che io vivevo e tutt’ora vivo di cartoni animati. Tanto che uno dei miei parenti voleva farmi fare un provino, ma quest’idea cadde quando gli fu fatto notare che ero, e cito, “iperattivo e disubbidiente”. Preciso che al tempo andavo diverse volte a terapia con mia madre. Comunque è una passione che ho mantenuto fino al giorno in cui fui chiamato dalla BEEP, facendo doppiaggi amatoriali per divertimento. Li continuo a fare anche adesso, per rilassarmi quando sono stressato da stimoli sensoriali fastidiosi.

Ci parli un po’ di te?
Ho compiuto 27 anni il 16 Maggio, vivo a Roma da quando sono nato, ho studiato al liceo artistico, e i miei hobby sono il disegno, la scrittura di libri (attualmente sto scrivendo un romanzo di supereroi), la lettura di fumetti e giocare ai videogames. I miei cartoni preferiti sono davvero troppi per poterli elencare tutti, ma mi piacciono le serie animate sui supereroi, le vecchie serie di Cartoon Network (Billy e Mandy, Ed, Edd e Eddy, eccetera…) e qualche cartone animato giapponese, insieme anche a qualche serie animata su Youtube. Mi piacciono anche i corti Disney e i cartoni dei Looney Tunes

Come ti hanno scelto? Hai fatto un provino?
Sono venuto a sapere di questa opportunità perché la casa di doppiaggio per cui ho fatto il provino ha mandato una richiesta a un’organizzazione no profit di persone autistiche di cui faccio parte (ANGSA Lazio). Ovviamente ho colto la palla al balzo e, il giorno del provino, ricordo che ero un po’ nervoso. Poi ho fatto il provino e mi sono sentito a mio agio grazie ai doppiaggi amatoriali, che in un certo senso sono stati il mio allenamento per quel giorno. Devo anche ringraziare genitori e amici per avermi sostenuto e continuo a dire che dovevo coltivare questo sogno.

Vorresti continuare a doppiare?
Sì, moltissimo. Mi piacerebbe che questa splendida esperienza vissuta con la BEEP e la Mattel non rimanga un caso isolato, vorrei veramente entrare a far parte del mondo del doppiaggio in modo stabile. Calcola che non ho ancora un lavoro, anche se ho mandato tanti curriculum e ho fatto qualche colloquio lavorativo, il che non mi permette di avere una mia autonomia, tipo andar via di casa. Sono ancora single, data la mia goffaggine sociale, e faccio fatica a capire il linguaggio del corpo e degli sguardi. Mi piace che le cose siano ben chiarite e, anche se un po’ capisco il sarcasmo, ci sono ancora situazioni in cui non capisco quel che mi viene detto perché sottinteso (e infatti ti ho chiesto che significa questa domanda…). E nel mondo dell’innamoramento è un po’ tutto un sottinteso, no?

Fabrizio Manfredi è un grandissimo doppiatore italiano, voce tra i molti di Leonardo Di Caprio nel film La maschera di ferro; Johnny Depp nel film “Edward mani di forbice” (1990) di Tim Burton, Matt Damon in “Salvate il soldato Ryan” (1998) di Steven Spielberg. Siete parenti?
Eh sì, è il fratello minore di mio padre, mio zio. Ricordo che quando scopriì che anche lui era un doppiatore non stavo più nella pelle. Mi sono andato a cercare tutti i film, le serie tv e i cartoni animati nei quali è apparso e ricordo che lo tempestavo di domande sull’argomento, finché non mi fu detto di smetterla perché magari non voleva parlare di lavoro quando eravamo a pranzo dai nonni o in vacanza a Fregene. Comunque quando ha saputo che avevo fatto questa cosa, mi ha subito chiamato e mi ha detto quanto era contento che anche io fossi entrato, con le mie capacità, nel mondo del doppiaggio. Ti svelo un segreto: anche Massimiliano Manfredi, voce di Chris Hemsworth e Orlando Bloom tra i tanti, è mio parente, cugino di mio padre.

Foto dell'ufficio stampa Mattel


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