Economia & Impresa sociale 

Francesco: l’economia non dimentichi la dimensione sociale della sostenibilità

Da Assisi il racconto di Luca Iacovone della cooperativa sociale Il Sicomoro di Matera che ha partecipato all'evento assieme ad oltre mille giovani economisti e imprenditori provenienti da tutto il mondo

di Luca Iacovone

Un patto per cambiare l’economia. "La nostra generazione vi ha lasciato in eredità molte ricchezze, ma non abbiamo saputo custodire il pianeta e non stiamo custodendo la pace". "Voi siete chiamati – ha detto Francesco – a diventare artigiani e costruttori della casa comune, una casa comune che 'sta andando in rovina'. Una nuova economia, ispirata a Francesco d'Assisi, oggi può e deve essere un'economia amica della terra e un'economia di pace. Si tratta di trasformare un'economia che uccide in un'economia della vita, in tutte le sue dimensioni"; è l’impegno che oggi ha assunto il Papa ad Assisi insieme ad oltre mille giovani economisti e imprenditori provenienti da tutto il mondo.

Questo uno dei passaggi più significativi del messaggio rivolto da Francesco ai giovani arrivati da cinque continenti: "La sostenibilità, poi, è una parola a più dimensioni. Oltre a quella ambientale ci sono anche le dimensioni sociale, relazionale e spirituale. Quella sociale incomincia lentamente ad essere riconosciuta: ci stiamo rendendo conto che il grido dei poveri e il grido della terra sono lo stesso grido (cfr Enc. Laudato si’, 49). Pertanto, quando lavoriamo per la trasformazione ecologica, dobbiamo tenere presenti gli effetti che alcune scelte ambientali producono sulle povertà. Non tutte le soluzioni ambientali hanno gli stessi effetti sui poveri, e quindi vanno preferite quelle che riducono la miseria e le diseguaglianze. Mentre cerchiamo di salvare il pianeta, non possiamo trascurare l’uomo e la donna che soffrono” Sul palco insieme a Papa Francesco le storie di alcuni protagonisti di Economy of Francesco: una studentessa italiana, un argentino, un africano, una giovane adolescente thailandese, un economista masai del Kenya, una giovane donna afghana, attivista per i diritti delle donne nel suo paese.

Quando nasce Economy of Francesco
Un impegno, quello siglato oggi nella città di San Francesco, che è stato più volte rimandato: il primo invito del Papa ai giovani economisti ed imprenditori “di un’economia che non uccide, ma umanizza e si prende cura del creato” è del maggio 2019. L’appuntamento ad Assisi era previsto a marzo 2020, quando invece è stato il Covid ha rubare la scena della Storia.

Anche questa volta l’appuntamento di Economy of Francesco è coinciso con settimane di grande paura e preoccupazione internazionale per l’acuirsi delle tensioni in Ucraina e lo sguardo del mondo sull’Italia alla vigilia di un voto significativo anche oltre i confini nazionali. Anche per questo arrivando ad Assisi in questi giorni, incrociando gli sguardi entusiasti dei giovani protagonisti di Eof, felici di potersi finalmente abbracciare e conoscere dal vivo dopo due anni di presentazioni quasi del tutto online, si fa fatica a sintonizzarsi con la loro energia. “Avete letto le ultime di oggi, le dichiarazioni di Putin? Il mondo è cambiato dal 2019, ha ancora senso parlare di nuovi modelli economici oggi?” È la domanda che ho rivolto al primo giovane imprenditore di Economy of Francesco che ho conosciuto nel treno diretto ad Assisi. Guilherme, venticinquenne, aiuta i giovani della sua città Formiga, in Brasile, a sviluppare i business plan delle loro startup, “quello che sta accadendo è il risultato di un pensiero economico globale che ha al centro solo il profitto e produce disuguaglianze e scarti – mi dice Guilherme – le notizie che arrivano da tutto il mondo mi fanno capire che oggi è ancora più urgente il nostro incontro ad Assisi, perché sotto le macerie di questa vecchia economia, oggi noi vogliamo far germogliare le piante dell’economia nuova che già esistono, ma vanno curate, per questo sono ad Assisi”. Carlos, del gruppo dei changemaker, è ancora più diretto “quando arriva il tempo del buio e della paura, ancora di più è il tempo della profezia, solo con la paura non si va da nessuna parte”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Luigino Bruni, direttore scientifico dell’evento “Il mondo va in una direzione completamente diversa dalla nostra, mentre il mondo è chiuso e impaurito i giovani vogliono un mondo di incontri, abbracci”.

Tre giorni ad Assisi per ridisegnare l’economia
Il buio e la profezia sono due immagini evocate spesso durante i due giorni di Economy of Francesco che hanno preceduto l’incontro con il Papa. “Sentinella, quanto resta della notte?”: è con questo versetto di Isaia che è stata aperta l’evento assisiano lo scorso giovedì 22 settembre al Teatro Lyrick, e che ha ispirato il piccolo momento teatrale con cui i giovani di Economy of Francesco hanno accolto il Papa oggi. Il racconto attraverso il teatro è stata anche anche l’occasione che ha consentito la partecipazione dei protagonisti più attesi a EoF: i ragazzi con gravi disabilità ospiti dell’Istituto Serafico. avvertiamo la necessità di cambiare l’attuale sistema economico e sociale. Un sistema che non è progettato sulla custodia della vita e del creato, ma solo per realizzare una crescita impersonale, “le tante persone scartate devono poter tornare a partecipare alla vita, non possono più aspettare – ha detto Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto, nel comitato organizzatore di EoF – dovete cambiare l’attuale sistema economico e sociale, progettato solo per realizzare una crescita impersonale: ora è il momento giusto per affermare tutti insieme quanto valga un essere umano, anche se fragile”.

I villaggi tematici
Nei due anni che hanno separato l’invito del 2019 all’incontro odierno il lavoro dei giovani si è sviluppato attorno attorno a tantissimi hub locali e 12 “villaggi tematici” che racchiudono nei nomi scelti la sfida di provare a fare sintesi tra due parole idealmente in tensione, come “Finanza e Umanesimo”, “Lavoro e Cura”, “Management e Dono”. Questo lungo lavoro ha trovato sintesi nella giornata di ieri dando forma così ai 12 impegni riportati nel patto firmato oggi con il Papa. Ad accompagnare il lavoro dei partecipanti ci sono stati nove “ambasciatori” illustri: Vandana Shiva, Jeffrey Sachs, Kate Raworth, Gael Giraud, Sabina Alkire, suor Helen Alford, Vilson Groh, Stefano Zamagni e Leonardo Becchetti.

Ogni villaggio tematico è stato ospitato in un luogo significativo della vita del Santo: dove Francesco si è spogliato dei beni del padre, inaugurando la sua economia del dono, hanno lavorato i giovani di “Vocazione e Profitto”, mentre i villagers di “Agricoltura e Giustizia” si sono lasciati ispirare dalla sede del Monte Frumentario e l’invenzione tutta francescana dei primi monti di pietà, esempio di una finanza a servizio dei poveri. “Qui potete imparare dal Poverello il segreto della nuova economia” è stato l’invito del vescovo di Assisi e presidente del comitato organizzatore, mons. Sorrentino, ai partecipanti. I luoghi della vita di San Francesco hanno guidato e ispirato l’impegno siglato oggi “va’ e ripara la mia casa, come vedi è tutta in rovina” fu l’invito del Crocifisso al Santo, “quella casa da riparare ci riguarda tutti, ha urgente bisogno di un’economia sana” è stato l’invito del Papa a cui hanno risposto gli economisti arrivati ad Assisi.


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