Cooperazione & Relazioni internazionali

Una Chiesa che cresce…

di Giulio Albanese

La Chiesa africana continua a crescere. Se nel 2005 i cattolici rappresentavano circa il 17% della popolazione continentale, nel 2013 ne costituivano quasi il 19%. Si tratta di un dato statistico interessante se si considera che stiamo parlando di un continente in continuo aumento dal punto di vista demografico. Dunque, la crescita non riguarda solo i numeri ma anche la percentuale dei cattolici in rapporto alla popolazione africana nel suo complesso. Le ragioni che determinano questo sviluppo sono molteplici. Anzitutto va ricordato che il continente africano nel 1960 contava circa 284 milioni di abitanti, mentre oggi sono oltre un miliardo (circa 1.123.800.000 abitanti). Se l’Italia fosse cresciuta allo stesso ritmo oggi gli italiani sarebbero 185 milioni! Inoltre, in Africa – soprattutto in quella Subsahariana – vi è una enorme popolazione giovanile, (circa il 60% della popolazione con meno di 25 anni). A questo proposito va segnalato il ruolo peculiare che la Chiesa africana svolge nell’ambito educativo, in un contesto molto spesso segnato da una grave esclusione sociale. Essa rappresenta, alla prova dei fatti, un termine di riferimento per le giovani generazioni le quali trovano, spesso, nelle strutture scolastiche e formative in generale, proposte che mirano alla crescita integrale della persona. Da rilevare che non poche comunità ecclesiali del continente hanno patito gli effetti devastanti delle crisi armate che hanno segnato la storia dell’Africa postcoloniale. Particolarmente significativo è il contributo delle Chiese locali nella crescita della società civile che, in prospettiva, dovrebbe rappresentare il vivaio delle future classi dirigenti. I dati statistici, anche per quanto riguarda le vocazioni africane, sono confortanti se si pensa che rispetto al 2005 i sacerdoti, nel loro complesso, sono aumentati del 29,2%. Ma attenzione, non è tutto oro quello che luccica. Molte delle diocesi africane hanno trovato giovamento, in questi anni, dagli aiuti (spirituali e materiali) delle Chiese di antica tradizione (soprattutto europee). Ma l’attuale congiuntura è segnata in Occidente da un calo delle vocazioni missionarie e delle offerte. Questo, in sostanza, significa che le Chiese africane devono elaborare nuovi modelli di sviluppo all’insegna dell’autosufficienza.


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