Media, Arte, Cultura

“La notte più lunga” della musica

di Lorenzo Maria Alvaro

900 morti. Affogati per carcare una possibilità, un futuro. Questo è il bilancio dell’ultima tragedia di migranti nel Mediterraneo. In tanti si sono espressi, hanno commentato o hanno taciuto di fronte a questo nuovo massacro. Politici, giornalisti, volontari. Spesso però quando si cerca un’idea, un punto di vista, uno spunto alternativo si guarda al mondo della cultura. Compresa la musica. Purtroppo a fare molto scalpore è sì una band, ma non per aver illuminato il dibattito. Ma per averlo fato affondare insieme a quei migranti.

Si tratta della band (una delle più note del panorama indie – se ancora ha senso chiamarlo così) Nobraino. Sul profilo ufficiale Twitter del cantante del gruppo (ma il post è stato proposto anche su Facebook) si è potuta leggere la “battuta”: «Avviso ai pescatori: stanno abbondantemente pasturando il Canale di Sicilia, si prevede che quelle acque saranno molto pescose questa estate».

Inutile riassumere le polemiche che hanno accompagnato il fatto. Tutto si è concluso con tante scuse e l’esclusione della band dal primo maggio tarantino (scelta dell’organizzatore, un Roy Paci imbufalito) e sembr aanche dal 25 aprile.

Rimane un’amarezza infinita nel constatare come  la musica abbia ormai abdicato alla sua funzione culturale per lasciare il posto a qualcosa di cui non si riconoscono più i confini. Pubblicità? Marketing? Idiozia?

Per provare a lenire la tristezza ci affidiamo a Carmen Consoli, che nel suo ultimo disco ha voluto, con una traccia, affrontare il tema dei migranti. La canzone si chiama “La notte più lunga”. In qualche modo un tentativo di fare quello che la musica dovrebbe, sempre. Raccontare la realtà, facendo ragionare chi ascolta.


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