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Cooperazione & Relazioni internazionali

Diritto alla città – I parte

di Emanuela Borzacchiello

Tre storie, tra Spagna, Italia e México, tre scenari contraddittori e affascinanti per raccontare cosa succede quando il lavoro constante di una cittadinanza attiva é capace di far rivivere la cittá in maniera solidale e proteggere la storia del territorio.

Si inizia dalla Spagna, da un ospedale e dal suo quartiere.

Questo mese compie un anno. Un anno da quando annunciarono la chiusura dell’ospedale La Princesa di Madrid. Tagli alla sanitá e il progetto dichiarato di privatizzare il diritto alla salute sembrava ne avessero giá segnato il destino. Poi la svolta: gli abitanti del quartiere manifestano e i lavoratori de La Princesa lo occupano. Si puó occupare un ospedale con tutti i suoi malati dentro?. “Si , quando in gioco c’è il diritto di cura”, ci racconta Marta, una delle infermiere. “Non si aspettavano una reazione cosí forte e unitaria”, ricorda un medico.

Ricorda e racconta che tutti i giorni del novembre dello scorso anno, il personale sanitario nella pausa pranzo scendeva in strada e la occupava: “vedere tanti camici bianchi per strada, ha coinvolto la gente che vive nel quartiere. Tutti si sono avvicinati e tutti hanno partecipato. La sensazione constante è che ti stavano portando via non solo dei servizi essenziali ma anche un pezzo di storia del quartiere e del tuo stesso scenario quotidiano”. La Princesa é stata fondata da 150 anni e da 150 anni la vita del quartiere con lei si é identificata. I cittadini non lo chiamano piú neanche ospedale, ma semplicemente Princesa, che “se c’é un nome giusto per chiamare un ospedale forse è proprio questo, almeno non ti fá tanta paura”, mi dice un paziente. Dopo manifestazioni, occupazioni e presidi, la Consejería de Sanidad decide di non chiudere la struttura, ma la contrapartida é dura da digerire: i fondi sono stati tagliati fino a 15 milioni di euro in un solo anno. “Ora stiamo laborando con fondi ridotti all’osso” afferma Marta. Ma dopo un anno La Princesa é ancora lí. Il piano che prevedeva il suo smantellamento si chiamava: “Sostenibilidad del Sistema Sanitario Público”.La Princesa doveva essere la prima, poi la stessa sorte sarebbe tocata ad altri sei ospedali della capitale. Ma l’esempio della Princesa é stato seguito dagli altri e tutti, oggi, godono di ottima salute. Antonio Hernández, Premio Nacional de Poesía y de la Crítica, ha rivisitato la famosa poesía de Rubén Darío, como suo personale contributo per difendere Hospital de La Princesa. Antonio Hernández é un abitante del quartiere Salamanca, tra gli utenti dell’ospedale.

MI PRINCESA

La princesa está triste. ¿Qué tendrá la princesa? Rubén Darío La Princesa está triste. ¿Qué tendrá la Princesa? De sus labios se escapan suspiros y protestas porque nos amenazan a nosotros, no a ella que suele protegernos de males y epidemias. Y ahora quieren cambiarla, y ahora quieren hacerla un refugio de cuatro señores con prebendas. Que ha perdido la risa pero no la firmeza la Princesa del Barrio de Salamanca. Nuestra… Princesa de los miles prodigios de la Ciencia

Antonio Hernández. Premio Nacional de Poesía Premio Nacional de la Crítica

Vecino del Barrio de Salamanca


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