Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Un Bilancio Sociale per #LaBuonaScuola

di Paolo Venturi

La Buona Scuola è una scuola aperta, connessa e capace di attrarre risorse. La consultazione lanciata dal MIUR introduce alcuni elementi di innovazione sostanziale che costringono a guardare alla scuola come un locus aperto, un luogo dove la dimensione educativa si nutre del coinvolgimento di altri stakeholder.

L’ecosistema in cui la scuola è inserita diventa un elemento vitale e decisivo per aumentare la qualità dell’offerta scolastica, con cui conversare per scambiare, condividere e attrarre contributi, feedback e risorse.

Nella scuola, in particolare quella statale, il cambiamento di prospettiva è radicale. Il valore dell’educazione diventa un valore condiviso, per cui anche la comunità partecipa a quello che è un percorso di co-produzione dell’offerta della propria scuola: migliore sarà il capitale umano generato,  più coesa e competitiva sarà quella comunità. Come attivare questa relazione con la comunità?

Provo a descriverla con tre parole: trasparenza, coinvolgimento e co-produzione.

 – Trasparenza (accountability): per meritarsi la fiducia di una relazione occorre essere trasparenti “rendendo conto” di cosa si fa, dei risultati prodotti e delle criticità emerse.

– Coinvolgimento (engagement): l’apertura di una scuola è condizione necessaria e non sufficiente per attivare relazioni. Ciò che  differenzia uno stakeholder da un semplice utente è la possibilità di fare “voice”  ossia di far arrivare feedback al governo di una scuola.

– Co-produzione (co-production): se la fiducia è in grado di attivare un coinvolgimento, allora si è nelle condizioni di poter chiedere agli stakeholder di contribuire a sostenere le iniziative e l’offerta di una scuola. Il fundraising non diventa quindi una modalità “mercatista” di scambio, ma una modalità di partecipazione e co-produzione di un valore che poi sarà condiviso dalla comunità intera.

Uno strumento che le scuole possono mettere in campo per attivare questo ciclo virtuoso è sicuramente il Bilancio Sociale: una piattaforma che per sua natura è orientata a condividere con tutti gli stakeholder il valore di ciò che si fa.

A questo punto, visto che il MIUR ha aperto una consultazione sulla Buona Scuola, mi permetto di usare le colonne di VITA per lanciare una proposta. Perché non proporre a tutte le scuole di avviare percorsi partecipati per costruire il proprio BILANCIO SOCIALE?


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA