Media, Arte, Cultura

Arca voice: la musica dell’integrazione a Lecco

di Paolo Iabichino

La musica come elemento di unione per condividere sentimenti, momenti di gioia e trasmettere messaggi che possono fare solo bene al cuore in un momento in cui, il cuore, sembra essere sempre più gelido e arido.

Nasce così Arca Voice il coro che si è formato nel 2016 all’interno del Centro di Accoglienza Straordinario Ferrhotel di Lecco gestito da Fondazione Progetto Arca in convenzione con la Prefettura nel quale, ad ora, sono accolte 107 persone.

Arca Voice, nato da un laboratorio musicale proposto all’interno del centro, è un coro formato da 12 richiedenti asilo in Italia provenienti da Nigeria, Costa d’Avorio e Senegal. Ad accompagnarli in questa nuova avventura il maestro Luigi Sabatti.

Ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni, ognuno con una storia, ognuno con un bagaglio personale e culturale diverso e, ognuno, in attesa di una risposta alla quale è affidato il sogno di un futuro migliore. E mentre questo futuro si aspetta si lascia spazio alla musica cercando di dare un senso ai sacrifici e alle difficoltà incontrati per arrivare nel nostro paese.

Di madrelingua francese o inglese, di fede cristiana e musulmana i ragazzi di Arca Voice sono conosciuti, a Lecco e provincia, per la loro bravura e il loro particolare repertorio nel quale propongono, soprattutto, canti della tradizione natalizia.

Un coro non sempre uguale nella composizione perché, in questi due anni, alcune persone sono rimaste altre, invece, sono andate via visti i tempi di permanenza nel centro diversi così come, diversi, sono i casi che vengono sostenuti ed è per questo motivo che piace pensare a un coro che si ripopola continuamente.

Ripopolarsi, un termine non casuale in grado di rendere l’immagine reale e vera di quello che accade, ogni giorno, nelle nostre città. Città che mutano, persone che vanno e che arrivano, speranze che si cercano, altre si lasciano. Un destino che potrebbe dirsi più comune di quanto non si pensi se solo riuscissimo a guardare oltre il pregiudizio.

Arca Voice come simbolo di integrazione e sostegno a chi ne ha bisogno senza alcun tipo di distinzione come è accaduto nei giorni di festa appena trascorsi durante una serata benefica voluta per dare supporto alla Caritas locale e alle persone da loro seguite.

Perché le difficoltà non guardano al colore delle pelle. Accadono. A ognuno di noi.

Possono essere diverse, certo, ma affrontandole insieme le cose possono davvero cambiare.

Storia raccolta da Rossana Cavallari


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