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Generazione ponte che a Torino rende possibile l’integrazione attraverso la storia

di Paolo Iabichino

Come generare nuove narrazioni positive che siano frutto di azioni concrete, che aiutino la società e la politica a confrontarsi, a ragionare e a superare le paure e i luoghi comuni che oggi sono la regola soprattutto quando si parla di temi come l’immigrazione, l’altro, il diverso?

E se la soluzione fosse nella ricerca e nella comprensione della storia? Se visitare i luoghi del passato e commemorare le giornate nazionali, europee e internazionali significasse affermare l’importanza della memoria per costruire quella consapevolezza utile ad affrontare le sfide della società?

Il passato come valore per rielaborare il presente delineando scenari futuri.

Da qui nasce “Luoghi Comuni” il primo percorso storico e culturale realizzato a Torino dall’associazione Generazione Ponte che persegue attività in Italia volendo offrire il proprio contributo anche in un’ ottica di cooperazione internazionale.

Il carisma dei personaggi del Risorgimento, gli atti eroici della Resistenza, le premesse per lo sviluppo industriale post-bellico e l’affermazione di un periodo di prosperità e pace in Europa sono gli elementi che hanno ispirato i ragazzi e le ragazze dell’associazione che, attraversando la città di Torino e alcuni luoghi significativi piemontesi, hanno voluto rafforzare la loro conoscenza trasformandola in partecipazione attiva alla vita sociale del territorio.

Presidente e fondatore di Generazione Ponte è Abdullahi Ahmed già rifugiato somalo e oggi cittadino italiano che ha ideato, insieme a un gruppo di altri giovani cittadini rifugiati di seconda generazione e italiani, i percorsi culturali attraverso alcuni dei simboli che hanno portato alla trasformazione della città di Torino e del Piemonte caratterizzando l'evoluzione sociale del nostro paese.

Perché tutto questo?
Perché, come dice Abdullahi, “non si può essere stranieri per sempre, è fondamentale imparare a conoscere la società che ci accoglie per diventare cittadini più consapevoli e perché oggi ci proponiamo per diventare protagonisti e soggetti attivi del futuro, della nostra società e della nostra città.”

Museo del Risorgimento, Museo diffuso della Resistenza, Sermig, Museo dell’Automobile, Museo del Cinema, Museo Egizio, la città di Ivrea, la storia di Olivetti sono solo alcune delle tappe toccate in questi percorsi guidati ai quali hanno partecipato anche alcuni storici torinesi come Carlo Greppi, Valentina Colombi, Marco Meotto, Aldo Agosti che hanno raccontato aneddoti e curiosità e poi, ancora, Maurizio Muraro del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, Mauro Bianchetti, Carlo Della Pepa, Yasmine Essam, Leila El Marrhoub e Alessio Mercuri.

Dall’autunno scorso sono stati coinvolti oltre 50 giovani compresi rifugiati e seconde generazioni con provenienze migratorie derivanti da 23 differenti paesi. L'iniziativa, inoltre, ha anche reso protagonisti in veste di “leader alla pari” dieci giovani mediatori che hanno consentito una maggiore comprensione linguistica e culturale dei luoghi visitati.

Alcuni dei partecipanti non erano mai entrati in un museo ad esempio e questo è un dato che chiaramente rappresenta il valore di un’iniziativa del genere che vuole promuovere e sviluppare il protagonismo dei ragazzi che vedono il loro futuro in questo paese attraverso la conoscenza della storia, della cultura e del patrimonio storico e artistico dell’Italia. Uomini e donne accomunati dal desiderio di realizzare azioni concrete, capaci di essere ponte tra generazioni e culture diverse stimolando quella conoscenza e quella consapevolezza indispensabili per sentirsi parte attiva della società.

Luoghi Comuni è stato sostenuto dall’Agenzia delle Nazioni Unite UNHCR e da INTERSOS mentre la nuova edizione di quest’anno è sostenuta interamente da Compagnia di San Paolo.

Storia raccolta da Abdullahi Ahmed


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